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Pannella Marco - 14 marzo 1974
"Il Popolo" furioso
di Marco Pannella

SOMMARIO: Nella pagina che "IL MONDO" offre settimanalmente alla Lega Italiana per l'Istituzione del Divorzio (LID), Marco Pannella polemizza con il quotidiano della Democrazia Cristiana "IL POPOLO" che mostra di non volere o sapere replicare alle precise accuse rivolte dalla LID: solo i fascisti in Europa hanno tentato in questo secolo di abrogare il divorzio; le teorie corporative e fasciste elaborate e insegnate da Amintore Fanfani nel "ventennio" s'incarnano storicamente nell'Italia del 1974 grazie alla DC"

(IL MONDO, 14 marzo 1974)

("Il mondo apre una pagina, durante tutta la campagna del referendum, alla Lega Italiana per il Divorzio, intendendo così evitare per quanto possibile che si impedisca alla LID di continuare la sua battaglia. Siamo lieti di farlo, anche se le opinioni e i giudizi della LID non sempre coincidono con quelli del "Il Mondo".)

"Il Popolo", gazzetta ufficiale dei fasti e dei peculati di regime, è furibondo. Strepita, ci insulta a ritmo pressoché quotidiano; ma fa il sordo, continua a non rispondere. Vorremmo capire almeno se si dolga d'altro che della verità di quel che andiamo denunciando e affermando.

Avevamo affermato che solo i fascisti, in questo secolo, hanno tentato di abrogare il divorzio nelle moderne legislazioni civili: la Falange di Franco, in Spagna, dopo il massacro della repubblica e dei repubblicani, benedetto dalla Chiesa; il maresciallo Pétain, in Francia, nei due anni di alleanza con i nazisti; i salazariani portoghesi. E, ora, la DC, la Cei e la Chiesa. E' falso?

Abbiamo affermato il carattere emblematico ed eloquente della vicenda pubblica, dell'itinerario politico del Segretario del Partito, Amintore Fanfani: le teorie corporative e fasciste da lui elaborate e insegnate, secondo convinzioni politiche e scientifiche che aveva ed ha il pieno diritto di avere e di professare, sin dalla fine degli anni trenta, s'incarnano storicamente nell'Italia del 1974, grazie alla DC (già PNF). Lo Stato Corporativo, prefigurato in libri e dispense d'allora, si afferma adesso anche lì dove non fu possibile farlo ai Bottai, ai Federzoni, ai Rossoni, ai Gentile. E' falso? Dobbiamo, dalla prossima settimana, riprendere e citare affermazioni e scritti accompagnati da notizie e informazioni pubbliche e ufficiali, tratte dalla cronaca politica di oggi? Non ci sembra che sia altro da fare, se questa polemica continua. Anche perché, accusato dal bollettino e foglio d'ordini del Segretario del Partito di essere "drogato" al LSD ed altro, "dissociato psichico", "annebbiato", "macchietta della

LID", "ascaro dello squadrismo anticlericale", autore di "una infame rivalutazione storica del fascismo", "feriale visionario" (cito da uno solo dei "servizi" dedicatici) sono alla fine colto da qualche dubbio. Ricordo male? Vedremo.

Ed è forse falso, artificioso, infine, affermare che non è certo che il MSI ad aver avuto la forza e la possibilità, in un trentennio, di sabotare con successo e continuamente la Costituzione, di difendere leggi e norme fasciste, di corrompere istituzioni e classe dirigente, di secondare la logica reazionaria di "corpi separati" e di affermare il potere politico ed economico preminente della grandi corporazioni, di opporsi ad ogni richiesta di rispetto di diritti civili fondamentali, di aver agito come braccio mondano e potere subalterno del neotemporalismo clericale?

Questi sono i termini del dibattito, non altri.

Vorremmo intanto ribadire una affermazione già fatta e che non è, per quanto ci riguarda, capzioso espediente polemico. Se gli obiettivi interclassisti, clerico-populisti, corporativi del PNF e quelli della DC ci appaiono legati da una continuità rigorosa ed esclusiva, abbiamo il dovere di illustrare e di documentare questa nostra convinzione, perché la si giudichi, contesti, corregga; superi, se del caso.

Da laici, quali siamo, rispettiamo idee e comportamenti conseguenti, quali che essi siano. Ci impegniamo solamente a disarmarli quando diventano concreta violenza contro la dignità e la libertà delle persone e di una società. Ma non per questo accettiamo di recuperare una visione della lotta civile nella quale l'avversario sia "il demonio" o il "perverso". Se è leale ed onesto nei confronti della propria coscienza è un "diverso", nulla di più, nulla di meno, cui dobbiamo stima, mentre, per le idee diverse che abbiamo, gli neghiamo fiducia.

Non diamo giudizi morali. Se i clerico-fascisti del PNF, ieri, e quelli della DC, oggi, credono a quel che dicono e fanno, sul piano della individuale moralità, per noi, non sono inferiori ai nostri Calogero, o Capitini, ai nostri maestri e padri elettivi. Ciascuno è libero di credere all'autorità o alla libertà, d'essere convinti che il mondo è del maligno e che l'uomo ne è lo schiavo, che c'è il peccato originale, che si comprano le indulgenze, si acquistano le nullità matrimoniali e via dicendo.

Anche se, alla fine, fare qualche differenza ci sembra giustificato, fra chi regolarmente paga duramente la fedeltà alle proprie idee e chi altrettanto regolarmente si trova a ricavarne potere e successo.

La Dc, come il PNF; "Il Popolo", come "Il Popolo d'Italia" sono per una civiltà che comporta e favorisce il divorzio, l'aborto, l'"ordine" di classe, reazionario e clericale, corporativo e violento.

In questo regime, ed in questi giorni, le contraddizioni che esplodono mostrano a che punto la violenza della classe dirigente contro le stesse leggi che pure ci hanno imposto, e quella più classica, paleofascista, delle "piste nere" protette e nutrite dal potere democristiano si vadano affermando, si siano sostituite alla legalità repubblicana proclamata dalla Costituzione.

"Il Popolo" non trova di meglio, per testimoniare a favore del regime che serve, della vera o presunta libertà di cui personalmente godiamo, e del fatto che gli amici de "Il Mondo" possano ospitare le nostre opinioni in queste colonne. Il fatto che siano stati esclusi dall'esercizio di ogni altro nostro diritto costituzionale in tema di informazione e di espressione delle nostre idee, è per "Il Popolo" naturale: splendido esempio, ci pare, di buona coscienza a buon mercato. Ma anche queste tenui difese, temiamo, non reggeranno a lungo, se non batteremo, una volta per tutte, la DC. Se non vi sarà il referendum che ci ha imposto, e dal quale sarebbe travolta.

Vedremo abbastanza presto, allora, quanto il regime impiegherà a convertirmi, da delinquente politico che ci si vanta di non sbattere in galera o in manicomio a detenuto comune.

 
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