Alcide De Gasperi avrebbe rifiutato di schierarsi con i clerico-fascistiINTERVISTA CON MARCO PANNELLA
di Lucio Manisco
SOMMARIO: Alla vigilia del voto sul referendum per l'abrogazione del divorzio, Marco Pannella afferma che i contenuti della campagna condotta dal Presidente della DC Amintore Fanfani consentono di sperare in una vittoria laica e democratica. Fanfani ha infatti trattato gli italiani come una massa di immaturi bisognosi della tutela dei carabinieri e della Chiesa anche per quanto riguarda la vita privata e questo provocherà la rivolta anche da parte degli elettori democristiani. Le ragioni dell'impegno del Pr e della Lid per gli otto "referendum contro il regime". I pericoli per la linea laica de "Il Messaggero".
(IL MESSAGGERO, 12 maggio 1974)
- Dovrebbe essere ormai possibile trarre un primo bilancio di questa campagna elettorale per il referendum sull'abrogazione del divorzio. Quali previsioni fate?
"C'è un motivo che più di ogni altri ci fa sperare in una netta vittoria laica, democratica, popolare, civile, divorzista. Ed è la campagna condotta, come un ``mattatore'' della politica oltre che come il capo d'un regime, da Amintore Fanfani. La valanga di menzogne, di volgarità inimmaginabili, di disprezzo per la maturità e la serietà dell'elettorato italiano trattato alla stregua di una massa di plebei e di pezzenti e di ``negri'' senza cultura e senza civiltà, che egli ha rovesciato sull'intera penisola, ha finalmente mostrato il vero volto delle cose.
Le frasi di Fanfani sulle mogli e sulle serve lesbiche, sui figli pederasti e drogati, sulla perversione naturale della famiglia italiana se non saranno di nuovo solo i carabinieri, i magistrati e la S. Rota ad occuparsi delle sue sventure, sono notizia di rilievo su tutta la stampa internazionale. Ieri "Le Monde", il più autorevole giornale europeo, le ha fatto campeggiare al posto d'onore, in prima pagina, malgrado l'attualità delle elezioni presidenziali francesi. Ha ragione La Malfa quando afferma che nemmeno De Gasperi avrebbe mai potuto tollerare di schierarsi in questa campagna accanto a questi temi e questa gente. D'altra parte il colpo mortale al prestigioso leader democristiano non fu provocato proprio dal tentativo, oggi realizzato, di convergenza dei vertici della DC e del MSI, contro cui egli si oppose? Solo il contraccolpo di questo episodio permise l'accantonamento di De Gasperi e dette l'avvio alla resistibile scalata del suo successore.
D'altra parte, quanti sono i leader della DC che si sono davvero impegnati in questa occasione, in prima linea? Si contano sulle dita di una mano. Noi, certo, condanniamo l'ipocrisia degli altri, la loro assoluta mancanza di onestà e di coraggio civile, il loro morboso e protervo attaccamento al potere contro ogni idea e ragione di coscienza. Ma la constatazione è importante. Pensiamo dunque che la risposta del Paese sarà adeguata all'insulto che gli è stato fatto. Se il "sì" vincesse, per il predominio di quest'uomo e del suo già gigantesco apparato di potere, in quale avventura non tornerebbe di nuovo a cadere l'Italia, dopo quella fascista? Questa osservazione vale, forse, ancora di più per i suoi compagni di partito e per molti degli elettori della DC, che per noi altri.
La campagna dei partiti laici e democratici è stata su questo punto pericolosamente debole. Solo negli ultimi giorni s'è rianimata e adeguata maggiormente. Ma, lo si sa, i diritti civili non stanno proprio a cuore ai loro vertici, come non lo siamo noi, al punto che si è tentato in questa battaglia di imbavagliarci, in ogni modo. Come voi, d'altra parte.
- Dunque, prevedete una vittoria, di quali dimensioni? E con quali conseguenze?
"La valanga di menzogne, di calunnie - cui si è replicato difendendosi anziché attaccando duramente - ha lasciato certamente le sue tracce. Fanfani e la CEI sanno che la verità è dura da ammazzare, ma che si può facilmente, quando si è potenti, nasconderla e distorcela per qualche tempo. A gennaio c'erano all'incirca due terzi di italiani a favore del "NO", un terzo appena per il "sì". I ricatti, gli anatemi della Chiesa, della CEI, contro i credenti (perché solo contro di loro, naturalmente, si sono mossi: con violenza, in fondo, con noi sono stati prudenti e quasi rispettosi), attraverso la mobilitazione contro la legge, la Costituzione, il Concordato di almeno ventimila parrocchie italiane, pagate con i nostri soldi, per il "sì" costituiscono certo un elemento che peserà sulla consultazione. Diciamo allora che dovremmo vincere con una percentuale che va dal 53 al 57 per cento, a livello nazionale. Ma è a Roma che abbiamo, per esempio, le maggiori preoccupazioni.
Quanto alle conseguenze il discorso è lungo. Se ci si limiterà a rallegrarci del passato pericolo e tutto tornerà come prima, a suon di collaborazione subalterne al governo, e di compromessi storici e perdenti all'opposizione, il regime avrà ben presto riassorbito lo smacco. Ma contiamo che la forza della speranza e la consapevolezza della forza civile delle masse dei cittadini, al di là dei tradizionali e fossilizzati schieramenti di partito, imporranno finalmente una dinamica nuova e più degna alla politica italiana. Per conto nostro abbiamo già deciso: hanno tentato di togliere una legge civile e umana, ma continuano ad imporcene una miriade di autoritarie e di anticostituzionali, di disumane crudeli e mortificanti; è ora il nostro turno, ed il nostro dovere, di cercare - con la stessa arma popolare - di abrogarle. I partiti laici tradizionali da soli e con i vecchi metodi, non potrebbero farcela come non ce l'hanno fatta per trent'anni: dobbiamo dunque raccogliere cinquecentomila firme contro il regime,
per otto referendum, a cominciare da quello contro le norme peggiori del Concordato clerico-fascista. E' un'impresa quasi disperata. Lo sappiamo. Ma confidiamo, come ieri per il divorzio (che sembrava battaglia impossibile quando la cominciammo), nello slancio, nella responsabilità della gente, di tutte le forze laiche attendemmo insieme i risultati, fiduciosi, fra musiche e discorsi, fiaccolate e poi corteo fino alla Breccia di Porta Pia, il PR e la LID raccoglieranno anche queste firme.
- Perché temete per Roma?
"Perché i dati che avevamo davano una situazione che altri hanno voluto tacere, che per noi, invece, è una verità incoraggiante e positiva. Il 70 per cento degli elettori della Destra Nazionale-MSI, ed il 35 per cento di quello della DC, erano per il "NO". Per noi questo significa semplicemente quel che abbiamo sempre saputo e affermato: che perfino il 70 per cento degli elettori di estrema sinistra sono più civili, al di là dei fuorvianti discorsi di partito dei più ``progressisti'' dei leader dc; e che l'elettorato dc è anch'esso, contrariamente ai suoi dirigenti, sensibile e d'accordo con i principi fondamentali della laicità e della tolleranza.
Poiché ci hanno imbavagliato, questi elettori sono restati senza rappresentanza. Sono stati abbandonati a loro stessi, come cittadini di secondo grado, con Almirante che ha fatto per l'ennesima volta un calcolo cinico e sbagliato, nemmeno da "fascista" storico, ma da zuavo pontificio e da ausiliario - qual è - del regime, sotto le mentite spoglie dell'oppositore. E' una stampella di second'ordine per Fanfani.
E temiamo ancora di più, per l'avvenire. Se il regime, se le corporazioni ecclesiastiche, industriali e finanziarie che lo servono e condizionano, ce la faranno, come sembra stia accadendo, ad "abrogare" come unica voce anticlericale contro il clericalismo, antifascista contro il fascismo, democratica contro anche l'antidemocrazia di tanti pretesi e potenti democratici, libera di combattere i nemici di oggi più che i fantasmi di ieri, di fare opera di verità (che oggi è rivoluzionaria più che mai), di rispettare sul piano dell'informazione anche i diritti delle minoranze politiche quali siamo (e delle maggioranze non ``silenziose'' ma oppresse, sfruttate e mortificate), Roma avrà presto un altro volto: peggiore; tetro, caotico e corrotto. Per otto anni, amici de ``Il Messaggero'', abbiamo in fondo autonomamente e spontaneamente confluito sulle più umane e progressiste lotte per una città e un paese migliori: mi sembra naturale e giusto che si tenti di farci fare, assieme, le spese per le nostre comuni vittor
ie e per i fastidi dati ai corruttori del paese, che l'hanno portato al punto in cui siamo.