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Graziosi Giancarlo, Pannella Marco - 7 luglio 1974
Marco Pannella: digiuno da 50 giorni perché non voglio buttare le bombe

SOMMARIO - I quattro motivi del digiuno: accesso della Lid e di Giovanni Franzoni all'informazione televisiva, iscrizione all'ordine del giorno della proposta di legge Fortuna sull'aborto, protesta contro il comportamento del Presidente della repubblica Giovanni Leone.

(LA DOMENICA DEL CORRIERE, 7 luglio 1974)

"Marco Pannella, è vero che lei sta digiunando da circa cinquanta giorni?"

"Sì, è la verità".

"E che digiuna perché il presidente della Repubblica Giovanni Leone non vuole riceverla al Quirinale?"

"Questa è una bugia, una calunnia nei confronti miei e di tutti i radicali italiani, una storia inventata di sana pianta dai giornali del regime...".

"Non capisco..."

"Glielo spiego: non soltanto la televisione e la radio ignorano quello che stiamo facendo. Anche i giornali, quasi tutti, fanno finta di niente, rendendosi così complici del regime democristiano. L'ultima invenzione è che io e i miei compagni stiamo facendo questo digiuno per ottenere un'udienza dal capo dello Stato. Non è vero. Anzi..."

"Sentiamo".

"Anzi, il presidente, dopo una lunga attesa da parte nostra, ha deciso proprio martedì di ricevere una delegazione di radicali e obiettori di coscienza. E io, ieri, giovedì, non ci sono andato. Proprio non ci tenevo..."

"Va bene. Ma allora, perché lei digiuna da cinquanta giorni?"

"I motivi sono quattro. Primo: la Lega italiana per il divorzio, di cui sono segretario nazionale, non ha avuto nemmeno un minuto di trasmissione alla nostra radio e televisione. Sulle reti radio e tv straniere, dalla Francia agli Stati Uniti, abbiamo avuto tre ore e quaranta minuti di tempo, complessivamente, per dire le nostre ragioni. Abbiamo vinto il referendum, nonostante tutto il divorzio è rimasto nella nostra legislazione. Vogliano che, almeno adesso, passato il 12 maggio, la Rai-Tv ci dia uno spazio di quindici-venti minuti per dire le nostre ragioni".

"Ci sono altri motivi?"

"Certo. Altri tre. Dom Franzoni, l'ex abate di San Paolo sospeso a divinis, è stato visto e ascoltato in tutta l'Europa. Solo gli italiani, utenti di radio e tv, sono stati tenuto all'oscuro di quel che è accaduto a un prete dissidente; noi chiediamo che si ripari questa palese ingiustizia, che Dom Franzoni possa parlare agli italiani attraverso la Rai Tv. Un altro motivo; il presidente della Repubblica riceve tutti, dalle attrici alle squadre di calcio, agli editori in cerca di pubblicità. I radicali invece li ha ricevuti quasi tre mesi dopo che avevano chiesto udienza. Per protestare usiamo il digiuno, anziché le bombe. Siamo dei non violenti e il sistema dimostra di avere paura di noi. Per questo tenta di metterci il bavaglio..."

"Altri motivi?"

"Sì, un ultimo motivo del nostro atteggiamento. L'11 febbraio 1973 l'onorevole Fortuna e altri quarantasei parlamentari laici hanno presentato una proposta di legge per la legalizzazione dell'aborto. Fino ad oggi, diciotto mesi dopo, la proposta di legge non è nemmeno iscritta nell'ordine del giorno della Camera. Noi radicali non chiediamo che la legge sia approvata, ma, badi, solo che sia discussa. Niente, non accade niente. Il Parlamento ha il diritto di confermare l'attuale legge criminogena - secondo l'Organizzazione mondiale della sanità, ogni anno in Italia avvengono circa un milione e mezzo di aborti clandestini! - ma prima deve discuterla, alla luce del sole. Ma non si vuole discutere. Dà troppo fastidio. Si preferisce parlare del vibrione, che l'anno scorso, con il colera nel Meridione, ha ucciso forse venti o trenta italiani!..."

"Pannella come avviene il digiuno?"

"Non restiamo a letto, certo. Continuiamo a muoversi, a lavorare normalmente. E poi non è un digiuno assoluto. Senza mangiare e senza bere un corpo umano resiste al massimo 48 ore. Noi non mangiamo niente di solido. Beviamo tre o quattro cappuccini al giorno, con zucchero. E mandiamo giù moltissime vitamine".

"Perché vitamine?"

"Perché servono ad attenuare gli effetti della mancanza di cibo, di calorie. Senza vitamine avremmo subito disturbi alla dentatura, caduta dei capelli, noie alla vista".

"C'è qualche controllo medico?"

"No, non esattamente. Voglio dire ce non abbiamo un dottore che di notte stia accanto a noi per accertarsi che non mangiamo di nascosto. La fiducia, insomma, è una cosa fondamentale. In realtà, dal 3 di maggio, prendo soltanto cappuccini e vitamine. Certo che se uno mi dà una caramellina non la rifiuto... Ma nulla più di così. Ci mancherebbe".

"Nemmeno un controllo medico sugli effetti di questo digiuno prolungato?"

"No. Abbiamo scoperto che i medici non sanno quasi niente... siamo più esperti noi, tutti insieme abbiamo fatto circa un anno di digiuno. Le posso dire, per esempio, che quando digiunai per la così detta legge Valpreda perdetti quattordici chili. Che di solito mi cala un poco la pressione. Che guadagno moralmente quello che perdo in peso. Che il mio quoziente di intelligenza non è diminuito..."

"Ma il rischio di un collasso c'è".

"Certo che c'è. Ma ci stiamo attenti. Anche questo volta speriamo di non dover finire in ospedale, con le fleboclisi. Ci tiene su la certezza di fare una cosa giusta".

"Ma dicono, soprattutto di lei: Pannella è un donchisciotte"

"Sarà. Sarò, come dicono, un fachiro per motivi ideologici. Sta il fatto che le nostre molte battaglie le abbiamo vinte. Ultima quella per il mantenimento del divorzio. Senz'armi, senza denaro - il partito radicale, al quale non sono più iscritto, e la Lid anno avuto nel 1973 un bilancio complessivo di 133 milioni di lire - senza violenza..."

"Dicono che siete due gatti, voi radiali".

"Sì, siamo due gatti. Ma facciamo paura. Come facevano paura, nel '37, gli Ernesto Rossi, gli Spinelli, i pochi oppositori veri del fascismo. Lo dico con triste fierezza. Siamo un Paese all'ultima trincea, dove è necessario digiunare come noi per ottenere quello che qualunque democrazia vera dovrebbe offrire a ogni cittadino: la libertà, l'onesta informazione, la discussione franca sui temi della nostra vita".

"Lei, Pannella, è forse l'uomo più denunciato d'Italia..."

"Senza forse. Negli ultimi sette-otto anni credo di essere stato denunciato 240 volte, L'ultima volta per questua su una pubblica piazza..."

"Questua?"

"Si. Tirando fuori una vecchia legge ci hanno accusato perché raccoglievamo fondi per la Lega italiana per il divorzio, durante l'ultima campagna elettorale. Negli stessi giorni il Parlamento, in quattro e quatt'otto, passava la legge sul finanziamento pubblico dei partiti, compreso il Msi-Dn!"

"E' stato mai in prigione?"

"Mai. Sono stato prosciolto circa 160 volte. Non ci sono, a mio nome, condanne definitive".

"Si sente un martire?"

"No, no. Anzi, di solito detesto il sacrificio dei fanatici. Non sono, non siamo dei masochisti. Edonisti, semmai... Vogliamo vivere, essere felici, in libertà".

"Lei è pessimista?"

"Pessimista nel giudizio, ottimista nella volontà. Ogni italiano deve capire che l'unico modo di cambiare le cose senza violenza è di dire no ai soprusi. Non bisogna piegare la schiena. Dobbiamo fare questo come individui, come cittadini, ognuno al proprio livello. Altrimenti diventiamo complici di chi vuol togliere all'uomo la sua dignità".

"Ha telefonato Giancarlo Graziosi"

 
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