di Marco PannellaSOMMARIO: L'appello di Marco Pannella perchè si contribuisca, anche finanziariamente, alla campagna di raccolta delle firme per il referendum abrogativo delle norme che puniscono l'aborto.
(NOTIZIE RADICALI n. 33, 3 maggio 1975)
Dicono in Inghilterra, che nessuna professione di fede sia vera e seria se non è accompagnata dall'obolo di uno scellino.
L'obolo che i radicali ci chiedono, vi chiedono, è quello di una firma che ci renda attori e responsabili d'una azione di liberazione morale, umana, sociale e politica.
Come per il divorzio s'è trattato di affidare alla coscienza, alla libertà ed alla responsabilità, all'amore di ciascuno la forza del matrimonio e della famiglia, così per l'aborto si tratta di non affidare più al giudice e al carabiniere la decisione d'una nuova vita, e alla mamma o ai "cucchiai d'oro" dell'aborto clandestino di massa e di classe la vita della donna che, in coscienza, non ritiene di poter essere in un dato momento madre.
La maggior parte di voi, cui è inviato queto bollettino, s'era impegnato con "L'Espresso" e con la "Lega XIII Maggio" a firmare la richiesta di referendum abrogativo per la depenalizzazione dell'aborto. La maggior parte di voi non ha ancora potuto o voluto farlo. Ora non c'è più un solo giorno da perdere. Se non vi recate subito a firmare, se non vi mobilitate fra amici, familiari, compagni e colleghi di lavoro non ce la faremo.
A Roma, città di ormai tre milioni di abitanti, un centinaio di persone del Partito Radicale e del Movimento di Liberazione della donna, o socialisti, repubblicani, democratici, credenti stanno dedicando tutto il loro tempo, gratuitamente, per l'intero giorno, e, non di rado, lavorando anche di notte, per consentirci di compiere questo dovere, che è anche atto di speranza in una vita ed in una società più umana.
In tal modo, recandoci in Comune o in Tribunale, o ai tavoli posti in diversi punti della città, è possibile firmare la richiesta di referendum. Ma il lavoro, la fatica, l'entusiasmo di questo centinaio di amici non può da solo bastare. Se anche abbiamo formato, dobbiamo continuare ad aiutarli, ad aiutarci. La posta in gioco è grande. La reazione rabbiosa dei clericali, dei violenti e corrotti del potere lo dimostra. Sono gli stessi che lo scorso anno hanno cercato di togliere il divorzio, che abbiamo battuto il 12 e il 13 maggio, che ora cercano una rivincita, che cercano di farci fallire.
Ciascuno cerchi di portare attorno ai tavoli, a firmare, almeno dieci altre persone, in questi giorni. Provandoci, sono certo che vi accorgerete che è facile. La gente che siamo, con la quale e in mezzo alla quale viviamo, è buona, moderna, civile: infinitamente più della classe dirigente, infinitamente più di quanto non ci si voglia far credere. Si tratta solo di vincere l'abitudine all'inerzia, alla rassegnazione, alla sfiducia in noi stessi che hanno sempre voluto imporci.
Per finire un altro invito. Da sempre riceviamo nelle nostre case ondate di bollettini dello stesso formato di questo. Come in questo, con un vaglia postale. Forse era la Pagliuca a inviarcelo, o i Celestini di Prato. O forse solo il parroco.
I radicali sono poveri, e tutti lo sanno. Non hanno che il loro tempo, il loro danaro, le loro convinzioni e le loro capacità per le loro battaglie civili. Non hanno danaro pubblico, di Stato, non fondi neri, non finanziatori potenti e ladri.
Sono indipendenti davvero. Questa loro indipendenza è un patrimonio enorme per tutti. Ma senza possibilità di agire, di nutrire e far crescere iniziative come queste, la loro indipendenza rischia di essere inerme, disarmata.
Per questo mi auguro che saremo in molti a usare il vaglia postale, o a inviare loro il danaro che possiamo e che riteniamo giusto, perché si vada avanti. Noi con loro. questa onorevole mendicità di laici va premiata. E il referendum sarà convocato e vinto.
Marco Pannella
per la ``Lega 13 Maggio - Movimento Socialista per i diritti e le libertà civili''