SOMMARIO: La corte respinge tre eccezioni di incostituzionalità presentate da Mauro Mellini nel corso del processo a carico di Marco Pannella, imputato di vilipendio al governo e di istigazione a commettere un reato per aver diffuso una mozione in cui si accusava il governo Andreotti di essere "illegale" perché privo di una maggioranza parlamentare, di aver imposto delle ``elezioni truffa'', e si invitavano gli elettori a protestare votando scheda bianca o astenendosi
(NOTIZIE RADICALI N. 90, 5 luglio 1975)
Roma, 5 luglio - Si è tenuta stamane la seconda udienza del processo a Marco Pannella per reati di vilipendio. L'avv. Mauro Mellini ha presentato tre distinte eccezioni di incostituzionalità.
La prima riguarda l'illegittimità dell'art. 290 del codice penale (reato di vilipendio del governo), che viola il diritto di un cittadino, sancito dagli articoli 3, 4 e 49 della Costituzione, alla critica politica e alla denuncia dell'operato delle istituzioni e del governo.
La seconda eccezione riguarda l'obbligo dell'esercizio di voto che urta contro il diritto del cittadino di astenersi dal voto quando ciò sia motivato e non dipendente da una mera omissione, trascuratezza, impedimento ecc. Nel caso specifico la delibera della direzione del PR che invitava i cittadini ad astenersi dal voto nelle elezioni del 72 era manifestazione di una precisa posizione politica di dissenso rispetto alle varie posizioni esprimibili con il voto. L'esercizio del voto è un dovere civico - ha rilevato Mellini - ma in quanto dovere civico deve intendersi partecipare alle elezioni, ma non quello di votare comunque (Chi oserebbe imputare i parlamentari che si astengono dal voto? ha chiesto Mellini).
La terza eccezione di incostituzionalità, riguardo l'art. 415 CP ce punisce l'istigazione alla disobbedienza, si riferisce alla sanzione per chi si astenga dal voto, dell'annotazione ``non ha votato'' sul certificato di buona condotta. La norma è incostituzionale in quanto discrimina chi ottiene il certificato di buona condotta cui viene applicato il ``marchio'' dei non votanti, da chi non lo ottiene (Tra l'altro i ministri del culto non subiscono questo esame per il rilascio del certificato di buona condotta che viene dato loro automaticamente).
Su tutte e tre le questioni di illegittimità costituzionale, la corte si è espressa dichiarandole ``manifestatamente infondate''.
A questo punto è stato ascoltato Marco Pannella, il quale ha dichiarato di aver imputazioni molto gravi, ciascuna delle quali giustificherebbe un processo autonomo. Pannella ha respinto tutti gli addebiti a lui mossi ed ha cominciato a contestarli uno per uno.
Per quanto riguarda la pubblicazione dell'articolo ``Decisa campagna per l'astensione'', Pannella ha sottolineato che esso non di articolo si tratta ma di una mozione della direzione del PR. E' semmai una notizia della mozione, che io in qualità di direttore responsabile di NR, non potevo non pubblicare. Notizie Radicali è l'organo ufficiale del Partito Radicale ed è sua specifica funzione quella di comunicare le delibere formali in cui si sostanzia l'esistenza stessa di un partito come forza politica. Non pubblicare la mozione avrebbe comportato la rinuncia a qualsiasi trasmissione all'elettorato delle posizioni del Partito Radicale, visto che una illegale ed incostituzionale decisione aveva escluso da qualsiasi diritto di accesso al monopolio pubblico della radiotelevisione le forze politiche non rappresentante in parlamento.
Per motivi connessi alla posizione di movimento politico di minoranza eravamo nel contempo esclusi da qualsiasi altra possibilità di esprimere le nostre posizioni e responsabilità a causa della nostra esclusione della dialettica dell'informazione di regime.
Alle 15 l'udienza è stata sospesa. Pannella continuerà le sue dichiarazioni lunedì nella udienza, si ritiene, definitiva.