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Pannella Marco - 10 luglio 1975
Il "problema droga" e gli altri
Marco Pannella

SOMMARIO: Il Partito radicale è impegnato per la riforma della legge sulla droga e in particolare per impedire l'entrare nel circuito carcerario e criminale dei consumatori di stupefacenti e dei tossicodipendenti. Marco Pannella fuma pubblicamente una sigaretta all'hascish per sollecitare l'approvazione di una nuova legge sulle droghe. Il Commissario di polizia Ennio Di Francesco che lo arresta, gli invia successivamente un telegramma di solidarietà per il valore dell'iniziativa. Marco Pannella dal carcere sollecita, con un articolo pubblicato da NR, una maggiore sostegno del partito all'iniziativa di digiuno del segretario del Partito Radicale Gianfranco Spadaccia.

(Notizie Radicali - Luglio 1975 da " Marco Pannella - Scritti e discorsi - 1959-1980", editrice Gammalibri, gennaio 1982)

Sono passati tre giorni dalla nostra denuncia contro il ministro della Giustizia Oronzo Reale (con rispetto palando: questo vecchio omuncolo simboleggia bene il fradiciume morale, politico, culturale del preteso "laicismo" italiano), del Direttore generale agli stabilimenti di pena, e del Presidente del Tribunale dei minori Moro, per la scandalosa segregazione a Regina Coeli di minorenni.

Ieri l'ultimo di loro ha lasciato il carcere romano. Contro la nostra denuncia, né Moro né Reale hanno osato rispondere se non - finalmente - con il rispetto della legge. Ora il problema è se la faranno franca.

In 48 ore sono state concesse otto libertà provvisorie a detenuti per "droga", cui era stata reiteratamente negata; i difensori, nelle loro richieste, avevano esplicitamente menzionato la nostra lotta, i nostri successi, i nostri obiettivi.

Abbiamo assicurato in pochi giorni, grazie a nuovi amici e compagni avvocati, difese d'ufficio a giovani detenuti imputati di oltraggio, o di piccoli furti. In tutti i casi, ora, questi ragazzi sono liberi.

Con il digiuno di Gianfranco Spadaccia, l'azione degli altri compagni del PR (un po' deludente, diciamolo: non era forse il caso di organizzare manifestazioni, azioni dirette nonviolente, iniziative analoghe alle nostre, romane, in ogni città e paese dove siamo presenti?), il "problema droga" è esploso quale fatto di immensa urgenza, come avevamo alla fine stabilito, su tutta la stampa nazionale. Penso che già ora molte vite siano state salvate, molte violenze delle istituzioni impedite. Gli stessi clamorosi arresti contro la mafia dell'eroina operati dal commissario-capo De Francesco sono stati probabilmente facilitati dal clima che abbiamo saputo creare.

Spero, mentre scrivo, che l'azione della Segreteria nazionale del PR porti i suoi frutti prima di sabato: se non otteniamo, infatti, garanzie definitive prima delle ferie estive del Parlamento, rischiamo di aver ingaggiato questa costosa anche se necessaria e ottima battaglia inutilmente. Le assicurazioni fin qui avute possono facilmente essere vanificate dalla ripresa autunnale dei lavori parlamentari.

Gianfranco mi sembra stremato: molti dimenticano, nel partito e fuori, che in un anno egli ha sostenuto un lavoro enorme; fu nella scorsa estate fra i pochi che compresero fino in fondo la necessità dell'offensiva che ritenni necessario scatenare contro il tentato assassinio del PR, delle forze laiche, di tanta parte della legalità repubblicana, e che la sostennero a fondo; ha assicurato, pur continuando a lavorare come giornalista, la direzione politica del partito in tutto questo periodo, senza nessuna sosta; è stato in galera per oltre un mese, lavorando anche in quel periodo in modo intenso ed efficace; ha in totale sommato tre mesi di digiuno, in meno di un anno. Non sentire quanto questo sia intollerabile, non comportarsi di conseguenza, è demenziale, e non radicale.

Il partito, sotto la sua direzione, è cresciuto molto e si trova sempre più a dover affrontare impegni, obiettivi, scadenze crescenti, non abbandonabili.

E' anche per questo che non ritengo possibile consentire che l'azione sulla droga gli gravi addosso, in modo pressoché esclusivo, ancora a lungo. Lo conosco abbastanza per sapere che, con lui, o il PR riesce a salvare qui e ora dalla morte le centinaia di persone che la rischiano a causa delle attuali leggi criminali e criminogene, a liberare i detenuti, i sequestrati per "uso" di "non-droga" di cui sono piene le galere, o c'è il rischio di un digiuno a oltranza, suo, di Marisa Galli, di Aloisio Rendi, di Maria Leonia Taranta.

E ci sono i cinque referendum da condurre in porto...

Mi pare che tutto questo basti, a tacer d'altro, per "rischiare", questa volta, qualche altro mese di mia detenzione. Spero di non farla, spero che tutto si sistemi in questi giorni. Altrimenti un apporto ai referendum da parte delle famiglie dei detenuti e dei compagni che sono in carcere, sia di far maturare subito l'approvazione della riforma penitenziaria. Altra battaglia che non può esser dilazionata e che dobbiamo vincere.

 
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