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Medail Cesare - 20 novembre 1975
DONNE E PROLETARI TENGONO IN GRAN CONTO I RADICALI
I molti aspetti di un clamoroso sondaggio di opinione

di Cesare Medail

SOMMARIO: L'Italia va a sinistra, ma per "un rinnovamento democratico" gli elettori sembrano inclini a spostarsi verso la sinistra non comunista.

(IL MONDO, 20 novembre 1975)

"Milano. L'Italia va a sinistra", ma come? E' l'interrogativo che non trova esauriente risposta, ma interessanti indicazioni, nel sondaggio d'opinione della Demoskopea i cui dati sono stati riportati qualche settimana fa da "Panorama". E' vero, l'inchiesta dà Berlinguer come l'uomo politico più popolare, al Pci va il maggior numero di riconoscimenti positivi, mentre a destra i liberali appaiono liquidati, i missini battuti, i socialdemcratici forse un po' meno sfaldati di quanto non sembrino a livello di eletti e dirigenti che emigrano altrove ma comunque in netto calo, così come la Dc; stazionari i repubblicani.

Ma sarebbe troppo facile sostenere che lo spostamento a sinistra vuol dire solo che Berlinguer è più simpatico degli altri e che i comunisti sono diventati, per l'immediato futuro, il partito egemone della politica italiana. Dall'indagine demoscopica esce un identikit dell'opinione pubblica orientata a sinistra molto più articolata di un semplice trasferimento di simpatie verso i comunisti dopo il 15 giugno.

Quando si è chiesto agli intervistati quali auspici elettorali riterrebbero positivi per il rinnovamento del paese questi sono stati: Pci 40 per cento, Psi 36, Dc 31, Pri 16, Psdi 13, Msi 8, Pli 6. Com'è evidente, si tratta di "voti plurimi": ogni intervistato poteva dare più di una indicazione. Il distacco fra comunisti e socialisti è esiguo rispetto alle percentuali elettorali del 15 giugno, ma proprio perché nei questionari si potevano dare più risposte, appare chiara l'indicazione per uno schieramento che abbraccia l'arco delle sinistre considerato nel suo insieme. Insomma la stragrande maggioranza che indica Pci indica anche Psi, e con questo i radicali e altre forze della sinistra extraparlamentare.

In sostanza, in tutto il sondaggio, l'intervistato di sinistra tende ad esprimere "voti plurimi", sintomo evidente del carattere d'opinione più che organizzato e militante, che il suo elettorato ha acquistato il 15 giugno.

Si può quindi rilevare che la forza specifica del partito comunista sta soprattutto nell'immagine che ha saputo proporre all'opinione pubblica più che in una adesione solida ed esclusiva alla sua politica. Ciò lascia indurre, dunque, che il distacco elettorale fra socialisti e comunisti nel nostro paese, per quanto ingente e grave possa apparire alla sinistra non comunista, è ancora tutt'altro che profondamente radicato nelle volontà e nelle preferenze dell'elettorato, che attraversa una fase di mobilità mai conosciuta nella storia della Repubblica.

Il sondaggio, ad esempio, ha mostrato in modo inequivocabile l'importanza che gli italiani danno alle lotte per i diritti civili (oltre il 70 per cento la qualificano "enorme" o "grande") e che gli intervistati ritengono che il Pci "abbia maggiormente contribuito" a tali lotte rispetto al Psi (63,1 per cento contro il 57,8) e che ancor più al Pci vada il merito di averle "condotte o promosse". Si comprende, dunque, quanto la propaganda e le tattiche del Pci siano risultate più efficaci rispetto a quelle del Psi, che più del primo ha alzato il vessillo nelle campagne per il divorzio e per l'aborto ma, evidentemente, senza che l'opinione pubblica potesse apprezzare le differenze di fondo del suo atteggiamento rispetto a quello comunista.

Per interessanti e istruttivi che siano questi dati, da soli non giustificherebbero la sorpresa dell'inchiesta. Quando sembrava ormai che il 1968 fosse passato senza assicurare sbocchi politici a movimenti nuovi e alternativi, quando il 15 giugno dava a molti l'impressione che lo sconvolgimento del referendum sul divorzio del 12 maggio 1974 si traducesse semplicemente in uno spostamento di forza fra i partiti tradizionali e quindi in un semplice anche se forte mutamento di equilibri all'interno dello stesso sistema partitico, l'impressione, in base al sondaggio, sarebbe stata errata.

Delle forze parlamentari tradizionali si affermano, o tengono le posizioni, soltanto il Pci, il Psi e la Dc, come si vede dalla tabella che pubblichiamo relativa alle forze rappresentate in parlamento. Subito dopo, però, se osserviamo l'altra tabella che comprende anche i gruppi non parlamentari, vediamo che (alla domanda "supponiamo che oltre ai partiti tradizionali si presentassero alle elezioni altre forze politiche: sempre indicando più di una lista, per quali di queste, "per assicurare un rinnovamento democratico del quadro politico italiano", potrebbe essere opportuno votare?") dopo incalzano non più l'estrema destra, tradizionale o nuova che si voglia, non più il Psdi, il Pri e il Pli, ma il movimento per i diritti civili che fa perno sul partito radicale, seguito dalle forze comprese nel perimetro extraparlamentare di sinistra o neocomunista.

La Demoskopea ha voluto esser prudente nella sua analisi, non solo per le conseguenze clamorose che, nell'identikit della sinistra, le risposte alla seconda domanda comportano, ma anche perché data la sua formulazione ("per assicurare un rinnovamento democratico del quadro politico italiano") il quesito poteva indurre l'intervistato a privilegiare le "nuove liste" a detrimento delle tradizionali.

E' interessante notare che, aumentando le liste da scegliere, aumentano e non diminuiscono le incertezze: l'"imbarazzo della scelta" non è più, qui, una formula vuota.

Vediamo ad esempio (confrontando la tabella con i soli partiti tradizionali e quella con tutte le altre forze) che l'indice di gradimento per il Pci scende del 12,2 per cento (dal 40,1 al 27,9), quello del Psi in misura minore, dell'8,8, dal 36,5 al 27,7 (quasi appaiato dunque con il Pci), mentre il Pri perde il 5,4 (dal 15,6 al 10,2).

Insomma, la tendenza a sinistra e verso formazioni nuove, con tutte le tarature e le riserve possibili, appare evidente. Quel 20,1 per cento alla Dc e quel 16,6 per cento ai radicali, se si considera che questi sono risultati conosciuti salo dal 54 per cento degli intervistati, è molto eloquente e rappresenta una spia di quello che sta mutando nel paese che non può essere interpretato solo come un rafforzamento della forza di sinistra più organizzata, il Pci.

Per esempio, dato curioso, il 17,5 per cento si dichiara personalmente "disposto in qualche modo a incoraggiare o sostenere per assicurarne la presenza in parlamento" Marco Pannella, che pure risulta conosciuto solamente dal 44,6 per cento degli intervistati, così come c'è un 40 per cento di coloro che conoscono l'esistenza del partito radicale che vorrebbero vederlo rappresentato alle camere.

Certo, da parte della sinistra non comunista, non c'è da cullarsi sugli allori non colti e solo ipotetici di un sondaggio: comunque proprio la profonda incertezza che emerge da questa indagine deve rendere avvertiti i politici che forti cariche polemiche, di rivolta, di emotività sono in circolazione. E, in questi casi, è sempre storicamente possibile che si riversino alla fine in direzione diversa rispetto a quella verso la quale sembrano volersi dirigere, specie se non vi trovano lo sbocco che cercano.

Tavola comprendente anche le forze estraparlementare

Supponiamo ora che, oltre ai partiti tradizionali, si presentino anche alle elezioni le altre forze politiche non rappresentate in parlamento e di cui abbiamo parlato. Sempre indicando più di una lista, mi indichi per quali di queste, per assicurare un rinnovamento democratico del quadro politico italiano, potrebbe essere opportuno votare?

Democrazia cristiana 20,1

Partito comunista 27,9

Partito socialista 27,7

Movimento sociale destra nazionale 5,6

Partito socialdemocratico 9,1

Partito liberale 4,3

Partito repubblicano 10,2

Movimento di comunione e liberazione 4,3

Lotta continua 7,9

Movimento per una nuova Repubblica 4,1

Movimento di alleanza laica 2,8

I radicali e il movimento dei diritti civili 16,6

Organizzazione comunista avanguardia operaia 6,4

Partito di unità proletaria per il comunismo 12,1

Un nuovo movimento chiaramente di destra 2,8

Non so, non voglio rispondere 18,8

Nessuno di questi 9,3

Tavola con solo i partiti tradizionali

Se si votasse domani con l'intenzione di assicurare il massimo di rinnovamento democratico della vita politica italiana, a prescindere da quello che sarà il suo voto, per quali di questi partiti - ne indichi pure più di uno - lei pensa che sarebbe augurabile una grossa affermazione?

Democrazia cristiana 30,9

Partito comunista 40,1

Partito socialista 36,5

Movimento sociale destra nazionale 7,8

Partito socialdemocratico 12,8

Partito liberale 6,4

Partito repubblicano 15,6

Non so, non voglio rispondere 13,8

Nessuno di questi 2,4

 
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