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Pannella Marco - 1 dicembre 1975
Arrivederci in tribunale
Marco Pannella

SOMMARIO: L'organo del Partito Repubblicano Italiano, "La Voce Repubblicana", pubblica un corsivo diffamatorio sulla richiesta di Marco Pannella di iscriversi al PSI. Afferma, fra l'altro, che Pannella nel 1972 avrebbe "brigato la candidatura alle elezioni politiche nel PRI". Pannella, nell'annunciare la sua querela, polemizza duramente con il PRI, "una banda di responsabili di menzogne, di peculati, di corruzione attiva e passiva".

(Notizie Radicali - dicembre 1975 da " Marco Pannella - Scritti e discorsi - 1959-1980", editrice Gammalibri, gennaio 1982)

La Voce Repubblicana ha dedicato un lungo corsivo alla mia richiesta di iscrivermi al PSI. Per molti anni questo foglietto di regime ha ricambiato (con lo zelo di servi convinti di avere anche il privilegio dell'impunità) i lerci finanziamenti che ne hanno reso possibile l'uscita.

Ora continua, grazie anche ai fondi estorti a noi tutti con una vergognosa legge votata da tutti i partiti, dal MSI al PCI, dal PSI al PRI. Il corsivo ha per titolo "Pannella nel PSI", e per occhiello "Un successo repubblicano".

Non intendo rispondere se non sommariamente, in questa sede ai lerci signorini che usurpano il nome, gli ideali, le tradizioni, oltre che gli stipendi, del PRI. Assicurano che nel 1972 avrei brigato la candidatura alle elezioni politiche nel PRI. Sono d'accordo con loro: questo fatto sarebbe stato significativo e grave. Dirò di più: offensivo e ignobile per me e i miei compagni. Poiché, quando si afferma qualcosa, una qualche prova si deve pure avere, darò loro modo di fornirla nelle sedi opportune, senza di che saranno condannati come diffamatori: è diffamazione, infatti, affermare che avrei voluto essere candidato di una banda di responsabili di menzogne, di peculati, di corruzione attiva e passiva, di comportamenti fascisti e totalitari al proprio interno.

Questi non sono insulti, ma definizioni adeguate e appropriate per chi usa i metodi di gestione del PRI che tutta la stampa nazionale ha conosciuto e indicato per nostra iniziativa al recente Congresso di Genova: per chi è responsabile dei comportamenti per i quali i massimi dirigenti di partito hanno ricevuto avvisi di reato: per chi otteneva centinaia e centinaia di milioni dall'AGIP e da Eugenio Cefis, oltre la normale pubblicità, a titolo di "pubblicità redazionale", cioè di sovvenzione ai giornalisti "repubblicani" (che ne facevano?): per chi pretende di denunciare, con altri, gli scandali dei "superburocrati" e poi ha fra i suoi massimi collaboratori "superburocrati" come Di Falco; per chi pretende di far esplodere lo "scandalo" dei superstipendi della Camera dei deputati e lo fa avendo Paolo Ungari capogabinetto del vicepresidente del Consiglio, e Tonino Maccanico vice segretario generale della Camera: per chi, negli anni scorsi, contribuì a rinnovare privilegi ignobili e incredibili come quelli dei g

abellieri della Sicilia; per chi ha esponenti nazionali individuati come tanto "imprudenti" da favorire, certo inavvertitamente, assassini mafiosi dopo aver, negli anni precedenti, fatto graziare o scarcerare mafiosi calabresi...

Continuerò nell'elencazione appena ne avrò tempo. A questo punto, mi sembra, i lerci signorini della Voce Repubblicana hanno anch'essi da chiedermi le prove delle accuse che elevo contro di loro e dei loro protettori e complici.

Sappiano La Malfa e Biasini che non si è nemmeno personalmente onesti quando si tollerano disonestà e aggressioni continue a chi onesto ha la pretesa di essere, proprio per questa sua onestà.

La Voce sfiatata del regime mi chiede anche, indirettamente, di impegnarmi contro le lottizzazioni radio-televisive, ora che ho inoltrato domanda di iscrizione al PSI. Nei pochi minuti che mi furono concessi la settimana scorsa, ne approfittai per dichiarare alla Rai che la Rai-Tv riformata si sta comportando come se fosse constituita solamente da una "banda di clericali che hanno terrore della verità". Ho, sempre in quella occasione, risposto al "moderatore" che mi interrompeva, che avrei ripetuto l'affermazione anche dinanzi a Finocchiaro. "Presidente" anche se è un compagno socialista. Non ho quindi bisogno dell'esortazione di coloro che se rubano politicamente denaro dichiarano di farlo per la grandezza della Repubblica, sempre disposti invece ad accusare gli altri di farlo per disonestà e personale tornaconto o tradimento del socialismo.

Posso aggiungere che continuerò e continueremo nella nostra denuncia contro l'uso fascista e repubblicano della Rai-Tv anche se Sergio Telmon avesse un posto. Al contrario dei repubblicani, i quali sono fra i principali lottizzatori di tutto quello che passa loro a tiro e si sono ridotti, ormai, al più sensazionale degli uffici di collocamento, ben più della DC. Piazzano gente e riscuotono stipendi ovunque. E, pur di riscuotere il loro salario di servi, lo fanno con chiunque.

Bene, c'è, mi sembra, roba in abbondanza per ritrovarci in tribunale. Arrivederci lì, stupidi diffamatori.

 
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