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Guiducci Roberto - 4 dicembre 1975
GUIDUCCI CHIEDE DI ENTRARE NEL PARTITO RADICALE
Accusando il Psi di "reticenza" sul problema dell'aborto

SOMMARIO: Per impedire il referendum sull'aborto, i gruppi parlamentari tentano di far approvare direttamente in Commissione un testo di legge che i promotori del referendum definiscono truffaldino. Per protesta il deputato socialista Loris Fortuna annuncia le sue dimissioni. L'urbanista socialista Roberto Guiducci si associa alla protesa di Fortuna e "chiede di entrare nel Partito radicale".

(IL MONDO, 4 dicembre 1975)

Sta accadendo qualcosa di molto strano nel Psi. Una sua parte, purtroppo larga, stanca di un centrosinistra insostenibile da anni, ma intimorita dal possibile compromesso storico tra Dc e Pci, sta tentando un supercompromesso storico che porti il Psi ad una funzione mediatrice fra le due grandi Chiese che, confermandosi come Chiese, si sono dichiarate contrarie alla liberalizzazione laica dell'aborto.

"Il Psi, che dovrebbe essere il massimo partito della laicità, della programmazione democratica, del decentramento del potere, dei diritti civili ecc., opera all'``estremo vertice'' con distacco ``vertiginoso'' dalla società civile oppressa. Infatti proprio il Psi non è più alla testa di quella ``parte più oppressa degli oppressi che è la enorme maggioranza delle donne dei movimenti femministi'' e sembra disposto a ``trattare'' perché ``la liberalizzazione totale dell'aborto'' si restringa e si strangoli in una legge limitativa, frutto mascherato di un accordo a tre, qualsiasi possano essere le apparenze e le tattiche.

"Proprio il Psi" continua, "che attraverso alcuni suoi uomini e gruppi aveva rotto ogni compromesso per affrontare il referendum sul divorzio, vuole negare il se stesso migliore? I dirigenti socialisti di ogni corrente, anche di sinistra, stanno dando l'impressione di essere reticenti e di non essere disposti ad affrontare una nuova battaglia, come se fossero un ceto intermedio preoccupato principalmente di equilibri di potere e di ricerca di consenso, attraverso manovre dall'alto.

"Ma il massimo consenso non alle persone, ma la socialismo non era venuto proprio al momento del referendum sul divorzio, quando i suoi promotori non ebbero bisogno di nutrire né clienti né lanzichenecchi per ottenere voti ``gratuiti e liberi'' da parte del 60 per cento della società civile italiana?

"Cosicché, sostenendo l'importanza dei referendum sia per il loro specifico contenuto, sia per l'esercizio di democrazia diretta che consentono, mi trovi nel Psi, con tanti altri compagni di base, come isolato nel continuare a chiedere un comportamento socialista che mi sembra elementare: stare dalla parte del non potere, seguire la spinta delle classi oppresse, accettare e sostenere, in questo caso, l'egemonia femminista che vuole la liberalizzazione dell'aborto."

Quali prospettive si offrono alle minoranze dissenzienti ed in particolar modo agli intellettuali?

"Potrei protestare" risponde Guiducci "e chiudermi in un splendido isolamento, ma non posso e non devo. Continuerò, dentro il Psi, a lottare perché questa forza si riformi e continui ad essere al servizio delle classi oppresse. Ma sento anche il bisogno di trovare un punto di riferimento dove si faccia una politica socialista senza potere, senza clientele, senza compromessi, per lottare per una società senza stato e senza autocrazia, per una società civile autogestita, per la formazione di un fitto tessuto di consigli in tutte le istituzioni, per una consultazione continua e una costituente aperta e permanente della totalità della società civile oppressa.

"Per questo ho bisogno di nuovi compagni, oltre quelli che ancora ho, ed ho chiesto di poter entrare nel partito o, meglio, nel movimento radicale."

 
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