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Cicciomessere Roberto - 12 dicembre 1975
ENTRO GENNAIO PRONTE LE LISTE!
Né avventurismo né bluff ma scelta seria e responsabile

di Roberto Cicciomessere

SOMMARIO: La decisione di preparare la presentazione delle liste radicali rappresenta una rigorosa prova per la crescita organizzativa e qualitativa del partito. Raccogliere in un mese 150.000 prefirme di presentazione. Fondare sulla difesa del referendum e i progetti di legge di iniziativa popolare l'adesione alle liste.

(NOTIZIE RADICALI N. 221, 12 dicembre 1975)

Oggi, in occasione della drammatica battaglia contra la "legge truffa" sull'aborto, appare in tutta la sua rilevanza politica la decisione del XV congresso nazionale del Partito radicale di preparare le liste elettorali per tutte le circoscrizioni e collegi entro primi di febbraio.

Mai come oggi infatti la strategia comunista del "compromesso storico" ha ormai eliminato gli ultimi spazi di azione di una forza socialista, libertaria, risolto le contraddizioni dell'avversario di classe, la Dc, entro le quali avevano nel passato trovato occasioni per imporre i contenuti alternativi delle battaglie per i diritti civili.

La lotta per l'istituzione del divorzio, quella per il referendum, quelle per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza, il voto ai diciottenni, la depenalizzazione della droga, le iniziative anticlericali, antimilitariste, contro il racket dell'assistenza, avevano trovato sostegno e forza nelle contraddizioni della Dc costretta sempre più a farsi paladina di valori illiberali e ad accrescere così il suo distacco dalla coscienza civile del paese altra parte del ruolo di partito d'opposizione del Pci e nelle contraddizioni del Psi che alla fine erano costretti ad appoggiare, seppur malvolentieri, le nostre battaglie quando ormai avevano coinvolto l'opinione pubblica.

Con la crisi della Dc e l'affermazione elettorale del Pci, la strategia del compromesso storico ha trovato ormai i tempi e le occasioni per manifestarsi a livello di governo con una precisa operazione di puntello del governo Moro e della stessa credibilità del partito di regime.

Sull'aborto il Pci, in perfetta coerenza con questo disegno politico che lo vede a sostegno dei governi vacillanti che la Dc potrà inventare e nello stesso tempo come elemento condizionante per la loro stabilità, si muove come un carro armato schiacciando le conquiste del movimento delle donne, perfino le indicazioni dell'Udi per consentire alla Dc una sconfitta onorevole e quindi impedire il referendum che ricreerebbe ancora uno scontro nel paese fra le forze democratiche e la Dc isolata in compagnia dei fascisti. Bufalini lo ha detto chiaramente che per nessun articolo della legge, nemmeno quelli che ormai la maggior parte dell'opinione pubblica ritiene essenziali per riconoscere i diritti delle donne ed impedire l'aborto clandestino e di classe, il Pci intende unirsi con tutti gli altri partiti laici in uno scontro frontale e di rottura con la Dc.

E il Psi? Se da una parte si fa portavoce delle richieste delle donne, dei movimenti femministi, dell'opinione pubblica per l'aborto libero e gratuito, dall'altra, ha assunto un atteggiamento parlamentare che con la rinuncia all'ostruzionismo e alla lotta nel paese rischia di avallare nei fatti il compromesso Dc-Pci sull'aborto. Il Psi ha avuto solo la furbizia di invertire i ruoli che nell'aprile scorso lo costrinsero a votare per l'infame legge Reale con l'opposizione solo a parole del Pci che, in effetti, con la rinuncia alla lotta parlamentare e nel paese contro la legge, costringeva nei fatti i socialisti a non provocare la crisi di governo e quindi ad assumersi la parte di impopolarità conseguente. Oggi le parti sono invertite con il Psi che agita la bandiera dell'aborto libero e gratuito ma che, con la rinuncia alla lotta e soprattutto al referendum, consente e costringe il Pci a sostenere in prima persona la legge truffa ed il compromesso con la Dc.

Siamo perciò, come è stato più volte affermato nel recente consiglio federativo, all'ultima spiaggia per le battaglie radicali e libertarie.

La proposta del compromesso storico non ha contraddittori rilevanti nella sinistra. E di certo le dichiarazioni del Psi per una strategia alternativa, a tempi lunghi, quasi infiniti, non sembra oggi credibile proprio a partire dal comportamento reale assunto da questo partito perfino in battaglie, come quella dell'aborto, per le quali aveva contribuito sostenendo la raccolta delle firme per il referendum.

Né del resto l'ottuso settarismo e neoleninismo dei gruppi della "sinistra rivoluzionaria" consente loro di dar corpo ad una proposta unitaria e di massa alternativa all'attuale equilibrio di regime.

Abbiamo quindi solo noi radicali l'impegno storico di rappresentare nella prossima campagna elettorale, nel prossimo Parlamento la posizione teorica ed i contenuti dell'alternativa socialista e libertaria all'attuale classe dirigente.

Dovremo tentare, così come ci indica la mozione del XV congresso nazionale, tutte le strade per dar corpo alle speranze alternative e socialiste presenti nella maggioranza dei militanti e simpatizzanti del Psi; non daremo per scontata fino al giorno delle elezioni l'indisponibilità dell'attuale classe dirigente socialista ad una strategia realmente alternativa che preveda come primo obiettivo il profondo rinnovamento della struttura di questo partito. Ma proprio perché la nostra scelta di sostegno al Psi non sia obbligata, conseguenza necessaria di nostre carenze organizzative, dobbiamo muoverci fin d'ora per la preparazione delle liste elettorali in tutto il territorio.

E' questo un impegno particolarmente duro: dovremo raccogliere in un mese circa 150.000 prefirme di presentazione delle nostre liste e soprattutto costituire il partito in tutte quelle zone d'Italia dove fino ad oggi non abbiamo avuto una presenza organizzata. Le nostre iniziative di lotta per la difesa del referendum, per la raccolta di un milione di firme sui progetti di legge di iniziativa popolare per l'applicazione della costituzione e l'abrogazione delle leggi fasciste, clericali, militariste dovranno essere condotte insieme e rappresentare i contenuti di lotta sui quali chiedere il sostegno alle nostre liste.

Ma saremo inizialmente isolati ed il compito si presenterà talmente difficile da stimolare fughe ed abbandoni.

Ciò che potrà darci la forza di portare a compimento l'ultima battaglia del Partito radicale a partire dalla quale con il fallimento, dovremo riconoscere la fine di un progetto politico ormai datato da dieci anni, è la convinzione che un nostro successo politico muterà radicalmente il quadro politico del paese e darà corpo alle speranze, alle utopie, che da anni andiamo coltivando umilmente ma con orgoglio nel Partito radicale.

 
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