SOMMARIO: La proposta avanzata dal Partito radicale al Partito Socialista Italiano per un impegno comune di alternativa democratica fondato sulla battaglia per la depenalizzazione dell'aborto, su una campagna per la raccolta di un milione di forme su progetti di legge d'iniziativa popolare di difesa dei diritti civili e di attuazione della Costituzione.
(NOTIZIE RADICALI n. 240, 31 dicembre 1975)
"E' possibile un impegno comune di socialisti e radicali da qui alle elezioni politiche? Si parla molto di area socialista e della necessità di riequilibrare la sinistra italiana, rafforzando la componente socialista. Per quanto ci sforziamo di guardarci intorno oggi vediamo però due soli possibili poli di forza socialista: quella tradizionale organizzata storicamente, politicamente ed elettoralmente nel PSI, e quella nuova creata e organizzata dal Partito Radicale e dai movimenti per i diritti civili che con il Partito Radicale sono federati o che ad esso comunque fanno riferimento. Al di fuori di questi "poli" vediamo solo forze paleo - o neo-leniniste - (tali sono senza alcuna eccezione tutte forze extraparlamentari), oppure collettivi, associazioni, movimenti che sono, tutti, egemonizzati se non controllati, dal PCI.
Se si vuole dunque l'unità e il rafforzamento dell'area politica-elettorale e della componente ideale-politica socialista libertaria della sinistra italiana, è da qui che bisogna partire: dal tentare di assicurare, qui ed ora, al più presto e possibilmente subito, l'impegno comune e la più stretta integrazione anche organizzativa di socialisti e radicali.
Il primo impegno comune è già cominciato e deve proseguire le prossime settimane sull'aborto libero e gratuito: lo verificheremo nella lotta che dovrà essere ingaggiata contro la legge-truffa Del Pennino-Bozzi-Mammì-Altissimo, al momento del confronto in aula alla Camera.
Il secondo impegno comune che, come radicali, proponiamo al congresso socialista, è quello di lanciare e promuovere insieme una campagna per la raccolta di un milione di firme intorno a uno o più progetti di legge di iniziativa popolare rivolti ad assicurare nel campo dei diritti civili la piena attuazione della Costituzione.
E' lo stesso progetto che nel 1974 e nel 1975 abbiamo portato avanti con la campagna per i referendum popolari e che finora ha avuto successo solo per l'aborto e per la riforma della RAI-TV (per il primo è stato promosso il referendum; per la seconda è intervenuta una sentenza della Corte costituzionale). L'anno prossimo non saranno possibili richieste di referendum perché sarà l'anno che precede le elezioni politiche. Per questo proponiamo il ricorso allo strumento delle proposte di legge di iniziativa popolare. Nessuno potrà trovare in questo strumento quelle caratteristiche antiparlamentari che si è preteso di trovare nello strumento referendario. Il destinatario delle proposte di legge sarà il Parlamento: il nuovo Parlamento a maggioranza democratica, laica, repubblicana, socialista della prossima legislatura. Noi proponiamo che lo sia e lo diventi dietro la spinta di un vasto movimento di base, popolare, socialista e libertario che si concreti nella raccolta di oltre un milione di firme: per l'abolizion
e del Concordato (o delle sue parti più chiaramente incostituzionali), dei tribunali militari, dei codici militari (o per la loro radicale trasformazione), per l'abolizione della legge Reale sull'ordine pubblico, oltre che per l'istituzione del sindacato di polizia e per l'affermazione dei diritti politici, civili e sindacali dei militari.
Noi crediamo che intorno a questi obiettivi e su questa mobilitazione popolare, che preluda a conseguenti impegni programmatici parlamentari del partito socialista, per l'attuazione della Costituzione, sia possibile subito un impegno comune di tutti i socialisti e i libertari.
Ma intanto ai compagni socialisti chiediamo di presentare nei loro congressi di sezione e di federazione delle mozioni che impegnino gli organi del loro Partito ad essere protagonisti ed attori, insieme ai radicali, di questa iniziativa. E ai compagni delle diverse associazioni radicali chiediamo di presentare questa iniziativa a tutti i congressi socialisti sezionali e provinciali che si svolgeranno nelle loro città."