SOMMARIO: L'impegno contro la legge-truffa sull'aborto che i partiti del "compromesso storico" stanno tentando di far approvare alla Camera dei deputati per impedire lo svolgimento del referendum. Il ruolo fondamentale che potrebbe assumere il Psi per ostacolare tale disegno..
(NOTIZIE RADICALI n. 240, 31 dicembre 1975)
Il disegno di giungere alla votazione di una legge-truffa sull'aborto con l'assenso socialista, o almeno con i socialisti rassegnati a recitare il ruolo di oppositori di comodo durante il dibattito per poi arrivare a votare a favore della legge, non è riuscito. Alle commissioni sanità e giustizia della Camera non è andata come nel Comitato Ristretto. Qui i comunisti hanno trovato socialisti diversi dai Signorile, dalle Maria Magnani Noya e dai Musotto. Hanno innanzitutto trovato il compagno Franca che non si è lasciato spossessare delle sue funzioni e prerogative di Presidente della seduta congiunta delle due commissioni e ha rifiutato di trasformarsi in notaio della maggioranza democristiana e comunista che a un certo punto di fatto si era costituita. Hanno poi trovato, nel direttivo del gruppo, compagni come Artali, Ruggero Orlando, Felisetti, lo stesso Achilli, per citarne solo alcuni. E hanno trovato naturalmente Loris Fortuna.
Si è dunque andati allo scontro sull'art. 2, quello della casistica e la sconfitta dell'emendamento socialista ha determinato le dimissioni dei relatori socialisti Signorile e Musotto. Lo scontro si è riproposto sull'art. 5, nonostante il pateracchio studiato dai repubblicani Del Pennino e Mammì e dai liberali Bozzi e Altissimo. Si è giunti infine al voto conclusivo con il voto favorevole dei comunisti, repubblicani e liberali, l'astensione democristiana e il voto contrario di socialisti e socialdemocratici.
I giochi dunque non sono ancora fatti. C'è ancora la possibilità di battere la legge-truffa e di ottenere o il regolare svolgimento del referendum o una legge che garantisca la libertà di scelta della donna e elimini questo ignobile pastrocchio legislativo prodotto dai compromessi parlamentari di democristiani, comunisti, liberali e repubblicani. Tutto dipenderà dalla battaglia che socialisti e radicali sapranno sviluppare e condurre, con intransigenza, nelle prossime settimane.
Se questa battaglia sarà condotta con durezza e con intransigenza, sarà possibile sconfiggere i deteriori compromessi parlamentari e ricostruire introno alle posizioni socialiste, radicali, libertarie dell'aborto libero e gratuito uno schieramento laico vincente. In questa maniera qualcosa è già stato ottenuto. Molto di più potremo ottenere. Accettando invece la strada della trattativa e del compromesso, si lavora solo per la liquidazione delle posizioni socialiste e radicali, e per la liquidazione del diritto di autodeterminazione della donna. E' certo che se avessimo lasciato i Signorile e le Magnani Noya operare indisturbati, se Loris Fortuna non avesse gettato sul piatto della bilancia le proprie dimissioni dalla direzione socialista e dal Parlamento, se il Partito Radicale non avesse denunciato con durezza i compromessi raggiunti nel comitato ristretto, la battaglia per l'aborto libero e gratuito sarebbe stata da tempo persa irrimediabilmente, socialisti e radicali sarebbero oggi in polemica fra loro, d
ivisi ma entrambi sconfitti, le loro posizioni e proposte politiche e legislative definitivamente liquidate.
La prima necessità è vigilare e lavorare perché ciò che è stato conseguito nei lavori di commissione non sia compromesso. I comunisti hanno avvertito il costo che questa operazione può comportare per il loro partito. Hanno dato inizio perciò ad una massiccia compagna di propaganda sui loro giornali, con i manifesti murali, nelle sezioni. E' una campagna che viene condotta con gli stessi sistemi di quella che fu lanciata per spiegare e difendere il "compromesso Carettoni" sul divorzio; giocando anche sull'equivoco, sulla disinformazione, anche sulla menzogna. Mentre nella Camera ci si dichiara contrari per ragioni di principio alla libertà di scelta della donna, nei manifesti murali si scrive che con la legge approvata in commissione sarà la donna a decidere "con l'assistenza del medico". Si innalzano quindi cortine fumogene che devono servire ad impedire ai compagni di base di valutare con cognizione di causa la gravità dei compromessi raggiunti, l'assurdità delle soluzioni proposte, l'enormità dei poteri ri
conosciuti al medico.
Queste situazioni possono essere ancora rovesciate. I democristiani non vogliono il referendum. I comunisti, con il realismo che li contraddistingue, possono ancora una volta modificare anche radicalmente le loro posizioni. L'opportunismo dei partiti laici minori può essere smascherato e battuto. Ma perché questo si verifichi sono necessarie due condizioni:
1) che la campagna orchestrata dai comunisti sia controbattuta da una campagna altrettanto efficace condotta da socialisti e radicali. Ciò finora non si è verificato. Di fronte agli attacchi dell'Unità e di Rinascita, l'Avanti! è rimasto silenzioso. La Lega 13 maggio, Loris Fortuna, il Partito Radicale sono stati lasciati soli a condurre la campagna per l'aborto libero e gratuito nel paese. Esponenti socialisti come Signorile, continuando nella loro azione disgregatrice delle posizioni socialiste, non trovano nulla di meglio di fare che mobilitare la corrente di sinistra socialista contro i radicali e contro il loro preteso "terzaforzismo laico e anticomunista". Occorre pertanto la mobilitazione di tutte le federazioni socialiste e di tutte le associazioni radicali per manifestazioni comuni per la difesa del referendum e per una legge che assicuri l'aborto libero e gratuito. Occorre in coincidenza con il dibattito in aula alla Camera una grande manifestazione unitaria socialista, radicale, femminista;
2) che la battaglia sia condotta in Parlamento dai parlamentari socialisti avvalendosi di tutti i mezzi previsti dalla procedura, senza timori di essere accusati di ostruzionismo. Chi non vuole il referendum, deve avere un solo mezzo e una sola possibilità per evitarlo: quella di concedere la liberà di scelta della donna. Non è vero quindi che il referendum è l'unica prospettiva che proponiamo. Esiste anche la possibilità di arrivare ad una legge che assicuri l'aborto libero e gratuito, in questa legislatura e negli attuali rapporti di forza parlamentari. Ma, con buona pace degli on. Signorile, l'unica possibilità di raggiungere questo obiettivo è legata all'intransigenza con cui ci si batterà, per la difesa del referendum, contro questa legge-truffa Bozzi-Del Pennino-Mammì-Altissimo (i quattro padrini liberalrepubblicani che l'hanno tenuta a battesimo).