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Pannella Marco - 1 gennaio 1976
Stalinismo giornalistico
Marco Pannella

SOMMARIO: Il quotidiano romano PAESE SERA, d'ispirazione comunista, apre una campagna di linciaggio nei confronti dell'avvocato e consigliere regionale Franco De Cataldo, iscritto radicale e repubblicano, colpevole di difendere alcuni imputati dell'organizzazione di estrema destra "Avanguardia Nazionale". Marco Pannella ricorda che la decisione di opporsi all'uso fascista della giustizia con l'alibi dell'antifascismo è stata assunta dal Partito radicale. Il linciaggio nei confronti di De Cataldo è in realtà finalizzato ad impedire la costituzione di una giusta di sinistra alla Regione Lazio.

(Notizie Radicali - Gennaio 1976 da " Marco Pannella - Scritti e discorsi - 1959-1980", editrice Gammalibri, gennaio 1982)

Per due giorni, una lurida e ignobile aggressione antiradicale e antidemocratica di Paese Sera ha avuto libero corso, e si è conclusa stamane con l'assunzione di paternità dell'intero giornale.

Ha cominciato, a titolo personale, tale A.T., il cui nome può essere probabilmente ritrovato tra i libri paga dell'amministrazione provinciale della destra petrucciana e clerico-fascista. Scrivendo sulla crisi della Regione, unico di tutta la stampa, ha escluso il compagno De Cataldo dal possibile schieramento di sinistra. Tutti sanno che il PCI a Roma teme sopra ogni altro un evento del tipo di quello accaduto al comune di Milano che lo costringa, per iniziativa del PSI, a una giunta di sinistra invece che a un "centro-sinistra" aperto. Poiché De Cataldo, da radicale e da repubblicano, andato alle elezioni proprio con questo professato obiettivo, in procinto di essere espulso dal PRI per questo motivo, non può essere candidato a pieno titolo come componente di una possibile maggioranza di sinistra, Paese Sera attraverso A.T., risolve il problema in modo stalinista e fascista che dir si voglia: si cerca di linciare Franco De Cataldo. Lo si fa nel più lercio e ipocrita dei modi: è presente anche lo stile che

usano i clericali per regolare i conti fra loro, oltre che con gli avversari esterni.

A questo, a nome della Lega 13 maggio, e non solo personale, rispondo per parte mia con questa affermazione:

1) E' noto a tutta la stampa democratica che la decisione di opporsi all'uso fascista della giustizia con l'alibi di un processo di opinione contro dei fascisti è stata presa dal Partito radicale, della Lega 13 maggio, con delibere pubbliche dei loro organi direttivi nazionali, con un appello ai democratici e un'analisi della vicenda.

2) E' altresì noto che solo l'avv. Mellini aveva assunto la difesa di uno degli imputati di Avanguardia Nazionale, mentre l'avv. Franco De Cataldo si era limitato ad accogliere in linea di principio l'invito del PR e della Lega 13 maggio, ma non aveva ancora accettato alcuna difesa nel processo anzidetto.

3) E' noto che, a più riprese, Paese Sera fino a qualche mese fa ha interpellato Franco De Cataldo nelle sue inchieste sulle leggi e sul funzionamento della Giustizia, sempre presentandolo come avvocato e giurista democratico, di particolare valore e autorevolezza.

4) E' noto che, al pari di ogni altro avvocato radicale e libertario, Franco De Cataldo ha in passato, a più riprese, accettato la difesa di fascisti, neofascisti, paleofascisti, contro il fascismo delle leggi, contro il fascismo delle istituzioni. Mai, finora, anche sotto la direzione di Tommaso Smith, di Mario Melloni, di Giorgio Cingoli, aveva anche solamente criticato in proposito alcun avvocato radicale.

Ciò ricordato e precisato, a norme della Lega 13 maggio - Movimento Socialista per i diritti e le libertà civili, così rispondo a Paese Sera:

a) Alla vigilia delle elezioni amministrative e forse politiche, con l'attacco a Franco De Cataldo si è iniziata una campagna di linciaggio del Partito radicale da parte di un organo cripto-comunista. Se il PCI intendesse davvero muoversi in tal ignobile modo, noi, senza scendere a luridi falsi e diffamazioni, risponderemo a tono: se vi sono responsabilità, se vi sono complicità con il clerico-fascismo a Roma, queste non sono nostre, sono di altri.

b) L'attacco di Paese Sera non è altro che il tentativo di stroncare sul nascere la proposta di una giunta di sinistra alla Regione, come domani al comune, proposta per la quale esisterebbe già in assemblea regionale la maggioranza relativa, e forse assoluta, di voti.

c) Poiché fino a prova del contrario escludo che Arrigo Benedetti, direttore del giornale, sia stato al corrente della dichiarazione ufficiale fatta da A.T. a nome di Paese Sera, ritengo che si tratti di un tentativo di una parte dei redattori, più o meno ideologicamente e politicamente legati alla situazione di potere a Roma, di costringerlo a coprire col suo nome attacchi e metodi che nessuno dei suoi predecessori, pur in altre condizioni storiche e politiche, avrebbe probabilmente tollerato.

d) Chiedo se non vi sia fra i redattori di Paese Sera specializzati in linciaggi fascisti, qualche stipendiato dalla Provincia di Roma, con alte responsabilità propagandistiche della giunta petrucciana e clericale.

Questa storia può chiudersi solamente con le scuse pubbliche, senza riserve, di Paese Sera al Partito radicale, alla Lega 13 maggio, a Franco De Cataldo. Altrimenti affronteremo la congiura di regime che sicuramente calerà sulla stampa, fino a che l'opinione pubblica non avrà avuto modo di essere informata sulla realtà dei fatti e di giudicare.

 
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