SOMMARIO: Le dichiarazioni dei deputati Felisetti, Reggiani e Quilleri a proposito della prassi della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera in presenza di reati di diffamazione. La Giunta non aveva concesso l'autorizzazione a procedere in giudizio contro il deputato socialdemocratico Luigi Preti che aveva scritto un articolo in cui definiva Marco Pannella "fiero difensore dei pederasti (categoria alla quale egli si vanta di appartenere), dei drogati e generi diversi''
(NOTIZIE RADICALI n. 54, 24 febbraio 1976)
Roma 24 febbraio 1976 - N.R. - ``...ha preso tra l'altro la parola l'estroso segretario del Partito Radicale, Marco Pannella, fiero difensore dei pederasti (categoria alla quale egli si vanta di appartenere), dei drogati e dei generi diversi...'', così scriveva l'on. Luigi Preti, il 24 ottobre 1974, in un articolo pubblicato dal quotidiano bolognese ``Resto del Carlino'', diretto allora da Girolamo Modesti e di proprietà dell'editore-petroliere Attilio Monti. L'on. Preti, che prima della gestione più moderata, di Alfredo Pieroni, ricopriva il quotidiano di via Mattei il ruolo di commentatore politico-letterario, si riferiva alla partecipazione di Pannella alla biennale di Venezia. Per i suoi volgari apprezzamenti, Preti fu querelato da Pannella, con ampia facoltà di prova. Il sostituto procuratore della Repubblica, Persico, ha inviato il 25 febbraio '75 la richiesta per l'autorizzazione a procedere all'allora ministro di Grazia e Giustizia, Reale, che per competenza declinò la richiesta alla Commissione Parl
amentare il 26 marzo del '75. La Giunta per le autorizzazioni a procedere nella seduta del 24 giugno del '75 ha esaminato la richiesta in questione deliberando di non proporre l'autorizzazione, per il reato di cui all'art. 596, 1·, 2·, 3· comma del C.P. e all'art. 21 prima parte della legge sulla stampa. Il relatore della Commissione, il missino Franchi, così affermò: ``L'episodio si colloca nel contesto di una polemica tra uomini politici che, sia pure sviluppatasi in toni particolarmente aspri, conserva carattere politico''.
Indagando sulla questione, ``N.R.'' è venuta a conoscenza dall'on. Bandiera che ``La commissione per l'autorizzazione a procedere, avrebbe confermato ufficialmente che si è stabilita la prassi di non confermare in alcun caso l'autorizzazione a procedere per il reato di diffamazione richiesta contro parlamentari''. A smentire immediatamente le affermazioni dell'esponente repubblicano, Presidente della Commissione hanno provveduto gli onn. Felisetti (PSI), Reggiani (PSDI) e Quilleri (PLI).
Felisetti ha dichiarato che ``esclude che si proceda nei termini così come affermati dall'on. Bandiera. E' vero che solitamente, nel 99% dei casi la tendenza è di non concedere le autorizzazioni, perché esse hanno un carattere politico. Ma non è assolutamente vero che c'è la tendenza a non concederla indiscriminatamente, che questa prassi sia stata codificata e si proceda a priori''. Nello specifico del caso Pannella-Preti l'on. Felisetti non si è pronunciato, affermando di non avere gli elementi necessari per una valutazione.
Reggiani, socialdemocratico; ``La mia opinione è che bisogna procedere nell'ambito delle autorizzazioni, con assoluta serenità. La diffamazione comunque, diversa dall'oltraggio, che si può compiere in momenti di foga, impeto - come per esempio in un comizio - è al contrario un reato che si compie con fredda determinazione. E' quindi assurdo parlare di una indiscriminata non autorizzazione a procedere. Ogni caso, al contrario, va valutato attentamente; ritengo inoltre che la stessa sfera dell'immunità parlamentare vada senz'altro ridimensionata''.
Dal canto suo, l'on. Sam Quilleri (Pli), ha detto: ``Confesso la mia totale ignoranza sul problema: non ho neanche mai letto i regolamenti della Camera. Posso dire però come liberale e quindi auspicando una profondissima riforma, per cui dovrebbero essere i termini dell'immunità parlamentare, e tutti dovrebbero essere uguali, davanti al magistrato, con la possibilità dunque di essere querelati, che pur senza entrare nel merito di questo caso specifico (Pannella-Preti NdR) le autorizzazioni a procedere dovrebbero essere sempre, ed in ogni caso concesse''.
Intanto, comunque, grazie al Presidente Bandiera, al relatore Franchi e agli altri componenti della commissione che non sappiamo fossero presenti o meno, il 2 aprile si avrà a Bologna un processo per diffamazione, solo nei confronti del giornalista Girolamo Modesti. L'autore effettivo di un volgare e ignobile tentativo di linciaggio morale non potrà essere giudicato per le sue azioni. Il regime, ancora una volta, ha difeso i suoi servi e protetti.