SOMMARIO: I corsivi pubblicati dal quotidiano del PRI "La voce repubblicana" dal 1972 al 1977 ("il pugno o la rosa", a cura di Valter Vecellio, Bertani editore, 1979)
("La voce repubblicana", 4-5-1976)
Tra gli aspetti più grotteschi - o se vogliamo meno seri - del nostro sistema elettorale c'è la tradizionale battaglia tra attivisti per ottenere al proprio partito il primo o l'ultimo posto nella scheda da votare. In verità le battaglie sono due e differenti tra loro: chi punta al primo posto in alto a sinistra si rassegna a snervanti attese davanti agli uffici elettorali e ad una terrificante serie di notti all'addiaccio. Una prova che tempra i giovani di belle speranze che vi si sottopongono per amor di bandiera. A noi pare, in verità, che tanta solerzia nasconda un sostanziale disistima per le capacità di discernimento dell'elettore medio e per la sua maturità politica.
I comunisti usano presentare la loro tradizionale vittoria in questa nobile gara come un'affermazione di prestigio e vi scorgono una forma di prestigio favorevole. Al punto che hanno bloccato in Parlamento l'articolo della nuova legge elettorale che introduceva l'estrazione a sorte per ordinare i simboli sulle schede.
I democristiani, dal canto loro, sono particolarmente affezionati all'ultimo posto, in cui non vedono evidentemente alcun auspicio negativo. La tenzone altrettanto nobile è condotta in questo caso sul filo dei secondi, tenendo d'occhio l'orologio per non finire fuori tempo massimo.
A dirla tutta, bisognerebbe aggiungere che i radicali hanno denunciato gli "accordi mafiosi" che da trent'anni consentono al Pci e alla Dc di appropriarsi delle due preziose caselle. Non di gara si tratterebbe, dunque, ma di un minicompromesso meschinello nei contenuti e nei fini.
Non possiamo che dirci d'accordo con i radicali nella denuncia di questi metodi, indicativi di un costume politico anacronistico e sconcertante. Eppure, guarda caso, proprio i radicali hanno già organizzato i picchetti per soffiare ai comunisti l'ambito primato e Pannella, subito dopo la decisione (che sul piano umano sinceramente ci rallegra) di interrompere il digiuno, ha ordinato ai militanti di prendere posizione per combattere il nuovo, entusiasmante duello. Un comportamento difficile da definire, ma in cui il sapore laicale di impegno civile è certo assai tenue. Per avvertirlo occorre forse un palato più raffinato del nostro.