SOMMARIO: I corsivi pubblicati dal quotidiano del Partito Comunista Italiano "L'UNITA'" dal 1966 al 1978 ("il pugno o la rosa", a cura di Valter Vecellio, Bertani editore, 1979)
(L'UNITA', 12-5-1976)
Marco Pannella, Adele Faccio e Gianfranco Spadaccia, annunciando ieri, nel corso di una conferenza stampa, la loro intenzione di incominciare venerdì un nuovo digiuno, hanno aspramente contestato le decisioni per la regolamentazione della propaganda elettorale alla TV e alla Radio assunte - all'unanimità - dalla commissione di vigilanza. Lasciamo stare la virulenza e la volgarità del linguaggio usato (soprattutto dal Pannella) nei confronti dei partiti dell'arco costituzionale e del nostro partito in particolare. Non intendiamo polemizzare su questo terreno. Veniamo piuttosto al sodo. Dunque: una volta garantito il diritto di tutte le formazioni ed i movimenti politici che si presentano su scala nazionale a queste elezioni (naturalmente anche a quelli non rappresentati in Parlamento) a partecipare alla tribuna radiotelevisiva, cioè a far conoscere a milioni di cittadini le loro posizioni politiche ed i loro programmi, è davvero ""antidemocratico"" concedere uno spazio maggiore ai partiti che fino ad oggi (ne
ppure Pannella vorrà, pensiamo, contestarlo) hanno riscosso il consenso della grande maggioranza degli elettori, sono stati quindi concretamente impegnati nelle istituzioni repubblicane ed hanno perciò il "dovere" (oltre che il "diritto") di motivare il proprio operato politico di fronte agli elettori, perché questi possano giudicare con la migliore cognizione di causa possibile?
Pannella, pensa, appunto, che ciò ""non è democratico"" ed anche peggio. Con pacatezza, dobbiamo rispondergli che si tratta, quanto meno, di una tesi opinabile e che insultare chi sostiene una tesi diversa, non sembra, invece, indice di spirito democratico. Come non ci sembra che lo sia affermare che un gruppo parlamentare qualificato e consistente qual è il gruppo della Sinistra indipendente dovrebbe, in buona sostanza, non avere diritto alla parola. E perché mai? Perché i suoi candidati, pur conservando piena autonomia e indipendenza, sono nelle liste del PCI? Strano ragionamento, invero, tanto più considerando che sono in corso contatti per l'immissione di esponenti del Partito radicale nelle liste del PSI. Se i radicali entreranno nelle liste socialiste, che dirà Pannella? Sosterrà che non dovranno accedere alla "Tribuna"?