SOMMARIO: I corsivi pubblicati dal quotidiano "PAESE SERA" dal 1976 al 1978 ("il pugno o la rosa", a cura di Valter Vecellio, Bertani editore, 1979)
("PAESE SERA", 13-5-1976)
A dubitare dell'efficacia politica del digiuno si rischia sempre di far saltare su qualcuno che ribatte: "E Gandhi, allora?". Così, pur non nutrendo per il messaggio del Mahatma un'incondizionata ammirazione, eviteremo di manifestare dubbi su questo piano a proposito della protesta che Marco Pannella e i suoi inizieranno nuovamente domani. Diremo però che quello di Pannella e dei radicali ci sembra un singolare modo di dare inizio alla loro battaglia elettorale.
Sin da quando si è presentata l'eventualità di elezioni anticipate del resto, il manipolo dei "libertari" ha mosso le sue pedine secondo una tattica apparentemente incomprensibile. Li abbiamo visti inserirsi nella vicenda, di per sé sufficientemente complessa, di "Democrazia proletaria", lanciando sermoni a un Pdup che rifiutava (allora) lo scomodo abbraccio di Lotta continua, e proponendo alla stessa Lc liste comuni: non si sa bene in nome di quale concordanza ideologica (la violenza della non-violenza? o il contrario?), o forse proprio sotto il segno di una confusione delle strategie e degli obiettivi che ormai minaccia da vicino il cartello dei "rivoluzionari". Li abbiamo visti ancora, Pannella e i radicali, chiedere, anzi esigere, candidature nelle liste del Psi, saltando con disinvoltura da Viale a De Martino, e nello stesso tempo annunciare liste autonome, e magari chissà quali altre alleanze ancora.
Domani Marco Pannella e gli altri di via Torre Argentina riprenderanno il digiuno, a protestare contro la suddivisione dei tempi nella campagna elettorale alla Rai-Tv, e per annunciarlo hanno fatto pubblicare degli avvisi pubblicitari nei quali il Pci viene equiparato al Msi: il che è un'ignominia agli occhi di qualsiasi democratico, comunista o no. Una ignominia o un'imbecillità, ma dubitiamo che Marco Pannella sia un imbecille.
Anche noi, beninteso, vogliamo che radio e televisione siano libere, democraticamente gestite - e quindi nel rispetto dei diritti delle minoranze -, aperte al rinnovamento: per questo ci siamo battuti e continueremo a batterci, prima e dopo le elezioni. Senza digiunare, e senza invitare a farlo. In un momento in cui la resa dei conti si presenta con estrema chiarezza e urgenza, sia le incursioni dissennate di stile qualunquistico, sia gli amalgami elettorali creati su spinte puramente velleitarie, fanno oggettivamente il gioco di chi i conti non vuole rendere.