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L'Unita' - 22 giugno 1976
L'UNITA' E IL PR (7) - PANNELLA TRA IL MSI E "LOTTA CONTINUA"

SOMMARIO: I corsivi pubblicati dal quotidiano del Partito Comunista Italiano "L'UNITA'" dal 1966 al 1978 ("il pugno o la rosa", a cura di Valter Vecellio, Bertani editore, 1979)

(L'UNITA', 22-6-1976)

Questi i fatti: Pannella ha invitato Almirante ad un contraddittorio al microfono di "Radio radicale"; il capo missino non ci ha pensato un minuto, e ha accettato per stasera; "Lotta continua" (che ha messo il suo giornale e i suoi iscritti al servizio della campagna radicale per gli 8 referendum) ha minacciato di ritirarsi se il contraddittorio avesse avuto luogo; allora i radicali hanno deciso di rinviare la loro iniziativa a dopo il deposito delle firme referendarie.

Pannella ha commentato la decisione del rinvio ribadendo che l'invito al capo missino era stato ""un'iniziativa democratica"" finalizzata a convincere gli elettori fascisti (o una parte di essi) a sostenere il referendum. La logica propone la seguente domanda: ma non si trattava di referendum per abrogare leggi fasciste e liberticide? E come chiedere proprio ad Almirante (nemico del divorzio, nemico dell'aborto tanto per ricordare due delle bandiere strumentalmente scompostamente agitate da Pannella) una tale scelta? Ma per comprendere questo ridicolo eppur inquietante pasticcio, è a ben altra logica che occorre affidarsi.

La chiave è offerta dallo stesso Pannella quando ci precisa che i fascisti non sono "perversi" ma solo diversi. E lui è un libertario e quindi della diversità non ha timore. Come dire: "rivoluzionari" come quelli di lotta continua o fascisti come quelli di Almirante mi stanni tutti bene purché mi seguano. In fondo, non sono tutti per "l'alternativa al sistema"? Qui è il punto. C'è una logica in questa ennesima avventura di Pannella. Non basta riderci sopra come a un'altra buffonata. E' la logica dell'eversione, del "tanto peggio tanto meglio". Che cosa sono in fondo questi otto referendum se non il tentativo di assestare un colpo alle istituzioni, al meccanismo parlamentare, al metodo del confronto politico, e di determinare un contrapposizione traumatica dei cittadini contro lo Stato democratico? Ed è davvero stupefacente, che tanti buoni democratici abbiano scambiato tutto questo per una spinta nel senso della libertà e del rinnovamento della Repubblica. Vincano costoro amarezza e nausea, e capiscano con q

uale personaggio e quale causa s'erano imbarcati.

 
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