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Vigevano Paolo - 16 luglio 1976
Relazione del tesoriere nazionale Paolo Vigevano al XVI Congresso del Partito radicale

SOMMARIO: Dopo aver analizzato le difficoltà finanziarie per la partecipazione del Partito radicale alla campagna elettorale (per la prima volta il Pr si presenta alle elezioni - vengono eletti 4 deputati: Marco Pannella, Emma Bonino, Adele Faccio e Mauro Mellini), il tesoriere affronta lo spinoso problema del finanziamento pubblico che rischia di alterare la fisionomia del Pr nei suoi elementi costitutivi, il volontariato e l'autofinanziamento. La proposta del tesoriere al Congresso è "di rifiutare semplicemente il finanziamento pubblico, di farne richiesta e di congelarlo su di un conto corrente a firma di quattro garanti ed evitare così che in base alla legge sul finanziamento pubblico venga ripartito tra gli altri partiti". Segue il bilancio consuntivo di gestione per il periodo 15 ottobre 1975 - 20 giugno 1976.

(XVI CONGRESSO DEL PARTITO RADICALE - Roma, 16, 17 e 18 luglio 1976)

Caratteristica del Partito Radicale è stata in questi anni la pratica del più rigoroso autofinanziamento. Abbiamo affrontato queste elezioni in condizioni difficili e quasi disperate. Lo erano, sì le condizioni politiche generali. Ma lo erano a maggior ragione le condizioni economiche e finanziarie del partito che partiva con un deficit di venti milioni, senza nessuna prospettiva di finanziamento che non fosse quella dei propri iscritti e simpatizzanti.

Oggi possiamo dire che abbiamo superato questa prova grazie allo sforzo dei vecchi e dei nuovi radicali, con l'autogestione libertaria della campagna elettorale.

E l'abbiamo superata mantenendo intatta questa connotazione fondamentale per un partito libertario. La nostra campagna elettorale l'hanno pagata gli iscritti al partito, i sostenitori non iscritti i simpatizzanti, gli elettori. Ringrazio perciò, i seimila militanti e potevano essere di più, che negli ultimi due mesi hanno consentito di affrontare e di superare la campagna elettorale. In due mesi seimila persone hanno mandato il Loro contributo al Partito radicale.

Hanno garantito spese per circa ottanta milioni, che abbiamo sostenuto a livello centrale. Sono stati senz'altro più di 6.000 perché molte sedi non ci hanno ancora mandato gli elenchi dei nuovi iscritti e dei sostenitori. Potevano essere molti di più se avessimo potuto utilizzare la televisione come hanno fatto i partiti che erano già rappresentati in Parlamento, se avessimo potuto impegnare subito tutte le nostre forze nella campagna elettorale anziché essere costretti noi soli con Lotta Continua, a raccogliere le firme per la presentazione delle liste elettorali. Sarebbero stati di più se avessimo potuto attuare una campagna elettorale più ricca, se avessimo avuto a disposizione il finanziamento pubblico, la partecipazione in imprese, l'utilizzazione di fondi più o meno neri come gli altri partiti.

Ma ormai questo è un dato storico del partito radicale, che riesce a vivere proprio perché accetta sempre di passare attraverso queste prove rifiutando soluzioni facili ma che alla fine risulterebbero perdenti e letali.

Oltre ai seimila sostenitori mi pare doveroso ringraziare i nostri fornitori che se da una parte hanno accettato un rischio, testimoniano anche il credito non solo politico, ma di corretta gestione finanziaria che il partito radicale ha saputo acquistare grazie all'opera di Peppino Ramadori, Walter Baldassarri e gli altri tesorieri che mi hanno preceduto.

Nel bilancio una delle voci di spesa più rilevanti è quella di pubblicità a pagamento sui quotidiani.

E' una spesa che abbiamo dovuto affrontare per vincere sin dai primi giorni del digiuno di Marco, Gianfranco, Emma e degli altri 100 compagni radicali il silenzio che la stampa, i mezzi di comunicazione di massa avevano fatto calare sull'iniziativa del partito radicale. Solo la vittoria temporanea della lotta per l'informazione ha consentito ai cittadini di conoscere e di sostenere con i loro contributi la campagna elettorale del Partito.

Negli ultimi giorni della campagna elettorale avevamo bisogno di pubblicare su tutti i giornali una pubblicità elettorale che ci consentisse di guadagnare quegli ultimi sette ottomila voti che ci avrebbero portati almeno due deputati in più.

Avevamo bisogno di quasi cento milioni. D'accordo con Marco e Gianfranco ci siamo messi a cercare un prestito che ci consentisse di affrontare quest'ultima decisiva spesa. Ci siamo rivolti ai rappresentanti di quel capitalismo illuminato, che nonostante le professioni di radicalismo erano riusciti a far sgusciare dai propri bilanci i milioni per le campagne elettorali di candidati democristiani o repubblicani. Abbiamo ricevuto solo una serie di no.

Abbiamo così rinunciato al nostro progetto e abbiamo ripiegato su un piano ridotto interamente pagato dai contributi dei nostri iscritti e simpatizzanti che si sono sottoposti ad un ultimo sforzo.

Ciononostante il 20 Giugno Paese Sera usciva con allusioni pesanti sulle nostre fonti di finanziamento. Saranno stati soldi della CIA... La nostra CIA sono seimila cittadini che hanno capito che la lotta politica va pagata da coloro che hanno interesse e voglia di lottare.

A questo punto, nel momento in cui il partito è cresciuto, che è passato in due mesi da 130 a 240 tra sedi e recapiti associativi, nel momento in cui migliaia di nuovi simpatizzanti ci conoscono e si avvicinano al partito, dobbiamo renderci conto che o si continua così come in passato o si muore come partito.

Dobbiamo perciò conservare la quota annua d'iscrizione al partito a 15.000 lire, certamente la più alta tra tutti i partiti.

Perché l'iscrizione al partito radicale è il primo atto di militanza, di impegno politico e di partecipazione al finanziamento e all'attività del partito.

Dobbiamo rilanciare la campagna di autotassazione di tutti gli iscritti e dei simpatizzanti.

Dobbiamo essere in grado di rinunciare ai miliardi del finanziamento pubblico, che comunque rifiuteremo perché non solo in un partito come il nostro, ma in un qualsiasi altro partito accettare il finanziamento pubblico equivale ad accettare la nazionalizzazione del partito. La fisionomia del partito radicale ne sarebbe stravolta, non resisteremmo alla tentazione del funzionariato, ai viaggi pagati, rinunceremmo a cercare i mezzi di autofinanziamento anche per le piccole cose.

Di fatto i rimborsi che vengono dati ai compagni che lavorano anche a tempo pieno, sono appena sufficienti a sostenere le spese vive e non costituiscono certo un presupposto per qualsiasi forma di funzionariato. Il problema sarà semmai quello di coprire una serie di servizi come la contabilità e il tesseramento che richiedono collaborazioni professionali e come tali sarà forse il caso di affidarli a collaboratori esterni.

Il nostro no al finanziamento pubblico deriva da questo rifiuto di principio che trova una conferma immediata se esaminiamo quali sarebbero gli effetti nel nostro partito.

L'alternativa che ci può venire proposta è quella di non utilizzare il finanziamento pubblico per fini di partito, continuando a risolvere con l'autofinanziamento le spese di gestione e di investimento politico destinando ad investimento politico non strettamente di partito la quota di finanziamento pubblico che ci spetterebbe.

Non mancherebbero certo in questa seconda soluzione le ipotesi di impiego. Alcune ne sono state proposte, come quella di Radio Radicale e di alcuni ascoltatori e simpatizzanti di finanziare una rete di radio e di televisioni libere, o di una stampa di impostazione radicale, ma indipendente dal partito suscettibile di auto finanziamento dopo le spese di avvio che graverebbero interamente sul bilancio del partito fino all'ipotesi di impiegare di volta in volta i fondi per scopi di interesse sociale.

Non è una soluzione nuova, il PCI l'ha già realizzata investendo i fondi in spese aggiuntive e non in spese ordinarie.

A questa soluzione si possono fare diverse obiezioni; prima di tutte che anche per queste iniziative devono valere gli stessi argomenti che per il finanziamento dei partiti, cioè devono essere anche queste iniziative politiche autofinanziate.

La seconda obiezione è che anche se il partito investe questi fondi in maniera diversa, il meccanismo legislativo continuerebbe a operare per gli altri partiti.

L'unica soluzione che possiamo adottare e che propongo in sede congressuale è quella di rifiutare semplicemente il finanziamento pubblico, di farne richiesta e di congelarlo su di un conto corrente a firma di quattro garanti ed evitare così che in base alla legge sul finanziamento pubblico venga ripartito tra gli altri partiti, utilizzando semmai le somme necessarie a garantire la contabilità che la legge sul finanziamento pubblico richiede.

Quello che invece chiedo è che il congresso impegni il partito allo studio di una legge che garantisca il finanziamento dell'attività di partito, di sedi, di tipografie, di ambienti dove tutti possano svolgere le iniziative politiche di base. Per questo propongo fin da ora che si individuino gli edifici pubblici non utilizzati da chiedere alle amministrazioni locali dove possono svolgersi attività politiche aperte a tutti i partiti. Come primo atto di disobbedienza civile, dove questi edifici non vengono concessi, propongo che vengano occupati e adibiti a sedi aperte a tutte le iniziative politiche militanti di base.

Dobbiamo riportare l'attività politica alla portata di tutti i cittadini. Dobbiamo evitare l'illusione che l'alternativa si possa costruire continuando a considerare i partiti come isole nella società. La nostra forza è stata quella di esserci sempre proiettati verso l'esterno, e di non essersi mai chiusi all'interno del nostro partito, questa è una delle condizioni generali della democrazia nel paese.

Parliamo in questo congresso di una crisi nell'area socialista, ma non si individuano le ragioni di questi errori se ci si limita ad analizzare gli errori di impostazione della strategia generale o la mancanza di una linea alternativa. Senza scendere all'esame dettagliato delle strutture del partito socialista, la sua mancanza di una alternativa è in queste strutture e nei metodi e nei modi di essere di questa organizzazione socialista prima che nella linea politica.

Il partito che diventa tributario del potere, dei finanziamenti prima occulti e poi pubblici del potere è un partito che perde il suo radicamento di classe e che da forza di classe all'interno delle istituzioni rischia di diventare un cuneo del regime all'interno della classe.

Il nostro dissenso non riguarda solo il Partito Socialista di oggi, ma la storia della sinistra in Italia è costellata di esempi simili. Basta pensare al PSIUP che nacque come speranza del rinnovamento socialista nel 1964 contro il centro sinistra e si dette subito, contraddicendo questa speranza, strutture elefantiache e burocratiche che presto ne uccisero ogni autonomia.

Più recentemente abbiamo appreso che prendeva i soldi dalla Esso e dalla Gulf come un qualsiasi partito di regime. Li prendeva anche dall'URSS e questo spiega il suo atteggiamento al tempo dei fatti di Cecoslovacchia.

E' un esempio ammonitore per noi e per tutte le forze della sinistra.

Abbiamo invece deciso di accettare il rimborso delle spese elettorali. Si tratta anche questa di una legge sostanzialmente sbagliata, in quanto prevede che il rimborso venga assegnato soltanto ai partiti che abbiano raggiunto il 2% dei voti o un quorum e almeno 300.000 voti. Sono limiti estremamente restrittivi, studiati in funzione del Partito Repubblicano ai tempi dell'approvazione della legge. Tuttavia il principio del rimborso elettorale è sostanzialmente giusto in quanto tende a ridurre le spese elettorali e a moralizzare la campagna elettorale. E' una legge che va cambiata, che non ha senso da sola se non c'è la possibilità di fatto da parte di tutti i partiti, anche quelli non rappresentati in Parlamento, di accedere alla televisione e di disporre dei canali di informazione di massa alla pari con tutti gli altri partiti.

Quando accanto al bilancio della gestione della sede nazionale avremo anche i bilanci di tutte le associazioni e di tutti i partiti regionali, vedremo che la spesa globale sarà molto vicina alla cifra prevista dal rimborso elettorale. Tuttavia il rimborso elettorale verrà utilizzato per coprire parte dei debiti contratti nel corso della campagna elettorale, per la parte restante dovrà essere investito interamente nelle iniziative politiche sulle quali questo congresso straordinario e quello ordinario di novembre impegnerà il partito.

Si pone ora il problema del funzionamento delle strutture di partito, della stampa, della comunicazione con gli iscritti e simpatizzanti e con l'esterno. La stampa di partito deve continuare come in passato come organo di comunicazione interna il più snello e il più essenziale possibile. A questo scopo il collettivo stampa che è sorto intorno alla Agenzia Notizie Radicali ha messo in cantiere e pubblicherà fino dalla prossima settimana un bollettino decadale indirizzato a tutti gli iscritti e simpatizzanti. Per quanto riguarda l'informazione rivolta all'esterno dovremo continuare a lottare per conquistare spazio sulla stampa quotidiana e sulla RAI. L'esempio di Democrazia Popolare con i suoi tre quotidiani e il suo rifiuto di utilizzare la »Stampa borghese ci conferma nella giustezza delle nostre scelte fatte in proposito. Per questo dovremo potenziare l'Agenzia Notizie Radicali e porre le condizioni perché tutti i partiti regionali e le associazioni locali ne avviino di nuove.

L'informazione più completa su tutta la tematica radicale resta affidata al mensile »Prova Radicale che sotto la direzione di Mario Signorino ha la funzione di colmare il vuoto d'informazione che di mese in mese si accumula sulle iniziative del Partito Radicale.

BILANCIO CONSUNTIVO DELLA GESTIONE NAZIONALE DEL PARTITO RADICALE

dal 15 ottobre '75 al 20 giugno '76

ENTRATE USCITE

Saldo al 15 ottobre 1975 12.130.741

GESTIONE SEDE

Rimborsi (12 persone in 8 mesi) 8.221.615

Viaggi e locomozione 1.492.400

Cancelleria e fotocopie 414.750

Spedizioni e postali 5.259.420

Acquisto quotidiani e settimanali 551.950

Fitti: Sede di Via Torre Argentina e di

Piazza Sforza Cesarini 3.507.950

Luce, acqua, gas, riscaldamento, pulizie e manutenz. 1.352.550

Acquisto e manutenzione macchinari: offset,

macchine da scrivere 1.543.067

Stampa Statuto e Carta delle libertà 2.008.160

Telefoni n. 6 linee 13.538.424

Varie 638.690

TESSERAMENTO

Manifesti materiale pubblicità 1.468.160

Quote iscritti (3.200 iscritti paganti) 23.475.641

Contributi iscritti 34.154.375

Contributi sostenitori 52.350.028

Contributi per: 88,5 Radio Radicale 722.000

MANIFESTAZIONI

Residuo affitto Palazzo dei Congressi 2.565.000

Teatro Adriano Roma 30 novembre: »Difesa del

referendum sull'aborto ; 2 febbraio: »Alter

nativa e governo delle sinistre subito Teatro

Centrale Roma 19 febbraio: »Contro la cen

sura ; 24 febbraio: Presentazione Carta delle

libertà--Spese di impianto: luce, palchi, am

plificazioni, ecc. 2.521.403

Autofinanziamento manifestazioni 6.957.000

Pubblicità: manifesti, volantini, annunci

su quotidiani 11.315.503

Affissione manifesti 5.848.160

Rimborsi viaggi partecipanti 1.072.600

Fitti teatri e sale 1.241.000

CAMPAGNA RACCOLTA FIRME PER

L'ABROGAZIONE DELLA »LEGGE REALE

Contributo settimanale »Tempo 10.000.000

Affitto furgoni, attrezzatura e benzina 3.848.000

Rimborsi 705.000

Affissione manifesti 1.013.000

Stampa e spedizione moduli per raccolta firme 1.200.000

Stampa e spediz. numero speciale di Notizie Radicali 1.450.000

Telefono 1.471.400

Viaggi 450.000

ATTIVITA' EDITORIALI

Notizie Radicali a stampa: 10 numeri per 440.000

copie, residuo Numero unico a 800.000 copie

(settembre '75) 15.661.840

Spedizione Notizie Radicali a stampa 4.960.000

AGENZIA QUOTIDIANA NOTIZIE RADICALI

Contributi 615.500

Rimborsi (4 persone in 8 mesi) 1.887.060

Locomozione 322.200

Carta e ciclostile 2.346.640

Spedizioni 639.000

»Liberazione Residuo attivo 5.500.000

»Prova Radicale

Spese redazionali 1.803.720

Abbonamenti 3.030.000

Stampa 20.000 copie 1· numero Prova Radicale 1.000.000

ATTIVITA' ELETTORALI

Raccolte firme; Presentazione liste; Campagna elettorale:

Rimborsi attività ufficio elettorale 1.298.295

Spese legali 6.914.120

Viaggi 609.650

Pubblicità su quotidiani, periodici e cinema 35.262.990

Comizi:

Spese di impianto e affitti 1.590.500

Spese di pubblicità su quotidiani 4.500.000

Autofinanziamento comizi 3.848.000

Spediz. di manifesti, volantini, stampati 1.775.050

Cancelleria, fotocopie, meccanografico 1.715.350

Spese tipografiche 199.880

Impianto 3 linee telefoniche 210.500

300.000 manifesti, 350.000 depliant, 500.000 volantini 1.000.000

Stampa e spediz. N.R. 1.200.000 copie 11.808.000

CONTRIBUTI A PARTITI REGIONALI

E ASSOCIAZIONI

Per presentazione liste e campagna elettorale

(esenti da materiale fornito) 3.473.400

ARTE PER I DIRITTI CIVILI

Finanziamento da opere artistiche 19.290.000

PROVENTI DIVERSI

Quote uso locali 150.000

Cena laica 1.246.000

Prestiti 8.500.000

Totale 178.121.478 177.706.593

ENTRATE USCITE

D E B I T I

Gestione Sede

Luce, riscaldamento, gas 707.600

Acquisto quotidiani 180.000

Attività editoriali

Stampa Notizie Radicali 4.000.000

Stampa Carta delle libertà e Statuti 8.500.000

Agenzia N.R. carta 500.000

Attività elettorali

Telefoni 25.000.000

Fotocopie 117.600

Spese legali 3.500.000

Viaggi 150.000

Affitto locali per manifestazioni 1.200.000

Stampa N.R. 1.200.000 copie 18.500.000

Manifesti volantini depliant 20.000.000

Stampa 20.000 copie »La Prova Radicale 4.000.000

Depliant elettorale 1.500.000 copie 3.000.000

Spedizione manifesti 1.511.024

Affissioni 2.893.000

Pubblicità periodici e quotidiani 2.550.000

Stampa indirizzari 1.825.000

Restituzione prestiti 8.500.000

Radio Radicale 722.000

Pubblicità 5 Referendum 1.200.000

Palazzo Congressi FI 1.000.000

Totale 109.556.224

Disavanzo totale 109.141.339

 
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