Lettera di Marco Pannella al Presidente della Camera sul problema dell'assegnazione dei posti in aula (31 luglio 1976)PREMESSA: All'inizio della VII legislatura i quattro deputati eletti nelle liste radicali (Emma Bonino, Adele Faccio, Mauro Mellini, Marco Pannella) si scontrano con l'ostinata volontà del gruppo parlamentare comunista e del Presidente della Camera Pietro Ingrao (Pci) d'impedir loro di sedere all'estrema sinistra dell'aula. I deputati radicali avevano infatti preso posto ai margini estremi dell'emiciclo per sottolineare la loro estraneità ed opposizione a quella maggioranza sostanziale che si autodefinisce dell'"Arco costituzionale" - una "ammucchiata", la chiamano i radicali, che spazia dal Pci alla Dc attraverso il Psi, il Psdi, il Pli e il Pri per comprendere più del 90% dei parlamentari - che si consoliderà e formalizzerà nel corso della VII e VIII legislatura. Questa vicenda, di per sé marginale ma che spinge il Presidente Ingrao ad espellere dall'Aula l'intero gruppo radicale, rappresenta la prima manifestazione emblematica di quel clima d'intolleranza nei confronti dell'unica reale opposizione esisten
te in Parlamento che caratterizzerà gli anni del "compromesso storico" e della "Unità nazionale" e che vedrà in particolare i comunisti nel ruolo di puntello autoritario della maggioranza. Particolare violenza viene quindi riservata dal Pci ai radicali che per la prima volta osavano insidiare il trentennale monopolio comunista dell'opposizione di sinistra in Parlamento svelando la natura storicamente compromissoria e sostanzialmente subordinata alla Dc della loro politica. Nella gestione presidenziale della questione degli scranni già si manifestano quelle forzature ed anche quelle vere e proprie violazioni regolamentari che successivamente diverranno prassi costante per tentare di spegnere la voce dell'opposizione radicale.
* * *
SOMMARIO: Nella prima lettera con la quale il Presidente del gruppo parlamentare radicale solleva la questioni dell'assegnazione dei posti in aula si afferma che se la divisione per settori ha senso è evidente che ai radicali devono essere attribuiti i quattro scranni che occupano all'estrema sinistra dell'emiciclo poiché vengono considerati dall'opinione pubblica e all'interno dello stesso Parlamento "a sinistra" del Pci.
* * *
INDICE COMPLETO DEI DOCUMENTI E ARTICOLI SULLA QUESTIONE DELL'ASSEGNAZIONE DEI POSTI IN AULA NELLA VII LEGISLATURA:
- Lettera di Marco Pannella al Presidente della Camera sul problema dell'assegnazione dei posti in aula (31 luglio 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4660];
- Lettera di Marco Pannella ai presidenti dei gruppi parlamentari della Camera e, per conoscenza, al Presidente della Camera sulla dislocazione in aula dei gruppi (14 agosto 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4661];
- Il Resto del Carlino (30 agosto 1976);
- Il Tempo (30 agosto 1976);
- La Repubblica (1 ottobre 1976);
- Il Resto del Carlino (2 ottobre 1976);
- Lettera a tutti i deputati con richiesta di solidarietà per il problema degli scranni (6 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4662];
- Espulsione dall'aula dei Deputati Pannella, Mellini, Faccio e Bonino (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 7 ottobre 1976);
- Lettere di solidarietà di Raffaele Costa, Mario Segni, Gerardo Bianco, Alessandro Giordano, Sergio Cuminetti, Antonio Brusca (7 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale);
- Richiesta di dibattito sulla questione degli scranni (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta dell'8 ottobre 1976);
- Il Messaggero (8 ottobre 1976);
- Il Giornale (8 ottobre 1976);
- Corriere della Sera (8 ottobre 1976) [testo n. 4663];
- La Stampa (8 ottobre 1976);
- Paese Sera (8 ottobre 1976);
- Gazzetta del Popolo (8 ottobre 1976);
- L'unità (8 ottobre 1976);
- L'Avvenire (8 ottobre 1976);
- Lettere di Luigi Spaventa e Massimo De Carolis (8 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale);
- Conferenza stampa del gruppo radicale (9 ottobre 1976) [testo n. 4664]
- Dichiarazione del gruppo radicale sulla lettera di Riccardo Lombardi (9 ottobre 1976) [testo n. 4665]
- Intervento sul processo verbale dei deputati radicali sull'espulsione dall'aula (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 12 ottobre 1976);
- Corriere della Sera (13 ottobre 1976);
- La Nazione (13 ottobre 1976);
- Paese Sera (13 ottobre 1976);
- Il Tempo (13 ottobre 1976) [testo n. 4666];
- Il Giorno (13 ottobre 1976);
- Lettera di Antonio Caldoro (15 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale);
- Tempo (17 ottobre 1976) [testo n. 4667];
- Dichiarazione del gruppo radicale sulla dislocazione dei posti in aula (conferenza capigruppo - 21 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4668];
- Comunicato stampa del Presidente della Camera (21 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4669];
- Pannella sul comunicato del Presidente - Replica di Ingrao (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 22 ottobre 1976);
- L'Avvenire (22 ottobre 1976);
- Pannella sul processo verbale sottolinea che le modalità di votazione del 22 ottobre non devono costituire precedente (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 28 ottobre 1976);
- I deputati radicali abbandonano l'aula (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 28 ottobre 1976);
- Pannella sull'art. 36 del Regolamento (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 8 novembre 1976);
- I deputati comunisti impediscono a Pannella di parlare dal suo banco (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 4 maggio 1978);
(CAMERA DEI DEPUTATI, Gruppo Parlamentare Radicale, VII legislatura, "QUESTIONI REGOLAMENTARI E COSTITUZIONALI" dal 5 luglio 1976 al 5 maggio 1978)
----------------------------------------
Roma, 31 luglio 1976
Signor Presidente
della Camera dei Deputati
SEDE
Signor Presidente,
dopo una riunione avuta oggi con i colleghi del mio gruppo, tengo a confermarle quanto già ho avuto occasione di comunicare in relazione a due problemi che attendono urgente soluzione.
Si tratta: (a) della dislocazione in aula dei vari gruppi parlamentari e (b) della sede del nostro gruppo.
A) Riteniamo ampiamente giustificata la nostra richiesta di vederci attribuiti i quattro scranni che attualmente occupiamo, alla estrema sinistra. Se la divisione per settori ha infatti un qualche senso, è evidente a tutti che sia il nostro gruppo, sia quello di Democrazia Proletaria vengono considerati anche all'interno del Parlamento, fra le forze politiche, oltre che nell'opinione pubblica come "a sinistra" del PCI. Non sto a ricordarle i quotidiani episodi che hanno caratterizzato questo inizio di legislatura, con le esclusioni degli "opposti estremismi" anche da manifestazioni e diritti-doveri strettamente istituzionali.
D'altra parte, nelle stesse tradizioni parlamentari prefasciste l' "Estrema" indicava anche per quanto riguarda l'Aula una dislocazione precisa.
Purtroppo il problema è stato posto, ormai, in termini che temiamo sbagliati. Come lei sa, noi avevamo anche tentato di immaginare una soluzione che non disturbasse la sensibilità di nessuno; inutilmente. A nostra conoscenza non vi sono argomentazioni che si oppongano alla nostra, per ora, se non la volontà di non discutere nemmeno il problema da parte di certuni.
E' evidente che noi possiamo in linea di principio prendere in considerazione diverse impostazioni dalla nostra, ma non la semplice forza quantitativa e numerica che ci si oppone per ora.
B) Ci permettiamo di insistere perché venga presa in considerazione una nostra obiezione ad un aspetto dei criteri che vengono seguiti per tentare di risolvere il problema delle sedi dei gruppi.
Nelle ristrettezze in cui tutti si dibattono si sta cercando di ricavare spazio per i nuovi gruppi unicamente nelle sedi già in dotazione di altri. Esistono invece almeno un paio di aree, un paio di saloni il cui uso comporta la loro non utilizzazione per la massima parte del tempo parlamentare. Che senso ha, in queste condizioni non puntare su un recupero ad un uso pieno di questi saloni? Da quanto ho appreso, la difficoltà maggiore ad accogliere la richiesta da noi avanzata (di vederci attribuito almeno per un primo periodo, previo solamente alcuni lavori marginali di adattamento, il salone del VI piano) sarebbe costituita dal fatto che due altri gruppi parlamentari, non particolarmente numerosi, come il MSI ed il PSDI dovrebbe condividere questa sede per i loro incontri plenari. Come ho già avuto occasione di segnalarle, per quanto ci riguarda non esiste nessuna esigenza di particolare "dignità" della sede: quale che essa sia, poniamo semplicemente un problema di spazio che ci consenta di strutturare il n
ostro lavoro in modo adeguato non già alle nostre soggettive esigenze ma alle oggettive necessità di iniziativa e di lavoro legislativo. Per questo, oltretutto, la soluzione che caldeggiamo, e che mi permetto di riproporre alla sua attenzione, ha anche il pregio di poter immediatamente consentirci d'indirizzare la nostra attività. L'unico problema pratico si ridurrebbe all'arredamento ed alla installazione di telefoni.
Scusi la lunghezza e le ripetizioni, certamente non necessarie. Le porgo i nostri migliori saluti.
p. Il Gruppo Parlamentare Radicale
(Marco Pannella)