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Faccio Adele - 30 agosto 1976
UNA LEGGE NON UNO SLOGAN
di Adele Faccio

SOMMARIO: La legge è uno strumento di lavoro per il magistrato e quindi deve contenere una terminologia tecnica; conseguentemente, non potranno essere utilizzate le espressioni giornalistiche o gli slogan cari alle femministe. Così, ad esempio, non si può dire che l'aborto è libero, ma è necessario affermare che sono abrogati gli articoli della vecchia legge che lo proibivano e lo penalizzavano.

(PROVA RADICALE, luglio/agosto 1976)

Una legge non è un articolo giornalistico, non è un pezzo politico né sociologico, non è uno slogan da manifestazione: una legge è uno strumento di lavoro per il magistrato che deve farla rispettare, quindi forzosamente deve costituire una base solida e ben precisa di dati tecnici strettamente collegati con altri dati già presenti nel codice, da usai e e soprattutto far conoscere pubblicizzandoli. Quindi le femministe non ritroveranno le terminologie politiche e sociali o giornalistiche o gli slogan fin qui usciti per la campagna dell'aborto ma formulazioni precise per raggiungere quelle promesse. Per esempio non si può dire l'aborto è libero: bisogna dire che sono abrogati gli articoli della vecchia legge che lo proibivano e penalizzavano. Ma contemporaneamente resta una multa per chi chieda e chi esegua un aborto oltre i 90 giorni, sempreché non esistano cause di forza maggiore come malattie sopravvenute, false mestruazioni durante la gravidanza (come non tanto raramente avviene), malformazioni del feto.

Data l'impreparazione e l'inettitudine dei medici ginecologi che di aborto ne sanno poco o nulla perché nei testi di ostetricia e di ginecologia non se ne parla affatto, ma solo ve ne è un accenno nei testi di medicina legale, si raccomanda anche la preparazione del personale medico e paramedico alle tecniche dell'aspirazione.

in termini legislativi non si può dire l'aborto è gratuito perché lega l mente questa frase non significa nulla. Bisogna dire gli enti sanitari pubblici, ospedali, ambulatori, poliambulatori, consultori convenzionati con enti pubblici hanno l'obbligo di fornire gratuitamente il servizio con il fondo ospedaliero istituito dalla legge 17-8-74, n. 386. Quindi il termine assistito degli slogan femministi si risolve in termini legali nella determinazione dei luoghi pubblici in cui l'aborto deve essere fatto. Per non gravare legalmente sulla donna bisogna lasciare spazi fra le maglie legislative ma nello stesso tempo è importante essere inflessibili sulla perseguibilità dell'aborto clandestino. E' necessario quindi affrontare di petto il problema delle minorenni perché se non vengono svincolate dall'obbligo di avere l'autorizzazione di chi esercita la patria potestà saranno condannate per sempre allo sfruttamento sanitario ed economico della mammana clandestina. Rispettando ancora il diritto dell'obiezione di cos

cienza da parte del medico antiabortista si esige però che sicuramente costui non faccia altrove aborti clandestini e s'impegnano le strutture sanitarie a pubblicare l'elenco insieme con l'obbligo a garantire che, oltre agli obiettori antiabortisti, vi sia anche il numero necessario di medici e di personale paramedico e tecnico in grado di assicurare l'esecuzione degli aborti richiesti.

A loro volta i medici sono liberati dal vincolo della denuncia degli aborti al medico provinciale dall'abrogazione della lettera B dell'art. 103 del testo unico della legge sanitaria 27-7-34, n. 1265. E quindi cade una delle massime preclusioni che fin qui aveva impedito anche a medici intelligenti di eseguire aborti.

Per quanto riguarda tutte le altre richieste, estremamente corrette dal punto femminista e politico corretta informazione sessuale (per carità non "educazione", maledetta parola simbolo di tutte le falsificazioni ideologiche), corretta informazione contraccettiva (non quella approssimativa che danno i medici per avere sempre le donne con disturbi da curare a 30.000 lire la visita), parto senza dolore (diritto assoluto di tutte le donne), nascita senza violenza (diritto fondamentale di ogni essere umano che viene al mondo), aborto con il metodo di aspirazione con gli strumenti in plastica e sterilizzazione sia maschile che femminile tutto questo deve essere richiesto con fermezza da tutti i movimenti delle donne ma non può essere tecnicamente contenuto nel testo della legge.

Altrettanto accade per il problema dell'aborto colposo: sia nel caso degli aborti bianchi nei posti di lavoro sia nel caso di botte o incidenti che producano aborto, la punizione è prevista nel codice penale alta voce: lesioni colpose gravi. E' importante conoscere l'esistenza di queste leggi (che sono anche nel codice del lavoro) e farle applicare.

 
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