Marco PannellaSOMMARIO: A partire dalla denuncia del grave imbarbarimento delle forze di polizia, in particolare del reparto "II Celere" di Padova, Marco Pannella propone la smilitarizzazione delle forze di polizia e l'abrogazione dei codici e tribunali militari. A questo fine invita tutte le forze democratiche a partecipare alla manifestazione indetta il 2 settembre per la liberazione del capitano Margherito, responsabile di aver denunciato i metodi brutali e fascisti del II Celere.
(Tempo Settembre 1976 da " Marco Pannella - Scritti e discorsi - 1959-1980", editrice Gammalibri, gennaio 1982)
Il ministro Cossiga si informi di quanti e quali morti, feriti gravi, scontri sanguinosi provocati freddamente dopo lo svolgimento di manifestazioni politiche e sociali, pestaggi sistematici, di "fermati", è cosparso il lungo e frenetico cammino del II Celere in Italia. Le vittime sono centinaia.
Si informi e riferisca al Parlamento in modo diverso da quello usato in occasione del dibattito in Commissione Interni sull'assassinio del magistrato Occorsio, quando il deputato comunista Malagugini lo ha accusato di aver offeso con la qualità della sua relazione il Parlamento stesso. O lo informeremo noi, traendone le dovute conseguenze politiche.
Noi affermiamo che il II Celere è stato ed è una scuola di violenza, di brutalità e di fascismo (se la sistematica violenza delle istituzioni contro i diritti costituzionali dei cittadini sospettati di essere "rossi" è, com'è, fascismo). Affermiamo che questo fascismo si rovescia innanzitutto contro gli stessi agenti da parte del gruppo che li comanda, dove il disprezzo per i valori democratici, repubblicani, costituzionali è norma costante. Affermiamo che in questo reparto della polizia, e in questo gruppo, difendere anche la semplice lettera della legalità repubblicana, difendere i più elementari diritti civili e umani degli agenti, oltre che dei cittadini, è considerato tradimento, depravazione, reato.
Il presidente del Consiglio, il ministro della Difesa sappiano che ogni giorno in più di carcere del capitano Salvatore Margherito, ogni giorno che passerà senza che la Procura militare di Padova gli conceda il proscioglimento o la libertà provvisoria, vedrà crescere la mobilitazione delle forze democratiche con conseguenze da attribuire alla loro diretta responsabilità di governo.
E' tempo che la sinistra smetta la liturgia delle proteste e delle lamentele con cui da anni copre la sua rassegnazione dinanzi alle aggressioni e alle violenze che nella polizia, nell'esercito, nella magistratura, nell'amministrazione dello Stato colpiscono ed espellono quanti vogliono servire la legalità repubblicana in armonia con la propria coscienza di democratici.
E' tempo che non si subiscano come fatti compiuti episodi che fanno parte di un unico, continuo disegno, per vent'anni vincente, di attacco alla vita democratica delle istituzioni. Dal caso del contrammiraglio Falco Accame a quello del magistrato Marrone, da quello del commissario-capo De Francesco a quello del capitano Margherito, gli esempi clamorosi non mancano.
Contrariamente a quel che in Parlamento il presidente del Consiglio Andreotti ha affermato di credere, noi radicali non amiamo condurre polemiche e lotte aprioristiche e ingenerose. Pur essendo all'opposizione saremmo stati lieti di riconoscere uno stile e una volontà nuovi a questo governo. Ma i riflessi delle iniziative del ministro Cossiga su troppi episodi di questi giorni, dagli incidenti alla Maddalena, provocati dagli uomini inviati dal ben noto questore Vorìa, fino al caso del II Celere, sono purtroppo allarmanti. Per questo ci prepariamo a rispondere, subito e con durezza, nelle piazze oltre che in Parlamento. Per questo rivolgiamo un appello perché il 2 settembre tutte le forze democratiche manifestino a Padova per la liberazione di Margherito, per la democratizzazione e la smilitarizzazione della polizia, per la abrogazione dei codici e dei tribunali militari.