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Spadaccia Gianfranco - 17 settembre 1976
Diritti e Costituzione anche in carcere
di Gianfranco Spadaccia

SOMMARIO: Presentanto il convegno radicale su "Le rivendicazioni dei detenuti e la riforma carceraria" (25/26 settembre 1976), Gianfranco Spadaccia rileva che per la prima volte le manifestazioni nelle carceri italiane sono state condotte con metodi nonviolenti. La richiesta di piena attuazione della riforma carceraria e di diminuzione della carcerazione preventiva.

(NOTIZIE RADICALI n. 85, 17 settembre 1976)

In quasi tutte le carceri italiane sotto ferragosto le manifestazioni dei detenuti si sono mantenute nei limiti di azioni "pacifiche e dimostrative". Hanno dato il via il 14 agosto le detenute e i detenuti delle "Nuove". Il fatto che il governo abbia accettato e consentito l'incontro dei detenuti con una delegazione politica composta dal Presidente della Regione Piemonte, dal Segretario del Partito radicale e dal sen. Galante Garrone, ha fatto sì che le manifestazioni che si sono susseguite nei giorni successivi a Rebibbia e a San Vittore, a Poggioreale e all'Ucciardone, alle Murate, e via via in quasi tutti gli altri istituti di pena, potessero svolgersi e concludersi questa volta in maniera pacifica e con l'avvio di un confronto serio.

Che cosa chiedono le detenute e i detenuti? Che cosa ha mosso le carceri italiane? Il 9 agosto dovranno entrare in funzione gli istituti più importanti della riforma carceraria: quelli della semilibertà e dell'affidamento in prova al servizio sociale. Non solo non sono entrati in funzione e sono ancora appena abbozzate le strutture di servizio necessarie, ma mancano addirittura le premesse operative della loro attuazione. Un'altra richiesta riguarda l'abolizione di un'assurda discriminazione che esclude alcune categorie di detenuti dalla possibilità di accedere a questi istituti.

E la discriminazione è particolarmente odiosa nei confronti dei recidivi specifici che hanno più bisogno della riforma, cioè delle strutture "rieducative" e di reinserimento nella vita sociale e produttiva. Gli altri problemi (lentezza dei processi, termini della carcerazione preventiva, tempo libero, sovraffollamento delle carceri, carenza paurosa degli organici dei dirigenti, dei giudici di sorveglianza, delle guardie di custodia, degli assistenti sociali, mancanza id lavoro, di adeguata assistenza sanitaria, ecc.) sono fin troppo noti perché sia necessario soffermarvisi.

Se la prima caratteristica di queste manifestazioni è stata la nonviolenza, la seconda caratteristica è nel fatto che questa volta i detenuti si sono mossi avendo un preciso quadro di riferimento: l'attuazione di questa insoddisfacente, contraddittoria e limitativa riforma carceraria che è tuttavia diventata legge della Repubblica. Si sono mossi dunque con la consapevolezza di essere dalla parte della legge, della legalità, di fronte a uno Stato "fuorilegge", inadempiente rispetto alle proprie leggi.

E' ora necessario che dall'esterno del carcere la lotta per la riforma venga ripresa e sviluppata e che l'onere della lotta non sia lasciato ai soli detenuti. Occorre individuare alcuni obiettivi realizzabili e raggiungibili nei prossimi mesi, non abbandonando certo la lotta più generale contro l'istituzione carceraria e il modo con il quale è ancora concepita, ma fissando per intanto a questa lotta alcune scadenze precise e controllabili, nei rapporti con il Ministero, con il governo nel suo complesso e Lega nonviolenta dei detenuti, con il Parlamento.

E' un problema che riguarda prima di tutto il Partito radicale, ma deve riguardare gli operatori democratici della giustizia e delle carceri, gli ex detenuti. Occorre passare da iniziative estemporanee, individuali o frammentarie ad una più articolata e complessa organizzazione capace di coinvolgere tutte le energie disponibili e di suscitarle.

Diminuzione dei limiti della carcerazione preventiva con il ritorno alla legge Valpreda, attuazione degli istituti previsti della riforma carceraria, eliminazione delle discriminazioni fissate per la semilibertà e l'affidamento in prova, aumento degli organici, misure di politica giudiziaria per eliminare il sovraffollamento nelle carceri, decentramento alle Regioni dell'edilizia carceraria e dell'assistenza sanitaria e loro coinvolgimento, insieme ai sindacati e ai Comuni nell'azione per il reinserimento nella vita produttiva e sociale: questo è il terreno su cui è necessario muoversi.

Per questi motivi è stato organizzato per il 25 e 26 settembre il convegno nazionale nella preparazione del quale siamo intenzionati a coinvolgere il maggior numero di detenuti.

E' necessario infatti non soltanto stabilire un colloquio e un confronto costruttivo con forze politiche e Parlamento, ma anche compiere una corretta e urgente opera di informazione dell'opinione pubblica, sviata e disinformata dal comportamento di molti organi di stampa. Basta pensare a "Repubblica" che intitola come il "Tempo" di Roma le manifestazioni nonviolente: "Sommosse nelle carceri". O al "Corriere della sera" che dopo l'evasione di Mesina pubblica un articolo dal titolo "Riforma carceraria non è libertà per evadere" (quando sono stati proprio i detenuti delle "Nuove" a sollevare il problema della carenza di organici delle guardie di custodia e delle loro intollerabili condizioni di vita).

Ondate emotive anche giustificate dell'opinione pubblica rischiano di far pagare, come è avvenuto nel 1974, a migliaia di poveri, di umili, di indifesi, fatti i criminalità con i quali hanno ben poco a che fare, e le carenze e le colpe di uno Stato che è capace di attuare con efficienza solo una vergognosa giustizia di classe mentre è incapace di fare funzionare e di assicurare la giustizia della Repubblica.

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Le rivendicazioni dei detenuti e la riforma carceraria

Convegno promossa dal partito radicale

25 settembre 1976

ore 16 teatro Centrale via celsa 6

Programma del Convegno

SABATO 25 (inizio lavori ore 16)

Introduzione politica di Gianfranco Spadaccia

RELAZIONI:

1) Riforma degli articoli 47-48-54 della legge 26 luglio, n. 354 della Riforma carceraria ("Affidamento in prova la servizio sociale")

2) Art. 272 C.P.P. ("Termini di custodia preventiva")

3) Gli istituti inattuati della Riforma

4) Giurisdizionalizzazione del Procedimento Esecutivo

Avv. ANGELO MIELE

5) Trasferimento alla Regione delle competenze degli organi centrali

ALDO VIGLIONE Pres. Regione Piemonte

6) Lavoro nelle carceri

MARGARA Giudice Sorveglianza di Firenze

7) Trattamento Penitenziario

FRANCESCO PAGANO ex direttore carcere Regina Coeli

8) Operatori Penitenziari

MAURIZIO BARBERA vice direttore carcere Rebibbia

9) Misure di sicurezza e condizioni internati

Avv. ERASMO ANTETOMASO

10) Minori e Carceri Minorili

CRISTINA MESSINA educatrice sezione custodia preventiva carcere minorile Casal del Marmo

11) Interventi di rappresentanti di ex detenuti della Lega nonviolenta

RENATA BRUSCHI, FULVIO SCAGNOLARI

Seguiranno interventi e dibattito generale

DOMENICA 26 (inizio lavori ore 9)

a) comunicazioni e interventi dei gruppi parlamentari

b) dibattito

Il comitato promotore ha chiesto al Ministero di Grazia e Giustizia e ai giudici di sorveglianza competenti la concessione di permessi speciali per la partecipazione al convegno di alcuni rappresentanti dei detenuti della redazione del giornale del carcere di Santa Teresa di Firenze "Noi e gli altri" e del carcere di Rebibbia di Roma.

SONO STATI INVITATI:

- tutte le forze politiche democratiche

- i gruppi parlamentari

- le associazioni degli operatori carcerari

- i sindacati

- le associazioni dei magistrati

- giuristi

- associazioni e gruppi che operano per la difesa dei diritti dei detenuti

- rappresentanti dei detenuti ed ex detenuti

- hanno assicurato la loro presenza al convegno alcuni esponenti del Ministero di Grazia e Giustizia

AUTOFINANZIAMENTO DEL CONVEGNO

Questo convegno ci costa tra teatro, manifesti, impianti, inviti e spese varie oltre 2.000.000 di lire. Come tutte le altre iniziative del Partito radicale dovrà essere pagato da chi ne è direttamente interessato. Non ci vergognamo di chiederti un contributo, la riuscita di questa manifestazione dipende anche da te. E' così che abbiamo vinto in passato, è così che vogliamo continuare a vincere.

 
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