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Pannella Marco - 6 ottobre 1976
(3) L'assegnazione degli scranni nell'aula della Camera
Lettera di Marco Pannella a tutti i deputati con richiesta di solidarietà per il problema degli scranni (6 ottobre 1976)

PREMESSA: All'inizio della VII legislatura i quattro deputati eletti nelle liste radicali (Emma Bonino, Adele Faccio, Mauro Mellini, Marco Pannella) si scontrano con l'ostinata volontà del gruppo parlamentare comunista e del Presidente della Camera Pietro Ingrao (Pci) d'impedir loro di sedere all'estrema sinistra dell'aula. I deputati radicali avevano infatti preso posto ai margini estremi dell'emiciclo per sottolineare la loro estraneità ed opposizione a quella maggioranza sostanziale che si autodefinisce dell'"Arco costituzionale" - una "ammucchiata", la chiamano i radicali, che spazia dal Pci alla Dc attraverso il Psi, il Psdi, il Pli e il Pri per comprendere più del 90% dei parlamentari - che si consoliderà e formalizzerà nel corso della VII e VIII legislatura. Questa vicenda, di per sé marginale ma che spinge il Presidente Ingrao ad espellere dall'Aula l'intero gruppo radicale, rappresenta la prima manifestazione emblematica di quel clima d'intolleranza nei confronti dell'unica reale opposizione esisten

te in Parlamento che caratterizzerà gli anni del "compromesso storico" e della "Unità nazionale" e che vedrà in particolare i comunisti nel ruolo di puntello autoritario della maggioranza. Particolare violenza viene quindi riservata dal Pci ai radicali che per la prima volta osavano insidiare il trentennale monopolio comunista dell'opposizione di sinistra in Parlamento svelando la natura storicamente compromissoria e sostanzialmente subordinata alla Dc della loro politica. Nella gestione presidenziale della questione degli scranni già si manifestano quelle forzature ed anche quelle vere e proprie violazioni regolamentari che successivamente diverranno prassi costante per tentare di spegnere la voce dell'opposizione radicale.

* * *

SOMMARIO: Nella lettera inviata a tutti i deputati, Marco Pannella contesta l'argomento "provocatoriamente proprietario e padronale" del Pci secondo il quale da trent'anni i suoi parlamentari occupano i seggi più a sinistra e quindi non intendono cederli a chicchessia. Nell'affermare che non si può essere complici con questa forma di violenza e di arroganza, chiede ai deputati d'inviare lettere alla Presidenza ed ai questori con la richiesta di riesaminare la questione dell'attribuzione dei seggi. [Aderiranno a questa richiesta i deputati Raffaele Costa (Pli), Mario Segni (Dc), Gerardo Bianco (Dc), Alessandro Giordano (Dc), Sergio Cuminetti (Dc), Antonio Brusca (Pci), Luigi Spaventa (Indip. Sinistra), Massimo De Carolis (Dc), Riccardo Lombardi (Psi), Antonio Caldoro (Psi)]

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INDICE COMPLETO DEI DOCUMENTI E ARTICOLI SULLA QUESTIONE DELL'ASSEGNAZIONE DEI POSTI IN AULA NELLA VII LEGISLATURA:

- Lettera di Marco Pannella al Presidente della Camera sul problema dell'assegnazione dei posti in aula (31 luglio 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4660];

- Lettera di Marco Pannella ai presidenti dei gruppi parlamentari della Camera e, per conoscenza, al Presidente della Camera sulla dislocazione in aula dei gruppi (14 agosto 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4661];

- Il Resto del Carlino (30 agosto 1976);

- Il Tempo (30 agosto 1976);

- La Repubblica (1 ottobre 1976);

- Il Resto del Carlino (2 ottobre 1976);

- Lettera a tutti i deputati con richiesta di solidarietà per il problema degli scranni (6 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4662];

- Espulsione dall'aula dei Deputati Pannella, Mellini, Faccio e Bonino (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 7 ottobre 1976);

- Lettere di solidarietà di Raffaele Costa, Mario Segni, Gerardo Bianco, Alessandro Giordano, Sergio Cuminetti, Antonio Brusca (7 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale);

- Richiesta di dibattito sulla questione degli scranni (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta dell'8 ottobre 1976);

- Il Messaggero (8 ottobre 1976);

- Il Giornale (8 ottobre 1976);

- Corriere della Sera (8 ottobre 1976) [testo n. 4663];

- La Stampa (8 ottobre 1976);

- Paese Sera (8 ottobre 1976);

- Gazzetta del Popolo (8 ottobre 1976);

- L'unità (8 ottobre 1976);

- L'Avvenire (8 ottobre 1976);

- Lettere di Luigi Spaventa e Massimo De Carolis (8 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale);

- Conferenza stampa del gruppo radicale (9 ottobre 1976) [testo n. 4664]

- Dichiarazione del gruppo radicale sulla lettera di Riccardo Lombardi (9 ottobre 1976) [testo n. 4665]

- Intervento sul processo verbale dei deputati radicali sull'espulsione dall'aula (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 12 ottobre 1976);

- Corriere della Sera (13 ottobre 1976);

- La Nazione (13 ottobre 1976);

- Paese Sera (13 ottobre 1976);

- Il Tempo (13 ottobre 1976) [testo n. 4666];

- Il Giorno (13 ottobre 1976);

- Lettera di Antonio Caldoro (15 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale);

- Tempo (17 ottobre 1976) [testo n. 4667];

- Dichiarazione del gruppo radicale sulla dislocazione dei posti in aula (conferenza capigruppo - 21 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4668];

- Comunicato stampa del Presidente della Camera (21 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4669];

- Pannella sul comunicato del Presidente - Replica di Ingrao (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 22 ottobre 1976);

- L'Avvenire (22 ottobre 1976);

- Pannella sul processo verbale sottolinea che le modalità di votazione del 22 ottobre non devono costituire precedente (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 28 ottobre 1976);

- I deputati radicali abbandonano l'aula (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 28 ottobre 1976);

- Pannella sull'art. 36 del Regolamento (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 8 novembre 1976);

- I deputati comunisti impediscono a Pannella di parlare dal suo banco (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 4 maggio 1978);

(CAMERA DEI DEPUTATI, Gruppo Parlamentare Radicale, VII legislatura, "QUESTIONI REGOLAMENTARI E COSTITUZIONALI" dal 5 luglio 1976 al 5 maggio 1978)

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Roma, 6 ottobre 1976

Colleghe Deputate, Colleghi Deputati,

non ci resta che investire in questa forma tutti e ciascuno di voi di un problema che rischia di divenire grave quando non avrebbe nemmeno dovuto sussistere. Vi chiediamo la vostra attenzione e, se possibile, la vostra solidarietà e comprensione per superare insieme una decisione corriva e non equa presa nei giorni scorsi dai Questori della camera, sulla quale purtroppo anche la Presidenza mostra di esser consenziente.

Si tratta della dislocazione in aula dei deputati del gruppo radicale e di quello di Democrazia Proletaria. Penso che se a ciascuno di voi si fosse chiesto prima dell'apertura della legislatura quali fossero i seggi da assegnare ai deputati dei nostri due gruppi ben pochi non vi avrebbero indicato quelli dell'estrema sinistra. Le tradizioni parlamentari e la semplice logica non potevano che dettare questa risposta.

Ma il PCI si affrettò a dichiararsi non d'accordo. Da allora dichiara che "da trent'anni" i suoi parlamentari occupano i seggi più a sinistra e che non intendono cederli a chicchessia. I Questori hanno fatto propria questa pretesa.

Il problema che ne consegue non riguarda affatto, come alcuni dicono, i rapporti fra PCI, PR e DP, ma tutta l'assemblea. Se gli schieramenti parlamentari sono segnati dalle posizioni politiche dei vari deputati e gruppi, nessuno porrà in dubbio che demoproletari e radicali vengono usualmente indicati come "estremisti", comunque come forze che operano "alla sinistra" del PCI e non altrove. Personalmente non ritengo nemmeno che i posti della "estrema" siano fra i più desiderabili: vi sono stati a volte ospiti, come d'Annunzio, sospetti. Vi sono stati seduti prima repubblicani e radicali, poi socialisti, non di rado topograficamente frammisti.

L'argomento del direttivo del gruppo del PCI è di stampo provocatoriamente proprietario e padronale. Presuppone una lottizzazione del terreno parlamentare e l'inserimento dell'Istituto dell'usucapione nei nostri regolamenti (oltre che nella storia e nella politica). Se ci fossero stati opposti argomenti e metodi diversi avremmo cercato in ogni modo di superare con un onorevole compromesso questo contenzioso. Potevamo anche tacitamente lasciar spazio a soluzioni diplomatiche, consapevoli che dietro certe ipocrisie qualche volta traspare a sufficienza l'omaggio che la menzogna rende alla verità.

Ma ormai si è scelta invece la strada dell'imposizione.

Ci si dice: ma che importanza ha? Ce lo chiediamo anche noi. E la risposta è che qualche importanza deve pure averla se la soluzione più logica, più naturale, tale che se presa subito non sarebbe nemmeno stata avvertita, viene rifiutata, non a noi ma alla Camera nel suo assieme.

Forse siamo dei velleitari moralisti che si fermano a cose non essenziali. Ma riteniamo che le radici della violenza e della complicità con la violenza si annidano robuste anche nella corrività con la quale si accettano mille piccole, nuove violenze, per pigrizia e per sciatteria, nella vita di ogni giorno.

Se de parte del vertice parlamentare del PCI ci si fosse limitati ad un atteggiamento arrogante e anche protervo non avremmo avuto nulla da eccepire. Contrariamente a quel che si pensa l'arroganza è uno dei diritti del potere, anche se non fra i più simpatici e costruttivi. Ma si tratta invece di violenza. Siamo certi che gran parte dei compagni del gruppo del PCI, se interpellati in qualche modo prima che questa situazione si fosse venuta a creare, avrebbero reagito consigliando serenità e tolleranza, secondo giustizia e rispetto per la verità. Speriamo che almeno qualcuno di loro, in una sede o nell'altra, manifesti una sua opinione meditata e serena anche ora.

Ma è naturalmente anche, o più ancora, agli altri deputati che chiediamo di non esser corrivi e di non continuare a mostrare di credere che il problema è senza importanza e che sono solamente i quattro scocciatori ed esibizionisti radicali a porlo, per motivi di parte e di speculazione politica.

Chiediamo dunque a ciascuno e tutti i parlamentari di comunicarci in casella, o presso la sede del gruppo, il loro accordo al seguente testo:

"I sottoscritti deputati ritendono che il problema dell'attribuzione dei seggi in aula ai nuovi gruppi del PR e di DP non sia stato risolto secondo logica e equità. Pregano quindi i Questori e la Presidenza della Camera di tornare sulla decisione presa".

Ci auguriamo che sia possibile che i deputati della VII legislatura non rifiutino occasioni di pronunciarsi anche in quanto tali quando dissensi o diverse soluzioni non possano esser ricondotte e chiuse all'interno degli schieramenti ideologici o delle discipline di gruppo. Per quanto ci riguarda siamo ben decisi a farlo, e ci auguriamo che ce ne venga offerta spesso l'opportunità.

Vi ringraziamo per la rapida risposta che speriamo vorrete darci, quale che essa sia. Non chiediamo solamente consensi, ma anche il contributo della critica e di consigli.

Se poi le cose dovessero evolversi in modo da far gridare ai soliti mistificatori allo scandalo ed alla esibizione, siamo certi che molti di voi avranno compreso che non è di questo che si tratta, e che proprio questo stiamo cercando di evitare.

Cordiali saluti

p. Il gruppo parlamentare radicale

(Marco Pannella)

 
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