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Tempo - 17 ottobre 1976
(8) L'assegnazione degli scranni nell'aula della Camera
Radicali e PCI - E' vero: siamo i 4 sederi dell'apocalisse

Ma il problema dei posti in Parlamento, dice Pannella, si può risolvere anche senza la violenza (TEMPO del 17 ottobre 1976)

PREMESSA: All'inizio della VII legislatura i quattro deputati eletti nelle liste radicali (Emma Bonino, Adele Faccio, Mauro Mellini, Marco Pannella) si scontrano con l'ostinata volontà del gruppo parlamentare comunista e del Presidente della Camera Pietro Ingrao (Pci) d'impedir loro di sedere all'estrema sinistra dell'aula. I deputati radicali avevano infatti preso posto ai margini estremi dell'emiciclo per sottolineare la loro estraneità ed opposizione a quella maggioranza sostanziale che si autodefinisce dell'"Arco costituzionale" - una "ammucchiata", la chiamano i radicali, che spazia dal Pci alla Dc attraverso il Psi, il Psdi, il Pli e il Pri per comprendere più del 90% dei parlamentari - che si consoliderà e formalizzerà nel corso della VII e VIII legislatura. Questa vicenda, di per sé marginale ma che spinge il Presidente Ingrao ad espellere dall'Aula l'intero gruppo radicale, rappresenta la prima manifestazione emblematica di quel clima d'intolleranza nei confronti dell'unica reale opposizione esisten

te in Parlamento che caratterizzerà gli anni del "compromesso storico" e della "Unità nazionale" e che vedrà in particolare i comunisti nel ruolo di puntello autoritario della maggioranza. Particolare violenza viene quindi riservata dal Pci ai radicali che per la prima volta osavano insidiare il trentennale monopolio comunista dell'opposizione di sinistra in Parlamento svelando la natura storicamente compromissoria e sostanzialmente subordinata alla Dc della loro politica. Nella gestione presidenziale della questione degli scranni già si manifestano quelle forzature ed anche quelle vere e proprie violazioni regolamentari che successivamente diverranno prassi costante per tentare di spegnere la voce dell'opposizione radicale.

* * *

SOMMARIO: Il racconto della vicenda che vede il piccolo gruppo radicale confrontarsi con il Pci e il Presidente Ingrao. In particolare vengono esaminate le ragioni per cui il Presidente Ingrao ha voluto porre i radicali davanti al fatto compiuto impedendo quella discussione e quella votazione che Pannella si era impegnato ad accettare senza protestare.

* * *

INDICE COMPLETO DEI DOCUMENTI E ARTICOLI SULLA QUESTIONE DELL'ASSEGNAZIONE DEI POSTI IN AULA NELLA VII LEGISLATURA:

- Lettera di Marco Pannella al Presidente della Camera sul problema dell'assegnazione dei posti in aula (31 luglio 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4660];

- Lettera di Marco Pannella ai presidenti dei gruppi parlamentari della Camera e, per conoscenza, al Presidente della Camera sulla dislocazione in aula dei gruppi (14 agosto 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4661];

- Il Resto del Carlino (30 agosto 1976);

- Il Tempo (30 agosto 1976);

- La Repubblica (1 ottobre 1976);

- Il Resto del Carlino (2 ottobre 1976);

- Lettera a tutti i deputati con richiesta di solidarietà per il problema degli scranni (6 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4662];

- Espulsione dall'aula dei Deputati Pannella, Mellini, Faccio e Bonino (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 7 ottobre 1976);

- Lettere di solidarietà di Raffaele Costa, Mario Segni, Gerardo Bianco, Alessandro Giordano, Sergio Cuminetti, Antonio Brusca (7 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale);

- Richiesta di dibattito sulla questione degli scranni (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta dell'8 ottobre 1976);

- Il Messaggero (8 ottobre 1976);

- Il Giornale (8 ottobre 1976);

- Corriere della Sera (8 ottobre 1976) [testo n. 4663];

- La Stampa (8 ottobre 1976);

- Paese Sera (8 ottobre 1976);

- Gazzetta del Popolo (8 ottobre 1976);

- L'unità (8 ottobre 1976);

- L'Avvenire (8 ottobre 1976);

- Lettere di Luigi Spaventa e Massimo De Carolis (8 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale);

- Conferenza stampa del gruppo radicale (9 ottobre 1976) [testo n. 4664]

- Dichiarazione del gruppo radicale sulla lettera di Riccardo Lombardi (9 ottobre 1976) [testo n. 4665]

- Intervento sul processo verbale dei deputati radicali sull'espulsione dall'aula (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 12 ottobre 1976);

- Corriere della Sera (13 ottobre 1976);

- La Nazione (13 ottobre 1976);

- Paese Sera (13 ottobre 1976);

- Il Tempo (13 ottobre 1976) [testo n. 4666];

- Il Giorno (13 ottobre 1976);

- Lettera di Antonio Caldoro (15 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale);

- Tempo (17 ottobre 1976) [testo n. 4667];

- Dichiarazione del gruppo radicale sulla dislocazione dei posti in aula (conferenza capigruppo - 21 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4668];

- Comunicato stampa del Presidente della Camera (21 ottobre 1976 - "Questioni regolamentari e costituzionali" a cura del Gruppo Parlamentare Radicale) [testo n. 4669];

- Pannella sul comunicato del Presidente - Replica di Ingrao (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 22 ottobre 1976);

- L'Avvenire (22 ottobre 1976);

- Pannella sul processo verbale sottolinea che le modalità di votazione del 22 ottobre non devono costituire precedente (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 28 ottobre 1976);

- I deputati radicali abbandonano l'aula (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 28 ottobre 1976);

- Pannella sull'art. 36 del Regolamento (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 8 novembre 1976);

- I deputati comunisti impediscono a Pannella di parlare dal suo banco (Camera dei Deputati - Resoconto stenografico della seduta del 4 maggio 1978);

(CAMERA DEI DEPUTATI, Gruppo Parlamentare Radicale, VII legislatura, "QUESTIONI REGOLAMENTARI E COSTITUZIONALI" dal 5 luglio 1976 al 5 maggio 1978)

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Radicali e PCI - E' vero: siamo i 4 sederi dell'apocalisse

Ma il problema dei posti in Parlamento, dice Pannella, si può risolvere anche senza la violenza

(TEMPO del 17 ottobre)

Roma. Dice Marco Pannella: "Mica è finita. I posti sono nostri e ce li riprendiamo". A causa di quei posti, mercoledì sera il presidente della Camera Pietro Ingrao lo ha espulso dall'aula insieme con gli altri tre deputati radicali. Un record storico: nella vita travagliata della Repubblica non era mai successo, nemmeno nelle sedute più roventi quando si discuteva del Patto atlantico e volavano i banchi, o si parlava del Sifar e i deputati si placcavano a vicenda come giocatori di rugby. Dall'aula un intero gruppo parlamentare non era stato mai allontanato. "E' il seguito dello schiaffo che Pannella si è beccato a via delle Botteghe Oscure", ha detto subito il deputato democristiano Giuseppe Costamagna; "Un altro episodio dell'intolleranza comunista", ha dichiarato il liberale Aldo Bozzi. Certo l'episodio è un altro momento della polemica tra radicali e il Pci: è ai comunisti che i radicali contendono i loro posti in Parlamento, ed è comunista il presidente Ingrao che ha ordinato agli uscieri di cacciarli da

ll'aula.

Il problema dei posti in Parlamento tiene impegnati i radicali dall'inizio della legislatura. Fin dalla prima seduta, i quattro deputati radicali, Pannella, Mauro Mellini, Emma Bonino e Adele Faccio erano andati ad occupare altrettanti posti nella "montagna", l'ultima fila in alto dei banchi comunisti che nella rigida topografia parlamentare corrisponde all'estrema sinistra del Pci. I comunisti avevano brontolato ma i radicali non si erano mossi. La tesi dei comunisti era che per tradizione e per abitudine quei posti erano sempre stati i loro; i radicali avevano risposto che in Parlamento non si stabiliscono i posti né per tradizione né per abitudine, ma seguendo la volontà espressa dall'assemblea e aspettando che questa volontà si manifestasse, poiché i radicali si ritenevano politicamente alla sinistra del Pci avevano scelto gli unici posti che erano in grado di rappresentare tangibilmente questa posizione.

La questione era rimasta in sospeso. Il presidente della Camera Ingrao aveva avviato un'opera di mediazione. Aveva incontrato Pannella e gli aveva chiesto di non fare gesti affrettati, "in cambio", gli aveva assicurato "cercherò di convincere il Pci a lasciarvi quei quattro posti a disposizione". Per non fare precipitare la situazione, Ingrao decide di non fare votare i deputati con il sistema elettronico ma con il vecchio sistema delle schede: la votazione elettronica si fa infilando il tesserino parlamentare in una fessura del proprio banco di deputato, dal momento che i radicali occupano quattro posti comunisti la bagarre sarebbe stata inevitabile. Ma agli inizi di ottobre, una riunione dei capigruppo della Camera propone di dare soddisfazione al Pci e di obbligare i radicali a lasciare i posti occupati abusivamente per andare a sedersi più al centro, vicino ai deputati socialisti. Ingrao torna a vedere Pannella e gli fa capire che non c'è più niente da fare. "Benissimo", ribatte Pannella, "però che avve

nga tutto alla luce del sole e davanti all'assemblea". La soluzione che propone Pannella è questa: Ingrao lasci la responsabilità di "sloggiare" i radicali a questori della Camera; i radicali si opporranno e a questo punto lo stesso Ingrao potrà intervenire, avviare una discussione sul problema dei posti, metterla ai voti e prendere una decisione finale. "Sia ben chiaro", sottolinea Pannella "che a questa decisione, qualunque essa sia, noi ci inchineremo senza protestare". Ingrao, racconta Pannella, si dice d'accordo.

E invece mercoledì sera, alle otto, i radicali si trovano di fronte al fatto compiuto: c'è una votazione su alcuni decreti legge approntati dal governo e la votazione è con il sistema elettronico. Malagugini del Pci si alza per annunciare che quattro deputati comunisti non potranno votare perché i loro posti sono occupati dai radicali. Pannella chiede la parola ma Ingrao gliela nega "perché si è in sede di votazione" e lo invita a spostarsi nei posti assegnati. Pannella resiste, l'aula entra in subbuglio e Ingrao rinnova l'appello. I radicali non si muovono. Pajetta esclama "Sono qui da trent'anni e non mi sposto nemmeno con le cannonate". Mellini replica:"In Parlamento non esiste l'usucapione". "Non esiste nemmeno la guerra di occupazione", ribatte il comunista Antonello Trombadori. Emma Bonino entra in azione: "Sono metodi fascisti". "E tu dove eri quando sotto il fascismo io me ne stavo in galera?", grida Pajetta. "All'asilo", risponde calmissima la Bonino. "Certo che dovete sedere all'estrema" urla allor

a Trombadori, "ma all'estremità del Msi, non certo a quella del Pci". Subito dopo c'è l'espulsione.

Cos'è che ha fatto precipitare la situazione? Sono state le pressioni del Pci su Ingrao perché "i banchi del Parlamento non vanno lasciati in ostaggio a nessuno", come più tardi dirà il capo gruppo comunista alla Camera Alessandro Natta? Qualcuno invece sostiene che Ingrao ha stretto i tempi perché Pannella prima della seduta ha distribuito ai parlamentari un volantino che li invitava a firmare un attestato di solidarietà ai radicali.

E il volantino aveva raccolto molte firme tra socialisti e soprattutto tra i democristiani. Forse troppe: "Se si andava a una votazione", dice Mellini, "c'era il rischio che il Pci si trovasse in minoranza. Per questo è grave l'espulsione: Ingrao non ha forzato la mano contro noi radicali, ma soprattutto nei confronti dell'assemblea alla quale ha impedito di maturare e di esprimere liberamente la propria volontà". E così, per martedì 12 ottobre, quando la Camera sarà chiamata ad un'altra votazione i radicali hanno già stabilito che andranno a sedersi un'altra volta nei posti contestati. "Il nostro problema dei posti in Parlamento", dice Pannella, "poteva essere affrontato e risolto in mille modi. Il Pci ha scelto il peggiore: quello della sopraffazione e della forza".

 
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