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Pezzana Angelo - 30 ottobre 1976
SESSUALITA': LETTERA D'AMORE AI COMPAGNI OMOSESSUALI DEL PDUP
di Angelo Pezzana

SOMMARIO: Dopo aver criticato il comportamento del Manifesto in ordine alla questione omosessuale, Pezzana rivolge un invito ai gay del PDUP affinché con coraggio e senza complessi rivendichino la propria omosessualità.

(PROVA RADICALE, ottobre 1976)

Antefatto

Sei anni fa i compagni del Manifesto avevano lanciato una sottoscrizione per sostenere il loro quotidiano appena uscito. Un gruppo di omosessuali torinesi - c'ero anch'io nel numero - decise che era importante sostenere quell'iniziativa e, con una colletta modesta ma significativa, inviò al giornale la somma di lire 28.500, accompagnandola con una lettera di adesione e auguri firmandola, in caso di pubblicazione, "un gruppo di omosessuali torinesi". Il Manifesto intascò il denaro e pubblicò l'importo che gli era arrivato, ma mutilò la firma lasciando soltanto "un gruppo di torinesi".

Entriamo in argomento

Non credo occorrano commenti. Semmai vorrei sottolineare come quella forma di censura, avvenuta in tempi ormai lontani, abbia poi caratterizzato non l'atteggiamento, ma la sostanza della politica del PDUP nei confronti della questione omosessuale.

Dalla chiusura più totale ("di queste cose non se ne parla neppure!") alla pubblicazione timida di qualche lettera, il passo è stato tutt'altro che breve. Sono stati necessari anni di lotta con il FUORI! perché si capisse, da parte di chi ragiona solo in termini di rapporti di forza, che il movimento omosessuale rifletteva un'esigenza reale di liberazione.

Teoria Prassi

Qualche lettera dunque, brevi polemiche subito sopite dopo qualche intervento sfortunato di un becero-illustre di turno (ad es. Dedalus, al secolo Umberto Eco) ma niente di più. Nessuna volontà reale di investire il partito, l'organizzazione con una presa di posizione chiara sull'omosessualità. Si può obiettare che questo compito deve toccare agli stessi omosessuali, ma allora questo ritardo non lo si può imputare solo a loro, se non c'è uno spazio in cui ci si può esprimere.

Tra una lettera e mille silenzi il Manifesto va avanti fino al 28 Luglio di quest'anno, quando pubblica una "proposta di un gruppo di compagni omosessuali", sempre sotto forma di lettera, tanto per non assumersi troppa responsabilità.

Gli omosessuali, lo sanno tutti ma noi meglio di chiunque altro, sono abituati da secoli a prendersi botte in testa, per cui quando qualcuno, invece di digrignare i denti e romperci la testa ci dà soltanto un pugno allora lo guardiamo quasi con simpatia. Perbacco, ma costui allora ci è amico! Sorretti da una base marmorea di complessi di inferiorità e colpevolizzati a dovere cominciamo ad alzare leggermente lo sguardo e avanziamo qualche richiesta.

Qual è la posizione dei compagni del PDUP?

Intanto la valutazione che il congresso del FUORI! ha posto le premesse affinché tutta la sinistra affronti finalmente la questione (omo)sessuale e noi, come froci radicali che abbiamo voluto ed organizzato il congresso, non possiamo che esserne contenti. Era quello che volevamo tutt'altro che fieri, come gente di sinistra, che questa sinistra, clericale e sessista, avesse una unica eccezione nel partito radicale.

Ma, cari compagni omosessuali, non inventate la bicicletta!

Sono cinque anni che in Italia e nel mondo ne circolano milioni di esemplari, perdete tempo a chiedervi se le ruote quadrate sono migliori di quelle rotonde.

I vecchi ruoli

Se cominciate con l'anonimato (nel 1976!), se per venire fuori avete bisogno di "conoscervi nazionalmente", se la vostra qualità di militanti rivoluzionari vi procura ancora paura, allora c'è qualcosa che non va nella "vostra" rivoluzione.

Il FUORI! poi non vi ha lanciato nessuna "sfida" (Il Manifesto 28-7-76), siete voi semmai a doverla lanciare alla vostra organizzazione politica, ma, concedetemelo, con ben altro stile. Voi chiedete permesso, sapendo già che la vostra iniziativa incontrerà "l'ostilità di gran parte dei compagni eterosessuali". Ma allora sbattetegliela in faccia la vostra omosessualità a questi tristi e repressi-repressivi "compagni" della sinistra! Forza col rossetto e i tacchi a spillo, avanti con gli orecchini e il rimmel, ma non nelle sedi del FUORI! dove non se ne accorgerebbe nessuno tanto è abituale, bensì in quelle del PDUP. Organizzate riunioni gay in quel torpore di serietà e perbenismo, ciclostilate documenti, affiggete manifesti, non chiedete nessuno spazio ma prendetevelo. Altrimenti continuerete ad "abbandonare il campo" (Il Manifesto 25-8-76), continuerete a declamare che quella del FUORI! è una "visione angustamente radicale" ma la vostra visione, che ostinatamente adesso ricercate, è quella che sapete, che vi

procura paura e vi sommerge di veli, che genera ulteriori nevrosi e frustrazioni. La nostra è radicale (cos'altro dovrebbe essere poi non so, visto che siamo radicali!) ma è una visione che non ci divide in due, che non ci crea problemi di identità, che spinge ad essere apertamente gay quelli che ancora non ne hanno preso coscienza.

Tutto questo sarà anche "angusto", ma sapeste quanto ci piace! L'aria da funerale che trasuda dalle vostre dichiarazioni noi ce la siamo buttata alle spalle da anni. E voi la scoprite adesso? Siete ancora lì a distribuire patenti di "vero marxismo" e a stabilire quali "pratiche autocoscienziali" sono corrette e quali no?

Che fare

Ma toccategli il cazzo, accarezzategli il culo ai vostri compagni militanti, portateveli a letto, provocate la loro virilità fasulla con un chilo di fondo tinta! Per chi ha ormai "capito tutto" (è il caso del Manifesto, o mi sbaglio?) le parole non servono più. Entrare in crisi a parole è la cosa più facile di questo mondo, e a parole la solidarietà rivoluzionaria è un concetto inutile e vuoto.

E poi, scusate, in nome di quale martirio riuscite ancora a sopportare il maschilismo eterosessuale? E non mi sembra molto gratificante un martirio, anche se marxista.

Auguri di cuore per il coordinamento che state organizzando. Però, sempre per evitare il pericolo di inventare la bicicletta, vi preghiamo di voler ricevere, riservandogli attenzione e simpatia, la collezione completa del nostro giornale che provvederemo oggi stesso a spedirvi. Forse scoprirete che la bicicletta è già stata inventata, proprio il modello Marx che anche a voi sta a cuore, e che il problema oggi è quello di salirci sopra, senza inciampare nei veli però, salirci sopra magari in tanti, ognuno con un colore diverso dall'altro, ma felici e sghignazzanti. Gay, non vi pare?

 
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