Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
ven 22 nov. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Partito radicale - 4 novembre 1976
Mozione generale approvata dal XVII Congresso del PR
Napoli 31 ottobre, 1, 2, 3 e 4 novembre 1976

SOMMARIO: Dopo le elezioni del 20 giugno 1976 in Italia si forma il governo Andreotti che si regge sulla "non sfiducia programmatica" del partito comunista. Con questo governo si aprono gli anni, infausti, dell'unità nazionale. E' in questo periodo che il Pci rivelerà sempre meglio il proprio ruolo di colonna portante del regime.

La mozione politica del congresso di Napoli coglie pienamente questo elemento nuovo ed essenziale della vita politica italiana e denuncia come il Pci, nonostante il successo elettorale, sia ormai incapace di qualunque politica alternativa. Per battere questa tendenza è necessario il ricorso ai referendum. Il congresso conferma la validità del progetto referendario come unico tramite possibile ad una politica di alternativa contro il compromesso concordatario.

Se questo è il dato centrale della mozione, non manca un richiamo ad altre lotte ed iniziative, soprattutto quella per l'aborto. La mozione organizzativa, infine, provvede a tradurre in indicazioni operative la decisione del precedente congresso di procedere alla costruzione dei partiti regionali.

Il congresso elegge segretario Adelaide Aglietta e tesoriere Paolo Vigevano.

("Le lotte, le conquiste, le proposte radicali attraverso i documenti congressuali e lo statuto" - novembre 1985 - A cura di Maurizio Griffo - Opuscolo edito dalla tesoreria del Partito radicale)

MOZIONE GENERALE

Il XVII Congresso nazionale del Partito radicale riscontra e denuncia nei fatti degli ultimi anni la conferma che la causa peculiare della gravissima crisi economica e sociale che il paese attraversa è nella crisi dello Stato assistenziale, corporativo e fascista che la Democrazia cristiana continua a difendere oggi anche con l'avvallo dei partiti della sinistra storica; i provvedimenti economici annunciati dal governo faranno pagare nuovamente alla classe operaia e ai ceti più deboli e indifesi il costo di questa crisi in assenza di uno sbocco politico che possa assicurarne il superamento; la rivolta che spesso anche in forme corporative si indirizza verso i sindacati nasce dalla sfiducia, o meglio dalla lucida e disperata certezza che con l'attuale strategia della sinistra la crisi si prolungherà e si aggraverà imponendo maggiori sacrifici e producendo maggiore disoccupazione, peggiori condizioni di vita, intollerabili costi sociali, e si tradurrà in nuove forme di capitalismo di rapina, nuove ingiustizie

sociali, mancanza di prospettive per i giovani, in un vero e proprio massacro di classe per i ceti più deboli ed emarginati.

Sempre più chiaramente e drammaticamente ogni politica di cogestione interna alla logica del regime è destinata a rivolgersi contro la sinistra e contro i sindacati e può mutare in disperazione e sfiducia le grandi speranze alternative che nelle ultime elezioni si erano indirizzate verso il Pci.

Appare sempre più evidente che questo è il fine che con il governo Andreotti, la Dc di Moro e Zaccagnini, di Galloni e Donat Cattin si propone di raggiungere. Non si può ipotizzare un nuovo modo di governare senza un governo alternativo della sinistra che assuma direttamente le responsabilità del paese. Qualsiasi altra ipotesi transitoria, in ogni caso, non potrebbe non fondarsi sull'unità e la forza di tutta la sinistra. E neppure può darsi una soluzione della crisi senza la distruzione dell'enorme apparato di strutture corporative e improduttive, parassitarie che costituiscono il tessuto del regime e che rappresentano un cappio al collo non solo per l'economia italiana ma per la stessa democrazia repubblicana.

Politica di emarginazione a sinistra delle forze ritenute scomode, nessuna prospettiva di programma comune alternativo, ricerca a tutti i costi di compromessi concordatari di potere sui problemi istituzionali dello Stato, sulle garanzie di libertà e sui diritti civili; questi sono gli aspetti e gli errori più gravi della politica comunista di cui purtroppo il Psi mostra di rendersi corresponsabile.

Come 30 anni fa la sinistra si trova di fronte ad una scelta ed a una opportunità storica: cambiare totalmente la società o farsi partecipe e corresponsabile della restaurazione di uno Stato corporativo diverso nella forma esterna ma identico nella sostanza.

Il Congresso del Partito radicale ritiene, pertanto, che le lotte per la trasformazione dello Stato e l'affermazione delle libertà civili restino centrali per aprire la prospettiva di una società più giusta e più umana.

Il Congresso ritiene, pertanto, che il compito prioritario del Partito radicale debba essere quello di portare a compimento le lotte intraprese da anni contro le strutture e le leggi fasciste per la piena attuazione della Costituzione.

Validità del progetto referendario

Il ricorso, ancora una volta, al referendum popolare abrogativo appare l'unico strumento per perseguire e imporre il controllo sui temi dell'abrogazione del Concordato, della legge Reale, del codice Rocco nelle sue norme illiberali che ancora contemplano i reati sindacali e di opinione, della legge sul finanziamento, pubblico dei partiti e su altre norme e leggi ugualmente autoritarie fasciste, e di almeno uno dei due referendum militari (ordinamento giudiziario e codice penale).

Solo con il consenso popolare, espresso attraverso milioni di firme di comunisti, di socialisti, di credenti, di democratici che non si rassegnano al compromesso concordatario come ad un destino ineluttabile, sarà possibile impedire che in questa legislatura la Dc crei le premesse per rovesciare i successi della sinistra, bloccare ogni volontà e possibilità di alternativa, di rinnovare e consolidare il proprio potere.

Il Congresso dà mandato al Consiglio federativo di definire sulle basi emerse dalla I Commissione congressuale il numero e il contenuto dei referendum che devono comprendere quelli esplicitamente citati in questa mozione.

Il Congresso dà mandato alla segreteria, ai partiti regionali, ai radicali tutti di assicurare le condizioni politiche e organizzative per garantire l'attuazione di questo progetto.

Il Congresso rivolge un appello ai lavoratori in lotta, alle organizzazioni di base, ai militanti dei partiti della sinistra perché diano sbocco politico alle loro lotte, contribuendo al successo del programma indicato e creando così le premesse di uno scontro con il regime dc.

Mobilitazione per l'aborto

Il Congresso denuncia il grave pericolo che la lotta per l'aborto libero e gratuito si concluda con una legge inadeguata a risolvere il problema dell'aborto clandestino e destinata, anzi, a riproporlo ed aggravarlo. Il pericolo non nasce tanto da un impossibile compromesso tra la Dc e le sinistre, ma dalla scarsa chiarezza che deriva alle sinistre dalla volontà di evitare a tutti i costi un intransigente e chiaro confronto politico ed ideale con la Dc. La lotta per l'aborto libero e gratuito non è ancora conclusa. L'aborto clandestino clericale e di classe non è stato ancora sconfitto, la disobbedienza civile è ancora necessaria.

Il Congresso del Partito radicale rileva altresì che la gravità e l'urgenza della crisi economica, sociale e istituzionale, la vastità della crisi dell'area elettorale socialista, rilevata dalle elezioni del 20 giugno, la mancata o insufficiente risposta del Psi alle proposte del Partito radicale, la lentezza dei processi di rinnovamento di questo partito, rendono ormai stretti i tempi e indilazionabile il compito del P.r. di contribuire in prima persona al processo di rinascita e di affermazione di una grande forza socialista libertaria. Dall'antagonista radicale di oggi deve venire un contributo essenziale, se avranno successo le ulteriori lotte dei prossimi mesi per l'affermazione delle libertà e dei diritti civili, determinanti per la nascita del protagonista socialista di domani. In particolare è urgente porsi l'obiettivo di reali e profonde riforme delle strutture sociali e istituzionali dello Stato. Un compito di elaborazione e di dibattito per individuare le proposte, i programmi, e gli strumenti del

le iniziative del partito, il quale assume il ruolo e le funzioni previste dallo statuto, per la prima volta consentite dalle condizioni oggettive di crescita e di organizzazione del partito.

I radicali sul terreno dell'economia si rifiutano di cercare e di dare una risposta ideologica univoca e totalizzante. Con le loro metodologie tipiche essi procedono all'identificazione dei problemi e ne ricercano, spontaneamente, in maniera autogestionaria, la soluzione. Già il dibattito congressuale ha fatto emergere nuovi spunti che, sebbene allo stato embrionale e privi di compiuta maturità teorica e di premesse organizzative, rappresentano tuttavia il potenziale di nuove lotte. Così ad esempio per le proposte di costituire »Unioni e sindacati di consumatori affiorate in varie sedi; per le proposte di lotta contro l'inquinamento e sui problemi economici e di promuovere ed aiutare forme alternative e autogestite di produzione (cooperative di produzione e lavoro, cooperative di consumo) ed altre. Così anche per le ipotesi di referendum che hanno ad oggetto temi e problemi attinenti allo specifico economico: la Cassa per il mezzogiorno, l'abolizione del segreto bancario, eccetera. Mentre rispetto alle prim

e l'atteggiamento del partito non può essere che rivolto a favorirne la sperimentazione e l'organizzazione autonoma e attorno ad essa il dibattito e l'informazione ai fini dell'acquisizione di una maggiore capacità teorica e organizzativa, rispetto alle seconde il partito deve farsi carico di studiarne in concreto le possibilità di approfondimento e di attuazione e gli strumenti più opportuni.

Autogestione delle lotte

Ma soprattutto queste proposte sono affidate all'autogestione dei compagni che di quelle lotte si faranno carico, che attorno a quelle lotte costituiranno leghe e organizzazioni federative secondo le indicazioni dello statuto.

Parte essenziale nell'opera del Consiglio federativo avranno le leghe e i movimenti federati ed in particolare il Mld, il Fuori, il Cisa, la Loc.

Il Congresso prende atto dei problemi posti dalle compagne del Movimento di liberazione della donna, con scelte e volontà che sono insieme coerentemente femministe e radicali, che devono essere risolti nell'ambito di un corretto funzionamento del rapporto e degli organismi federativi, ed in questo quadro dà mandato al Consiglio federativo di concordare con il Mld gli impegni e le iniziative per le raccolte delle firme dei referendum e del progetto di legge sulla parità di condizione della donna, contenuto nella carta delle libertà.

Il Congresso rivolge il proprio commosso ringraziamento alle compagne del Cisa, ed in particolare alle compagne di Firenze e di Bologna, che hanno conosciuto ancora una volta la strada del carcere, pagando questo prezzo ad un'attività di disobbedienza civile che è stata ancora una volta l'arma più efficace contro l'aborto clandestino clericale e di classe. Il partito si impegna inoltre a mobilitarsi per la liberazione del compagno Giorgio Conciani, contro il quale si è indirizzata la volontà persecutoria della magistratura fiorentina, già denunciata dal Partito radicale e dal Cisa al Consiglio superiore della magistratura. Il processo deve essere fatto subito e Conciani deve essere liberato subito.

Il Congresso dà mandato alle segreterie ed al partito regionale della Toscana di organizzare una manifestazione nazionale nei prossimi quindici giorni, nella quale devono impegnarsi tutte le associazioni e tutti i militanti radicali.

Per quanto concerne il Fuori, che con il Mld ha presentato un progetto tendente alla costituzione di consultori autogestiti, il Congresso ne prende atto e impegna il partito a sostenere le relative iniziative.

Per quanto concerne la Loc il Congresso dà mandato agli organi del partito di sostenere le iniziative e, sul più ampio terreno dell'antimilitarismo, di assicurare la prosecuzione e lo sviluppo nel prossimo anno della prima marcia internazionale antimilitarista. Il Congresso prende atto che da più parti sono state avanzate durante il suo svolgimento istanze di partecipazioni alle battaglie antimilitariste e impegna il partito a sostenerle tutte le volte che se ne presenterà l'occasione. In tutti questi problemi e sulla politica generale antimilitarista del partito, il Congresso ritiene che debba aprirsi in tutto il partito, a partire dal Consiglio federativo, un ampio dibattito.

Il Congresso saluta infine i compagni degli altri movimenti ed in particolare quelli di nuova formazione, come il Carm, il Fri, il Clec, e impegna il Consiglio federativo a portare a compimento il il rapporto federativo, e lo impegna a valutarne ed approfondirne i progetti di riforme legislative da essi proposte, da quelli relativi all'abolizione della legge manicomiale, avanzata dal Carm, a quella sulla censura, del Clec e all'attuazione delle leggi per gli handicappati, oggetto delle lotte del Fri.

Il Congresso, infine, di fronte alle prossime scadenze elettorali, ritiene che tenendo conto degli impegni prioritari delle lotte radicali, non debbano essere presentate nel corso del 1977 liste elettorali del partito alle elezioni universitarie, circoscrizionali, comunali e provinciali parziali, che si svolgano nel corso dell'anno e rivolge in questo senso un appello ai partiti regionali e alle associazioni locali, non escludendo un contributo originario del partito nel contesto delle specifiche situazioni locali.

Nonviolenza, disobbedienza civile

Il Congresso, poi, considerata la progressiva diffusione dei derivati della canapa indiana, il dilagare del fenomeno dell'eroina con conseguenze anche mortali, la recrudescenza della repressione nei riguardi di consumatori di canapa indiana (in particolare i coltivatori di erba per uso personale, che con la legge attuale vengono puniti al pari dei grandi produttori), ripropone con urgenza la necessità dell'analisi del fenomeno. Impegna altresì il partito a promuovere forme di lotta radicali nonviolente e di disobbedienza civile (autodenuncia, detenzione e coltivazione di canapa indiana, occupazione simbolica di manifatture di tabacchi dello Stato), allo scopo di sollecitare in sede legislativa la proposta e l'approvazione degli emendamenti alla legge 685. Il Congresso raccomanda inoltre alle associazioni radicali di promuovere la costituzione di consultori di informazione e di assistenza legale.

Il Congresso ricorda infine a tutti i compagni che la disobbedienza civile è il metodo costitutivo dell'azione radicale e invita tutti i compagni a mobilitarsi in azioni esemplari nei luoghi ove quel metodo si riveli fecondo di risultati.

A dicembre le prime scadenze

Data l'importanza dell'iniziativa referendaria si invitano gli organi del partito a promuovere, come emerso dai lavori della II Commissione congressuale, una prima conferenza politico-amministrativa a carattere nazionale entro il mese di dicembre del 1976, al fine di preparare e mobilitare il partito nei tempi strettissimi che occorrono al lancio politico e alla realizzazione del progetto stesso dei referendum.

Il Congresso in particolare sottolinea che l'impegno contro il Concordato nasce da tutta la tradizione anticlericale del Partito radicale e dedica questa lotta, davvero unitaria per tutta la sinistra, ad Ernesto Rossi, di cui il prossimo anno ricorre il X anniversario della morte, per ricordarlo a tutti i radicali vecchi e nuovi, e a tutti i cittadini, anche cattolici, che soffrono e pagano di persona il loro dissenso e la loro ricerca di libertà.

Il Congresso conferma che il problema della sessualità è determinante per la definizione di una diversa qualità della vita, alla base degli stessi metodi radicali di lotta nonviolenta e legato all'espansione dell'attività individuale e sociale e impegna la segreteria nazionale e il Consiglio federativo a promuovere per il prossimo anno un terzo Convegno nazionale per la liberazione della sessualità, rivolgendo un invito particolare ai giovani, agli insegnanti, ai genitori libertari per una mobilitazione che deve necessariamente coinvolgere il mondo della scuola.

LA MOZIONE ORGANIZZATIVA

Il XVII Congresso del Partito radicale, riunito in Napoli nei giorni 31 ottobre e 1, 2, 3 e 4 novembre 1976.

Sentite le relazioni del segretario uscente Gianfranco Spadaccia e la relazione riassuntiva dei lavori della II Commissione congressuale (stato e organizzazione del partito),

esaminato lo stato del partito che può essere così sinteticamente riassunto:

a) avvenuta costituzione di tredici partiti regionali funzionanti e dotati degli organi statutari

Piemonte- Val d'Aosta, segretario Adelaide Aglietta

Lombardia, segretario Marcello Crivellini

Liguria, segretario Giuliano Fazzini

Trentino- Sud Tirolo, segretario Wilfried Mauracher per Bolzano, Fernando Barbato per Trento

Veneto, segretario Giuliana Sandroni

Friuli- Venezia Giulia, segretario Mario Pujatti

Emilia- Romagna, segretario Giuseppe Caputo

Toscana, segretario Aldo Grassi

Marche, segretario Luciano Marasca

Lazio, segretario Angiolo Bandinelli

Campania, segretario Marinella Carotenuto

Puglie, segretario Alex Napoli

Sicilia, segretario Saro Pettinato

b) costituzione di tre comitati regionali regolarmente costituiti nelle regioni Umbria, Abruzzo e Sardegna,

c) effettuazione di tre riunioni preliminari di sondaggio nelle regioni Molise, Basilicata e Calabria,

d) presenza dei seguenti gruppi federati Mld, Loc, Cisa, Fuori, Movimento Liberal Democratico, Carm e Fri.

Considerato che dal dibattito congressuale sono emerse due fondamentali direttrici di natura organizzativa:

- L'organizzazione di campagna di raccolta delle firme per la presentazione delle richieste di un pacchetto di referendum da tenere nella prossima primavera;

- la risoluzione del fondamentale problema della circolazione del dibattito delle idee che dall'interno di un partito libertario e autogestito non si limita all'informazione ma diviene anche lo strumento della formazione politica dei militanti, delle realtà associative sulle tematiche di iniziative e di lotta in concreto poste ed attuate.

Considerato inoltre come questi due punti presentano nella prospettiva di lavoro politico per il 1977 una notevole fascia di convergenza per la necessità che la campagna referendaria sia affrontata in tutte le sue articolazioni dal maggior numero possibile di militanti.

Rilevata la necessità:

1) di precisare le direttive dell'autofinanziamento e del tesseramento del partito (entità e riparto delle quote, criteri fondamentali della campagna di tesseramento) in relazione alla prevedibile spesa minima del partito che si aggirerà per il '77 in circa 750 milioni, così ripartiti:

- 150 milioni per la gestione ordinaria del partito (sede, telefono, corrente elettrica, servizio stampa e spedizioni, rimborsi spese, eccetera);

- iniziativa politica referendaria che si può indicare in 600 milioni così distinti: a) spese di impianto L. 300 milioni (250 milioni per l'attrezzatura dei punti di raccolta, 50 milioni per stampa dei moduli, altro materiale e spedizioni); b) spese di campagna politica 300 milioni (quanto cioè come minimo indispensabile per una campagna politica a livello nazionale, come sperimentato nella recente campagna elettorale) e di sottolineare che le spese di gestione ordinaria del partito debbono essere coperte col tesseramento e i contributi degli iscritti e sostenitori e di precisare che l'iscrizione decorre dall'approvazione della mozione del congresso '76 fino all'approvazione della mozione del futuro congresso del '77;

2) di ribadire la funzione centrale che in un partito libertario svolge il Consiglio federativo quale organo:

- di rappresentanza politica nel tempo intercorrente tra un Congresso nazionale e il successivo;

- di gestione politica all'interno del partito articolantesi nell'assolvimento dei fondamentali compiti di preparare il Congresso e di assicurare la circolazione delle idee all'interno del partito nell'ampio significato innanzi precisato;

3) di sostituire nello statuto il vecchio simbolo del partito con il nuovo adottato nelle recenti elezioni

delibera:

1) La quota della tessera resta fissata in lire 15.000 ed affluirà interamente al partito federale ove l'iscrizione sia effettuata dalla sede nazionale e sarà devoluta invece nella misura di 2/3 al partito federale nel caso di iscrizione effettuata dalle associazioni radicali o dai partiti regionali.

Si considereranno iscritti ai fini statutari coloro che avranno versato l'intera quota, con un primo versamento minimo al momento dell'iscrizione di lire 5.000.

La campagna del tesseramento, per stimolarne al massimo l'efficacia produttiva, sarà concentrata in due turni, il primo nei mesi di dicembre e gennaio e il secondo nei mesi di maggio e giugno.

2) Gli organi statutari del partito cureranno accanto alla stampa e diffusione di Nr decadale (da inviare agli iscritti) e di Nr agenzia (da inviare ai partiti regionali) la promozione di un ampio dibattito all'interno del partito, con riferimento particolare alla campagna per i referendum.

3) Per l'organizzazione della raccolta delle firme sarà costituito:

- Un comitato nazionale di coordinamento del quale faranno parte il segretario, il presidente del Consiglio federativo e altri iscritti al Partito radicale, membri della giunta, dotato di un ufficio ad hoc per la realizzazione degli adempimenti tecnici (come già fatto in occasione delle elezioni politiche);

- un comitato di coordinamento per ogni regione;

- tanti comitati locali per la raccolta materiale delle firme che consisteranno i due momenti tecnici essenziali della raccolta in luoghi fissi e della raccolta in luoghi all'aperto.

Si terranno in particolare considerazione, per l'attivazione del più efficace lancio dell'iniziativa referendaria, tutte le forme di manifestazioni secondo la specifica tradizione del partito di iniziativa e di lotta; l'uso della Rai-Tv (presentando subito le richieste di accesso) e delle radio e televisioni libere; gli accordi editoriali con quotidiani e periodici.

4) Di sostituire nello statuto il simbolo del partito »testa di donna con berretto frigio con la dicitura »Partito radicale , con il simbolo della »rosa nel pugno con la dicitura »Partito radicale .

 
Argomenti correlati:
congresso
compromesso storico
Pci
aborto
Fuori
Loc
nonviolenza
Carm
Clec
droga
concordato
partiti regionali
rosa nel pugno
Aglietta Adelaide
sinistra italiana
Napoli
stampa questo documento invia questa pagina per mail