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Notizie Radicali - 6 novembre 1976
Carceri: mozione del Gruppo parlamentare radicale alla Camera

SOMMARIO: IL GRUPPO PARLAMENTARE RADICALE RICHIEDE LA DISCUSSIONE D'URGENZA DI UNA MOZIONE CHE IMPEGNA IL GOVERNO A "PROMUOVERE ED ASSICURARE D'URGENZA UNA POLITICA GIUDIZIARIA RISPETTOSA DEI DIRITTI DEI CITTADINI" E A COMPIERE GLI ATTI STRAORDINARI DEL GOVERNO NECESSARI PER ATTUARE IMMEDIATAMENTE LA LEGGE DI RIFORMA DELL'ORDINAMENTO CARCERARIO. UNA DICHIARAZIONE DI PANNELLA: "LA MOZIONE PRESENTATA E' LA NOSTRA RISPOSTA DI RAPPRESENTANTI DELLA NAZIONE E NON DI UN GRUPPO POLITICO AD UNA SITUAZIONE CHE PONE LO STATO FUORILEGGE. CHIEDIAMO AL GOVERNO E AL PARLAMENTO DI ASSUMERSI LE PROPRIE RESPONSABILITA' O LA RIVOLTA NON SOLO CARCERARIA DEI DEMOCRATICI E DEI REPUBBLICANI ITALIANI SAPRA' COSTRINGERLI A FARLO".

(NOTIZIE RADICALI N. 282, 6 novembre 1976)

Roma, 6 novembre (N.R.) - Il gruppo parlamentare radicale ha ieri presentato alla Camera e chiederà venga discussa d'urgenza una mozione che, dopo aver rilevato "che la disfunzione sempre maggiore della Giustizia e dell'amministrazione pubblica ad essa connessa si traduce in particolare nell'incostituzionale denegazione di diritti fondamentali del cittadino, quali quelli inerenti a processi rapidi, alla presunzione costituzionale di non colpevolezza, alla straordinarietà di misure restrittive della libertà di cittadini in attesa di giudizio", che tale disfunzione è omogenea "a interessi e posizioni di classe e a visioni reazionarie" dei problemi sociali, e che viene quindi "non solamente protratta ma aggravata per naturali e interessate inerzie, sì da perpetuarsi per decenni", dopo aver inoltre sottolineato che sono in aumento i detenuti in attesa di giudizio "condannati a anticipate espiazioni di pene a causa di riflessi autoritari, corrivi, non responsabili di magistrati mai richiamati dai ministri della g

iustizia, dai procuratori generali e dai procuratori della repubblica, i quali in tal modo perseguono e nei fatti difendono una politica giudiziaria repressiva ed eversiva dei dettati costituzionali", che "le dovute libertà provvisorie sono in realtà concesse nel quadro della diversa forza difensiva dei detenuti", dopo aver infine constatato che "il governo non ha finora assicurato l'esecuzione del nuovo ordinamento carcerario, sicché può essere a ragione sostenuto che lo Stato è in questo settore fuorilegge ed esercita violenza e non giustizia", e che "le motivazioni addotte, pur nella loro complessità, possono essere ricondotte in modo primario a pretestate difficoltà finanziarie e di spesa" ricorda al Governo che "la Costituzione prevede in modo puntuale e tassativo l'uso dei decreti leggi in casi "straordinari di necessità e d'urgenza", e, rilevando che "né da concreti atti di Governo, né da interventi del Ministro della Giustizia, né di Procuratori generali, né di Procuratore della Repubblica da anni si

a possibile individuare una qualsiasi specifica azione volta a far rispettare la Costituzione e la legge in relazione ai fatti surricordati", impegna il Governo a "promuovere ed assicurare d'urgenza una politica giudiziaria rispettosa dei diritti dei cittadini, a immediatamente far interrompere e superare le prassi abusive per cui troppo facilmente viene ristretta la loro libertà in funzioni di situazioni di classe o politiche, ad assicurare loro una giustizia rapida e sicura, a compiere gli atti straordinari di governo necessari per subito far attuare la legge di riforma dell'ordinamento carcerario".

In proposito il Presidente del gruppo parlamentare radicale, Marco Pannella, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

"La mozione che abbiamo ieri presentato e che chiederemo venga discussa d'urgenza dalla Camera è la nostra risposta di rappresentanti della nazione e non di un particolare gruppo politico ad una ormai intollerabile situazione che pone lo Stato fuori legge e toglie alla giustizia la sua legittimità.

Che due terzi dei detenuti siano cittadini con presunzione di non colpevolezza in attesa di giudizio e in anticipata espiazione di una pena che non sarà forse comminata costituisce un fatto politico di gravità enorme: chiunque, domani, potrà in Italia pretendere di incarcerare per qualsiasi motivo, e tenerlo in prigione fino a quando desideri, gli oppositori, i diversi, gli avversari sociali o politici. Che le libertà provvisorie siano concesse al 90% a detenuti con difensori di fiducia, a secondo del loro costo e valore, e che le richieste in tal senso vengano evase con ritmi e sordità burocratiche dai magistrati o da molti fra di loro, che la legge carceraria non sia attuata e tranquillamente, al Governo e in Parlamento si affermi che ci vorranno anni per farlo, mostra a qual punto suicida è ormai giunto in Italia il disfacimento delle istituzioni.

Gli altri partiti, vecchi e nuovi, di sinistra ufficiale o extraparlamentare, gestiscano il loro dissenso recitando litanie di doglianze e di petizioni di principio e lascino le cose andare per questo verso da anni e ormai da due decenni almeno, non è più pensabile consentire.

Per questo, sulla nostra mozione, chiediamo al PCI e al PSI di mostrare nei fatti che non fanno parte di una maggioranza chiusa di sostegno del governo Andreotti, e che, almeno lì dove la Costituzione e i diritti fondamentali della gente sono calpestati, mantengano un minimo di autonomia e di iniziativa.

Per quanto ci riguarda, come gruppo parlamentare, l'azione in corso a Firenze non è la prima, non è affatto chiusa, e non sarà certo l'ultima se necessario.

Chiediamo infatti al governo e al Parlamento di assumersi le loro responsabilità o la rivolta non solo carceraria dei democratici e dei repubblicani italiani saprà costringerli a farlo".

 
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