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Notizie Radicali - 6 novembre 1976
Carceri (2): l'autoincarcerazione di Adele Faccio, Emma Bonino e Mauro Mellini a "Le Murate"

CARCERI: CONFERENZA STAMPA DI EMMA BONINO, ADELE FACCIO E MAURO MELLINI. I RESPONSABILI DEL CARCERE DOPO LA CONFERENZA STAMPA TENTANO DI IMPEDIRE AI TRE DEPUTATI DI RIENTRARE NELLE CELLE.

SOMMARIO: I responsabili del carcere di Firenze tentano d'impedire ai tre deputati radicali, Emma Bonino, Adele faccio e Mauro Mellini, di rientrare nel carcere per proseguire la loro visita ispettiva. L'urgenza di attuare immediatamente gli istituti previsti dalla legge di riforma carceraria.

(NOTIZIE RADICALI N. 282, 6 novembre 1976)

Firenze (N.R.) - I tre deputati radicali Emma Bonino, Adele Faccio e Mauro Mellini, hanno tenuto all'interno del carcere delle murate una conferenza stampa, che era stata autorizzata regolarmente dal Ministero di Grazia e Giustizia. Al termine della conferenza stampa alla quale ha partecipato anche una delegazione di detenuti, i responsabili del carcere hanno tentato di impedire il rientro dei tre deputati nei locali del carcere e nelle celle. L'ispettore ministeriale ha sostenuto la tesi, menzognera, che i tre deputati avrebbero garantito di porre termine alla visita subito dopo lo svolgimento della conferenza stampa. I tre deputati avevano invece confermato ai giornalisti che avrebbero prolungato la visita ad oltranza fino all'ottenimento dei colloqui richiesti con il procuratore generale della Corte d'appello, con il Presidente del tribunale e con Procuratore della repubblica.

Appresa la notizia, che era già stata riferita a Firenze ai giornalisti dall'avvocato Pasquale Curatola, della segreteria nazionale del Partito Radicale, il quale si era trattenuto nella sala colloqui per incontrarsi con un detenuto suo difeso, il presidente del gruppo parlamentare radicale, Marco Pannella, ha annunciato l'immediata interrogazione al Governo e tutti i passi necessari per interrompere quello che ha definito "un grave impedimento" delle funzioni parlamentari riconosciute ai deputati dalla legge.

In mattinata il gruppo parlamentare radicale ha presentato alla presidenza della Camera una mozione, con richiesta di discussione urgente, che impegna il governo a risolvere in tempi brevi i problemi più gravi della crisi della giustizia e ad attuare immediatamente gli istituti previsti dalla legge di riforma carceraria.

Nel corso della conferenza stampa avevano parlato tutti e tre i deputati radicali. Mauro Mellini ha lamentato il ritardo della autorizzazione ad incontrarsi con i giornalisti, ritardo che è stato causa di alcune incomprensioni della stampa sui motivi e gli obiettivi del prolungamento della visita parlamentare al carcere delle Murate, e che ha impedito ai tre deputati di rivolgere un appello tramite i giornali ai detenuti di tutta Italia perché sostenessero la loro azione con manifestazioni rigorosamente nonviolente. Abbiamo invece appreso che questa notte al carcere Regina Coeli di Roma, una manifestazione iniziata in forma nonviolenta, si è conclusa con atti di violenza contro le cose. Questo si sarebbe potuto evitare forse se avessimo potuto rivolgerci ai detenuti, convincendoli che esistono forme più efficaci di lotta. Mellini ha citato l'esemplare autodisciplina dei detenuti delle Murate che hanno solidarizzato con i tre deputati radicali.

Dopo aver ribadito i motivi generali del prolungamento della visita, Mellini ha detto: "Abbiamo scelto questo carcere non per il caso Conciani, ma perché il caso Conciani, che è solo un esempio di una situazione generalizzata che riguarda tutti i detenuti in attesa di giudizio, mette in rilievo un'altra situazione assurda e intollerabile alla quale siamo direttamente interessati: un coimputato è in carcere, mentre altri coimputati per gli stessi reati sono in libertà provvisoria, ed altri coimputati ancora, eletti deputati, devono sollecitare a cinque mesi dalla loro elezione l'inoltro delle richieste di autorizzazione a procedere che sono da parte dei giudici degli atti dovuti".

L'on. Emma Bonino ha detto che l'unica risposta positiva è giunta dal Ministero di Grazia e Giustizia che ha autorizzato e delegato un funzionario del Ministero a parlare con i deputati radicali. Diamo atto al Ministro di una sensibilità ai problemi da noi sollevati e di avere ancora una volta dimostrato un interesse reale a risolverli pur tra mille incomprensioni e difficoltà. Non abbiamo invece potuto incontrare il procuratore generale, il procuratore della repubblica e il presidente del tribunale, che pure si trovano a Firenze, che sono competenti direttamente della situazione giudiziaria e carceraria di questa città. Riteniamo questa indifferenza un atto di insensibilità e di irresponsabilità politica. Il procuratore generale ci ha fatto sapere che poneva come condizione per venire ad incontrarci il nostro impegno per la immediata cessazione della visita che abbiamo deciso di effettuare avvalendoci delle prerogative parlamentari. Ma noi non avevamo chiesto al procuratore generale una visita di cortesia,

ma un colloquio.

Adele Faccio ha successivamente chiarito che lo Stato non può richiedere legittimamente ai cittadini l'osservanza della legge quando si mette esso stesso fuori legge non attuando le norme di istituti della riforma carceraria.

Successivamente in rappresentanza dei detenuti hanno preso la parola il Dr. Conciani ed altri reclusi, che hanno esposto quelle che sono le condizioni interne di vita del carcere. Conciani in modo particolare ha affermato che la struttura carceraria "è una struttura fatiscente" e che urge al più presto applicare la riforma già approvata.

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CARCERI: LA SEGRETERIA DEL PARTITO RADICALE DENUNCIA I RESPONSABILI DEL CARCERE DELLE MURATE PER INTERRUZIONE E IMPEDIMENTO DELLE FUNZIONI E DELLE PREROGATIVE DEI PARLAMENTARI RADICALI.

Firenze (N.R.) - Pasquale Curatola, della segreteria nazionale del Partito Radicale ha presentato denuncia contro i responsabili del carcere delle Murate di Firenze per interruzione e impedimento delle funzioni e delle prerogative parlamentari, esplicitamente stabilite dalla legge, chiedendo l'immediato intervento della Magistratura per interrompere questa violazione di legge e reintegrare tali prerogative e funzioni.

 
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