SOMMARIO: IL DOCUMENTO DELLA SEGRETERIA NAZIONALE DEL PR SULLA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE: "IL DIBATTITO PARLAMENTARE SULLE MISURE ECONOMICHE DEL GOVERNO HA RIVELATO TUTTE LE CONTRADDIZIONI DELLA POLITICA DELLE COSIDDETTE ASTENSIONI". "E' SEMPRE PIU' CHIARO CHE LA DC CHE CON LA SUA POLITICA DI REGIME HA PRODOTTO LA CRISI, PUNTA PROPRIO SULLA CRISI PER RICONQUISTARE LA SUA FORZA E RICREARE LE CONDIZIONI DEL SUO POTERE".
(NOTIZIE RADICALI N. 288, 13 novembre 1976)
Roma, 13 novembre (N.R.) - La segreteria nazionale del Partito Radicale, che si è riunita per tre giorni sotto la presidenza della segretaria nazionale Adelaide Aglietta per mettere a punto gli impegni derivanti dal mandato del recente congresso di Napoli, ha concluso i suoi lavori con una discussione sulla situazione economica del paese e sulle misure annunciate dal Governo Andreotti nel dibattito parlamentare appena concluso alla Camera dei deputati. La segreteria nazionale ha preso posizione con il seguente documento:
"Il dibattito parlamentare sulle misure economiche del Governo ha rivelato tutte le sue contraddizioni della politica delle cosiddette astensioni. Dopo la replica di Andreotti e gli schiaffi di Piccoli, il PSI ha accentuato la sua posizione critica e la sua distanza dal Governo Andreotti, e il PCI non ha potuto nascondere il suo imbarazzo. Ma intanto questi due partiti, confermando con la loro astensione determinante, la non sfiducia al governo Andreotti, hanno in pratica avvallato e approvato le misure economiche governative assumendosene la responsabilità di fronte alle classi lavoratrici e al paese.
Queste misure costituiscono il più grave attacco che nessun governo, neppure di destra, abbia mai tentato di infliggere al potere contrattuale della classe operaia, ai sindacati, agli interessi popolari e delle classi più disagiate e povere del paese.
Esse rispondono a un indirizzo recessivo che non bloccherà, ma anzi accentuerà i processi inflazionistici, mettendo in atto una spirale che aggraverà ancora di più le condizioni economiche della popolazione.
Andreotti si è presentato al Parlamento a mani vuote. Come era ovvio non ci si poteva attendere dalla DC quella politica di risanamento dello Stato, di conversione delle spese improduttive, quelle riforme strutturali economiche e sociali di cui il paese ha bisogno per uscire dalla crisi. Ma anche sul piano della politica economica, le misure fiscali e tariffarie, il blocco di fatto dei salari e degli stipendi non è accompagnato da alcun serio impegno di spesa, da nessun programma di investimenti pubblici. In queste condizioni appare plausibile l'ipotesi di seicentomila disoccupati in più di cui ha parlato il Ministro dell'Industria. Gli unici investimenti previsti dal Governo riguardano infatti le spese militari per l'ammodernamento e la ristrutturazione delle Forze Armate.
Il prossimo inverno sarà dunque un inverno freddo per gli italiani, senza nessuna speranza che i sacrifici di oggi possano tradursi in un miglioramento domani. E' sempre più chiaro che la DC, che con la sua politica di regime ha prodotto la crisi, punta proprio sulla crisi per riconquistare la sua forza e ricreare le condizioni del suo potere, scaricandone sulla sinistra, sui sindacati e sulle classi sociali che essi rappresentano i costi politici e sociali".