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Consiglio federativo - 15 gennaio 1977
Le decisioni del Consiglio federativo sui referendum

SOMMARIO - Le decisioni del Consiglio federativo del Pr sui seguenti punti: definizione del progetto di referendum abrogativi; dibattito sul Partito Radicale e la sinistra italiana; emendamenti alla legge sulla droga; preparazione del consiglio federativo dedicato allo stato del partito

(NOTIZIE RADICALI n. 1, 15 gennaio 1977)

Il Consiglio Federativo del Partito Radicale si è riunito a Roma l'8 e 9 gennaio 1977 con il seguente ordine del giorno: definizione del progetto di referendum abrogativi; dibattito sul Partito Radicale e la sinistra italiana; emendamenti alla legge sulla droga; preparazione del consiglio federativo dedicato allo stato del partito; varie ed eventuali.

Il Consiglio, approvando all'unanimità le proposte del segretario nazionale del Partito Radicale Adelaide Aglietta, ha deciso che il Partito Radicale promoverà nei mesi di aprile, maggio e giugno le firme necessarie per indire dieci referendum abrogativi delle seguenti leggi:

1) Concordato;

2) Reati di vilipendio e sindacali del Codice Penale;

3) Legge Reale;

4) Legge istitutiva dell'ordinamento giudiziario militare;

5) Legge sul finanziamento pubblico dei partiti;

6) Legge istitutiva della cassa per il mezzogiorno;

7) Art. 18 del regolamento della Camera che regola l'immunità parlamentare;

8) Alcune norme della legge istitutiva della Commissione parlamentare Inquirente sui procedimenti d'accusa che attribuiscono alla commissione poteri di avocazione e di archiviazione dei procedimenti;

9) Norme illiberali e anticostituzionali del Testo unico di PS;

10) Legge manicomiale.

I primi cinque referendum erano stati già decisi dal Congresso del Partito Radicale che aveva dato mandato al Consiglio Federativo di completare il progetto referendario, definendo il numero e i contenuti degli altri referendum da promuovere. Il Consiglio ha tuttavia riservato alla segreteria la facoltà di apportare ulteriori modifiche al progetto, sostituendo, per eventuali ragioni di urgenza e di necessità, il contenuto di due dei referendum prescelti dal Consiglio federativo. In particolare il consiglio ha dato mandato alla segreteria:

1) di approfondire il tema dell'immunità parlamentare per il quale esistono dubbi di proponibilità, trattandosi non di una norma di legge, ma di una norma del regolamento della Camera, anche se si tratta di una norma regolamentare che secondo la dottrina ha forza di legge;

2) di procedere alla sostituzione di uno dei referendum prescelti dal Consiglio Federativo qualora sia approvata in questi mesi dal Parlamento una legge di particolare gravità per la quale si renda necessaria l'immediata indizione di un referendum abrogativo;

3) di valutare infine l'opportunità di inserire nel pacchetto dei dieci referendum un altro referendum in materia concordataria, con preferenza per la legge finanziaria sugli enti ecclesiastici.

Il consiglio ha confermato il mandato alla segreteria di accompagnare la richiesta di referendum abrogativo della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, con la partecipazione di una proposta di legge alternativa, in collaborazione sulle proposte della segreteria radicale, ispirata a criteri di finanziamento indiretto dei partiti e dell'attività politica (servizi anziché diretta erogazione di finanziamenti).

Il consiglio ha approvato un emendamento, presentato dai compagni Ercolessi e Rippa, rivolto a sostituire nel pacchetto dei referendum il Codice penale militare di pace, inizialmente proposto dalla segreteria con il testo unico delle leggi di Pubblica Sicurezza.

Su questo primo punto all'ordine del giorno, introdotto da una relazione politica del segretario nazionale del Partito, Adelaide Aglietta, e da una relazione sulle proposte della segreteria di Giuseppe Caputo, sono intervenuti i compagni Gianfranco Spadaccia, Giulio Ercolessi, Ferdinando Landi, Giuseppe Rippa, Pasquale Curatola, Giuseppe Calderisi, Ernesto Bettinelli, Roberto De Rossi, Paolo Carotta, Pietro D'Agostini, Aligi Taschera, Marilena Levato, Gianfelice Corsini.

Sul secondo punto all'ordine del giorno (i radicali e la sinistra italiana), il consiglio federativo ha ascoltato e dibattuto due relazioni di Massimo Teodori, segretario dell'ARA ("Radicali e comunisti: le ragioni vere della polemica di oggi"), e di Mario Signorino, direttore di "Prova Radicale" ("I radicali di fronte alla crisi della sinistra extraparlamentare"). Nel dibattito che è seguito sono intervenuti Ernesto Bettinelli (Lombardia), Monique Moretti (Umbria), Gianfranco Spadaccia, Franco Corleone (Segreteria nazionale), Giulio Ercolessi (Friuli Venezia Giulia), Paulovatz (Liguria). Il Consiglio Federativo ha deciso di sviluppare il dibattito all'interno del partito, pubblicando i contributi di Teodori e di Signorino e le sintesi degli interventi.

Sul terzo punto all'ordine del giorno (emendamenti alla legge sulla droga), il consiglio ha ascoltato due relazioni di Giancarlo Arnao e di Aligi Taschera. Nel corso del dibattito sono intervenuti i consiglieri Sergio Stanzani, Giuseppe Ramadori, Massimo Teodori, Gianfranco Spadaccia (eletti dal congresso), Ferdinando Landi e Giuliana Sandroni (Partito Radicale del Veneto), Angiolo Bandinelli (Partito Radicale del Lazio), Franco Corleone (segreteria nazionale).

Il Consiglio federativo, sulla base della informazione e degli elementi di riflessione forniti dai relatori, denuncia la drammatica inadeguatezza della legge attuale a combattere il fenomeno della diffusione delle droghe mortali e in particolare dell'eroina che ha già prodotto numerose vittime e che fa temere l'installarsi in Italia di una industria mafiosa di tipo e dimensioni americane. Denuncia altresì i ritardi delle Regioni nel provvedere agli adempimenti di legge e nel creare le strutture regionali di terapia e di recupero.

Il Consiglio Federativo ritiene che la riforma legislativa debba essere portata a compimento:

1) con una effettiva depenalizzazione del consumo dei derivati della canapa indiana di cui è provata la non assuefazione e la non pericolosità per la salute; depenalizzazione che l'attuale legge ha realizzato solo in parte a causa della imprecisione del dettato legislativo ("modiche quantità") che lascia un'ampia discrezionalità alla polizia e al giudice, dando adito a una giurisprudenza contraddittoria e creando gravi discriminazioni fra chi ha i mezzi per procurarsi una efficace difesa a chi non li ha;

2) con la concentrazione delle indagini della polizia nella prevenzione e nella repressione del traffico di eroina e delle altre droghe mortali e con misure adeguate rivolte a creare nei tossicomani la fiducia nelle istituzioni sanitarie per liberarli dal ricatto degli spacciatori; la depenalizzazione del consumo di eroina, non accompagnata dalla creazione di centri di somministrazione terapeutica controllata, gestiti dagli ospedali regionali al di fuori di ogni impostazione repressiva e di terapia coatta, non è sufficiente a rompere il legame che unisce attraverso il ricatto e la morsa delle necessità economiche il consumatore al trafficante, rendendolo a sua volta spacciatore. La riforma, lasciata a metà, ha pertanto facilitato il compito degli spacciatori e dei trafficanti e non ha reso più difficile ma al contrario ha creato le condizioni per una diffusione del mercato clandestino controllato dalla mafia dell'eroina.

Per il raggiungimento del punto 1· il Consiglio Federativo ha esaminato e discusso le proposte del comitato di coordinamento, contenute nella mozione congressuale, di una totale legalizzazione del mercato dei derivati della canapa indiana. Prendendo atto dei dubbi espressi nel dibattito su tale soluzione, che potrebbe aprire le frontiere agli interessati dei grandi produttori mediorientali di hashish, il consiglio federativo ha optato per la liberalizzazione del commercio e della produzione della sola marijuana che per le sue caratteristiche merceologiche evita questo rischio e per una definizione legislativa (30 grammi) dei quantitativi leciti di consumo di hashish che rendano effettiva la depenalizzazione del consumo personale di tale prodotto. Dà mandato al gruppo parlamentare ad operare in questo senso, tenendo conto di altri suggerimenti emersi nel dibattito, ivi compresi quelli del comitato di coordinamento.

Sul quarto punto all'ordine del giorno (preparazione del consiglio federativo sullo stato del partito), il consiglio ha deciso di fissare tale riunione per il 12 e 13 marzo.

Il consiglio ha inoltre costituito un gruppo di lavoro composto dai compagni Angiolo Bandinelli, Laura Fossetti, Giuseppe Rippa, Gianfranco Spadaccia, Sergio Stanzani, Massimo Teodori.

Tale gruppo di lavoro avrà il compito di preparare delle relazioni informative sulle seguenti tre linee riguardanti lo stato dei partiti regionali e i movimenti federati:

1) dinamica di formazione delle realtà associative radicali (temi di lotta, interessi, iniziative);

2) strutture di organizzazione e di lotta e statuti;

3) strumenti di organizzazione della campagna referendaria.

A questo scopo il gruppo di lavoro curerà l'organizzazione di riunioni informative dei partiti regionali e dei movimenti federati. Segretario nazionale e tesoriere presenteranno invece relazioni sugli strumenti del Partito a livello nazionale e sulla politica di autofinanziamento.

Nelle varie ed eventuali il consiglio ha ascoltato una relazione informativa del segretario nazionale sulla preparazione e gli scopi della conferenza organizzativa del Partito indetta per sabato 15 e domenica 16 gennaio per la preparazione della campagna dei referendum. E' stata inoltre discussa l'iniziativa delle compagne del MLD di promuovere la raccolta delle firme per un progetto di legge di iniziativa popolare sulla parità di condizioni delle donne. Il Consiglio federativo ha invitato la segreteria nazionale a impegnare il partito, già nella prossima conferenza organizzativa, a fornire il massimo impegno per il raggiungimento delle firme necessarie nel più breve tempo possibile, tenendo conto della presentazione in parlamento di altri progetti di legge da parte del PCI e da parte del Governo. Sui tempi dell'iter parlamentare il consiglio ha invitato la segreteria del partito e la segreteria del MLD a valutare insieme al gruppo dei deputati radicali le eventuali altre iniziative da adottare.

Infine la compagna Liliana Ingargiola, che è una dei dieci membri del consiglio federativo eletti direttamente dal congresso, ha informato di essere stata designata dal MLD a far parte, assieme alla compagna Claudia Macchia, del consiglio federativo in qualità di rappresentante di questo movimento federato. Liliana Ingargiola ha pertanto informato il consiglio della sua volontà di dimettersi da membro eletto dal congresso per entrare a far parte del consiglio a questo diverso titolo, motivando questa sua scelta con le difficoltà personali di conciliare la doppia militanza nel Partito e nel MLD. Sulle motivazioni adottate da Liliana Ingargiola sono intervenuti i compagni Sergio Stanzani, Pietro D'Agostini, Nicola Simeone, Gianfranco Spadaccia. E' stata approvata la proposta di Gianfranco Spadaccia di iscrivere la questione sollevata da Liliana Ingargiola all'ordine del giorno del prossimo consiglio federativo, sia per la rilevanza politica (rapporti tra militanza femminista e militanza di partito) sia per le

implicazioni statuarie che le stesse motivazioni hanno in un partito federativo (rapporti fra movimenti federati e partito). Il consiglio federativo ha anche ascoltato una comunicazione del tesoriere nazionale Paolo Vigevano. Contemporaneamente alla riunione del consiglio federativo, la sera di sabato 8 si è svolta una riunione dei tesorieri regionali, presieduta dal compagno Vigevano.

 
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