Intervista a Marco PannellaSOMMARIO: Nell'intervista al settimanale Panorama, Marco Pannella spiega perché i deputati radicali hanno votato contro la legge sull'aborto: perché siamo contro l'aborto clandestino che questa legge non eliminerà, perché siamo per la libertà della donna, perché siamo contro l'ipocrita casistica che pone lo Stato, e non la coscienza della donna, a giudice dell'interruzione della gravidanza, perché impedisce di abortire nelle strutture private.
(Panorama Febbraio 1977 da " Marco Pannella - Scritti e discorsi - 1959-1980", editrice Gammalibri, gennaio 1982)
Panorama - Perché avete votato contro la legge sull'aborto?
Pannella - Per gli stessi identici motivi per cui abbiamo lottato assolutamente da soli per molti anni e poi, con il PR e il MLD (Movimento di liberazione della donna), abbiamo fatto mesi di digiuni, la disobbedienza civile del CISA, con le sue centomila donne assistite a nostro rischio e pericolo e con gli arresti di Adele Faccio, Emma Bonino, Gianfranco Spadaccia, Giorgio Conciani e decine d'altri, per cui abbiamo raccolto 800 mila firme per il referendum di totale depenalizzazione (che non si tiene ancora per una miserabile truffa): cioè perché siamo contro il flagello dell'aborto clandestino di massa e di classe, che così resterebbe la regola. E perché siamo per la libertà della donna, libertà negata come ieri, che ora potrebbe forse abortire solo asserendo ufficialmente che altrimenti diventa pazza o gravemente malata. E per un paio di nuovi determinanti motivi ancora...
Panorama - Ma democrazia Proletaria ha votato a favore e difende sostanzialmente la legge.
Pannella - Vadano a rileggersi quello che hanno scritto fino ad avantieri sul Manifesto: e da allora la legge è stata solo peggiorata. Volevano votare contro, ma solo se erano certi che la legge passava. Il solito gioco delle parti, come il PCI in mille occasioni, a cominciare dalla "Legge Reale". Così speravano di salvare la capra del loro opportunismo di vertice e i cavoli delle opposte idee dei militanti e delle donne. Il giorno prima avevano fatto anche di meglio. Sui diritti delle minorenni, in un'ora, hanno prima annunciato di votare contro, poi hanno votato a favore...
Panorama - Quali sono in sintesi le vostre principali obiezioni alla legge?
Pannella - In sintesi? Sono tante quanti gli articoli, venticinque: e spesso molte per ciascun articolo. Nessun riconoscimento ai diritti di coscienza della donna, ma solo ai suoi diritti a non correre gravi pericoli di salute: l'ipocrita casistica è una procedura che sarà respinta sia dai medici clericali che da quelli progressisti; rifiuto di norme transitorie che permettano l'aborto anche in strutture private, visto che l'80% dei ginecologi ufficiali dichiara di ignorare il "metodo Karman". Così le donne dovranno scegliere fra il faticoso e umiliante raschiamento di Stato e il metodo dell'aspirazione nella clandestinità; impraticabilità delle strutture ospedaliere pubbliche in gran parte d'Italia, dove se centinaia di migliaia di donne fossero costrette ad abortire non ci sarebbe più posto e modo nemmeno di partorire; obiezione di coscienza escogitata perfino per cliniche intere e per l'Università cattolica, convenzionate e finanziate dallo Stato, allucinante precedente che peserà come ipoteca anche contr
o la riforma sanitaria, se mai verrà; le minorenni che non possono abortire se non su giudizio del medico e dietro autorizzazione dei genitori, sicché sicuramente andranno dalle mammane...
Potrei continuare per un'ora, mentre Rai-Tv e stampa sono invece tese a imbavagliarci, perché non passi alla base il contributo delle nostre critiche... e per farci passare, noi, per alleati irresponsabili di Piccoli e Paolo VI! Ma il peggio deve ancora venire.
Panorama - In che senso? E non è meglio qualcosa, per le donne, che nulla?
Pannella - Questa che hanno approvato è una legge-culla di un testo ancora peggiore: al Senato lo peggioreranno grazie agli accordi Vaticano-cattolici comunisti, rodaniani e lavalliani. Poi, alla Camera, diranno che poco è meglio di nulla. Come per la revisione del Concordato o l'abrogazione, e con una argomentazione propria di un "riformismo" degno di Tanassi e Fanfani.
Hanno insomma votato una "revisione" delle "Leggi Rocco", invece della loro abrogazione; ci servono un piatto di cacca, con una spalmata di tartufi e di spezie sopra: cambiano perché tutto resti più o meno come prima.
Allora, sarebbero stati costretti a scegliere fra la depenalizzazione assoluta del referendum o una legge migliore, decente, severa ma pulita, come quella sul divorzio. Ci mobiliteremo con durezza, MLD, PR, CISA, parlamentari; ma se non si mobilitano anche le donne socialiste e cristiane, i compagni e le compagne comunisti e demoproletari, il guaio sarà fatto, e sulla pelle della democrazia e della donna.
Un'ultima osservazione. Come deputati, non come radicali. Se una legge è cattiva (e questa è pessima), come legislatori voteremo sempre contro, chiunque la proponga o sostenga. Abbiamo torto?