di Marco PannellaSOMMARIO: L'apprezzamento del comportamento del Presidente della Camera, il comunista Pietro Ingrao in occasione delle dimissioni di Emma Bonino (presentate per il mancato rispetto da parte del Governo e del Parlamento degli impegni presi in ordine alla riforma del Corpo degli agenti di custodia).
(NOTIZIE RADICALI N. 85, 31 marzo 1977)
"Su un problema di interesse nazionale, per iniziativa del Partito Socialista, ieri il Governo italiano ha assunto un atteggiamento che è classico, da manuale, dei paese retti da tradizioni e leggi costituzionali e parlamentari.
Riscontrando che da cittadini e da una forza politica e parlamentare pur di opposizione giungeva un contributo ed una sollecitazione non partigiana, ma rispondente anzi agli interessi ed agli intenti di tutte le forze civili nazionali, ha mostrato di recepirli positivamente.
L'immensa maggioranza della Camera dei Deputati ha ieri fornito invece una testimonianza di intolleranza e di incomprensione rispetto a questo episodio, della cui esemplarità ed eccezionalità il Presidente della Camera aveva subito sentito il dovere di mostrare di rendersi conto.
Con l'eccezione del PSI e del PR, (e, sembra, anche del PRI) si è manifestato un pericoloso riflesso di regime. Partiti che dall'inizio della legislatura regolano abitualmente, con grave distorsione costituzionale, in sede extra-parlamentare, tutti i problemi di governo e di confronto politico, che s'incontravano quotidianamente su tutti i temi, con una ufficialità che sta riducendo il Parlamento e le sue cronache parlamentari a scialbe conferme di decisioni già preannunciate, sono ieri insorti con rabbia perché l'unica forza di opposizione viva e dura, quella che s'illudevano potesse essere insignificante o controllabile dei 4 deputati radicali, era riuscita a ottenere con l'appoggio del PSI dal governo l'annuncio di misure sulla cui immediatezza anche l'elefantiaco e potente PCI aveva inutilmente insistito sino a poche ore prima.
All'interno del Parlamento che stiamo rianimando, un sorta di Camera delle Corporazioni (che s'illude e pretende di costituire l'unica realtà istituzionale) ha ieri per quasi un quarto d'ora urlato e inveito contro il Presidente del Consiglio e contro l'opera del Presidente della Camera, che ha mostrato di non lasciarsi intimidire e di saper e voler difendere la dignità del Parlamento contro la tracotanza partigiana che gli esplodeva sotto gli occhi. E, da radicali, sottolineiamo con profondo piacere che il paese avrebbe potuto ieri constatare quanto un comunista possa avvertire e imporre il senso democratico delle istituzioni e della legge ed il rispetto dei diritti, non solamente formali, delle minoranze e del dissenso. Diciamo "avrebbe" perché la RAI-TV e buona parte della stampa si sono comportate in modo ignobile nei confronti di una seduta della Camera che è stata indubbiamente di drammatica importanza ed evidenza, censurando questa volta, in odio ai radicali, il Presidente del Consiglio, il Presidente
della Camera (di cui nessuno ha detto o scritto che ha lui invitato Emma Bonino, con gravità e solennità, a ritirare le dimissioni), il PSI oltre, che la notizia di misure immediate sul fronte carcerario fino a ieri ritenute lontane.
Questo, oggi, comunque, ci interessa sottolineare. Di fronte a pagliettate e delfinate paritetiche o squallide, ad un atteggiamento violento e stupido di certi vertici parlamentari del PCI, un comunista ha ieri testimoniato per sé e per il suo partito, contro quanti temono che un'alternativa di governo delle sinistre, a direzione maggioritaria del PCI, debba necessariamente concludersi nelle secche e nelle tragedie giacobine e autoritarie. Da vent'anni noi operiamo fermamente e duramente per questa ipotesi, persistendo malgrado mille segni e avvenimenti apparentemente di segno contrario. Anche per questo ci appare prezioso quel che ieri è accaduto, al di là della vittoria radicale e - di tutti - nel combattimento nonviolento che il Partito Radicale aveva ingaggiato sin dal 9 gennaio, con il digiuno dei suoi leaders e militanti.