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Pannella Marco - 10 aprile 1977
L'Antilope e l'Inquirente

SOMMARIO: E' scoppiato, sulla base di documenti resi pubblici negli Usa, lo scandalo delle tangenti pagate dalla Lockheed per l'acquisto da parte dell'areonautica militare italiana degli aerei da trasporto C-130 Hercules. Quella che per i radicali era inizialmente solo un'ipotesi - le responsabilità del presidente della Repubblica Giovanni Leone nello scandalo Lockheed - è divenuta, dopo l'analisi dei documenti, una convinzione. Marco Pannella illustra in un dichiarazione alla stampa le ragioni che spingono il Pr a proseguire nella campagna di denuncia delle responsabilità di Leone.

(Dichiarazione stampa Aprile 1977 da " Marco Pannella - Scritti e discorsi - 1959-1980", editrice Gammalibri, gennaio 1982)

Rifiutando di compiere una qualsiasi seria istruttoria, anche semplicemente preliminare, l'Inquirente ha mostrato di voler difendere ben altro che la ricerca della verità e della giustizia. Ora è chiaro che la ragione di Stato unisce i partiti della maggioranza governativa in un patto avventuroso e iniquo, per motivi comprensibili ma non accettabili, almeno per quanto riguarda questa vicenda. A questo punto, la nostra ipotesi di possibili responsabilità del Presidente Leone diventa convinzione. Daremo al Paese, con le armi della lotta democratica, la possibilità di pronunciare un giudizio d'appello.

L'Inquirente con il suo comportamento ha praticamente provocato l'assurda e menzognera risposta generica dei Servizi segreti che, se rispondesse a verità, dovrebbe comportare l'immediata messa sotto accusa dei capi del SID per aver omesso clamorosamente di compiere propri elementari doveri istituzionali, non fosse altro che a livello burocratico.

Non a caso la seduta dell'Inquirente, dunque, si è risolta in un coro di requisitorie contro i deputati radicali, reazione di legittima difesa di un'associazione politica che rischia di vedere smascherato un suo gioco poco chiaro e indebito. Non a caso la più violenta delle accuse ci è stata mossa dall'on. Clemente Manco, recentissimo acquisto del regime dei Moro, Rumor, Gui e Leone. Questo fatto è esemplare e eloquente: l'on. Clemente Manco, cui non intendiamo affatto negare pregiudizialmente buona fede, non s'è infatti nemmeno accorto del fatto che, per anni, i suoi principali collaboratori professionali e politici organizzavano delinquenza comune e politica per sequestri e rapine, necessariamente abusando del suo stesso studio a copertura di questa attività patriottica. Sarebbe quindi davvero troppo attendersi da siffatto Inquirente altro che il ruolo che svolge, come ben si comprende.

Coloro che hanno definito suicida il tentativo del sen. Compopiano di compiere una verifica istruttoria di qualche serietà si accorgeranno ben presto che l'Inquirente non ha ieri archiviato altro che se stessa. Ovidio D'Ovidio Lefebvre indicava, ancora nel '75, il Presidente Leone come "il Parente", "il Grande Capo", nei suoi documenti ufficiali inviati alla Lockheed: questo gli inquirenti possono ora constatarlo con i loro occhi, e constatare quindi quali fossero i documenti nemmeno loro segnalati e forniti, tradotti perché "manifestamente irrilevanti e non pertinenti" dalla Presidenza e dai relatori della Commissione. Ovidio D'Ovidio Lefebvre affermava, per iscritto, e senza infingimenti, che programmi politici ed economici di grave importanza venivano elaborati con il Presidente, prima ancora che il governo ne fosse a conoscenza. Che su fatti del genere, riscontrabili a dovizia, l'Inquirente abbia ritenuto manifestamente infondato ogni invito a riflettere e indagare, mostra che la sua è tutt'al più una gi

ustizia di palazzo e di corte.

 
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