Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 29 apr. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Pannella Marco - 13 aprile 1977
Per De Martino, in galera Barbato
di Marco Pannella

SOMMARIO: 800.OOO le firme sui referendum: firma la gente comune, vera maggioranza silenziosa, ai tavoli mobili per le strade, mentre in fabbriche, uffici, università le firme raccolte sono poche migliaia. La crisi del paese è reale, la delinquenza dilaga; se Cossiga, ministro dell'Interno, vuol davvero fare giustizia, arresti subito i cortigiani, Barbato, Zavoli, Forcella, direttori "socialisti" dell'informazione di Stato, sequestratori di verità e di diritti. Appello a "Il Manifesto" e al "Quotidiano dei Lavoratori" perché si mostrino capaci di lotta e mobilitazione unitaria. Firmare i referendum nei Conuni e nei Tribunali, organizzare tavoli esterni mobilitando gli autenticatori, uscire in corteo dalle università per andare a firmare. Se la media della raccolta scende sotto le 700 firme al giorno, non ce la faremo. Ciascuno si assuma le proprie responsabilità.

(LOTTA CONTINUA, 13 aprile 1977)

Avremo oggi il centomillesimo firmatario del progetto del referendum. Su questa proposta radicalmente riformatrice saranno dunque state raccolte in 13 giorni "circa 800.000 firme autenticate", attorno ad un centinaio di tavoli attivi poche ore al giorno.

Raggiunte oggi 800.000 firme

Sta firmando innanzitutto la vera maggioranza silenziosa, quella delle donne e degli uomini che la politica ufficiale della sinistra rende così spesso muta o inascoltata. Nelle università, nelle fabbriche, negli uffici, nelle sedi sindacali e partitiche non si sono raccolte finora che poche migliaia di queste firme: proprio qui è finora impossibile, per chi lo voglia, esercitare il proprio diritto costituzionale a richiedere l'abrogazione di leggi che si ritengono negative, che sono nella fattispecie fasciste e barbare, violente e corruttrici. Si firma, invece, nelle strade; nelle strade i passanti di ogni età e condizione sociale stanno dando corpo e forza alla prospettiva politica concreta della più radicale delle riforme democratiche dello Stato dalla Liberazione ad oggi. E' di questo che si tratta, infatti, se riusciremo ad imporre al regime, entro un anno, il referendum di abrogazione contestuale delle norme concordatarie, di quelle penali di Rocco e Reale, dei codici e dei tribunali militari, dell'impo

sizione di una tassa per il finanziamento pubblico dei vertici dei partiti di regime, delle disposizioni che fanno dell'Inquirente Parlamentare una macchina per l'assoluzione dei criminali di Stato.

Qualcosa di letteralmente straordinario, di politicamente nuovo e grave sta dunque accadendo: ed è la nostra risposta alla violenza del regime, alle cento e cento violenze contro la legge e i diritti civili e costituzionali dei cittadini.

Che il paese stia davvero attraversando un momento di crisi tremenda, lo pensiamo e vediamo anche noi. La gente se ne accorge contando giorno dopo giorno quel che resta del salario, e con i disoccupati, sottoccupati, i pensionati in famiglia, che aumentano; se ne accorge guardando e ascoltando la RAI-TV, leggendo i giornali. La delinquenza dilaga, ed è la sola a »far notizia . Ma quale »delinquenza ?

``Socialisti'' e delinquenza RAI-TV

Se Cossiga vuol davvero assicurare alla giustizia sequestratori e rapinatori trasferisca subito in galera, in quattro e quattr'otto, innanzitutto i suoi cortigiani: sono loro i »delinquenti che cerca o dice di cercare. Sono gli Andrea Barbato, direttore »socialista del TG2; Sergio Zavoli, direttore »socialista del GR1; Enzo Forcella, direttore »socialista della Terza Rete.

In un paese in cui questi vili e violenti manipolatori fossero messi in condizione di non nuocere, alla fine nemmeno i compagni De Martino avrebbero più nulla da temere. Chi sequestra barbaramente persone, infatti, non è che l'ombra fedele e necessaria di chi sequestra impunemente e quotidianamente verità e diritti civili di tutti, informazione e legalità costituzionale, e lo fa in nome del »socialismo e della »democrazia .

Se il presidente socialista della RAI-TV, Grassi (uomo di spettacolo oltre che - ciascuno lo sa - di cultura e di democrazia) vuol assistere ad uno spettacolo fascista consideri questo »programma di censura violenta della RAI-TV per cui su questa campagna, su questo avvenimento che coinvolge o sta per coinvolgere milioni di cittadini elettori, non è stato fatto finora un solo servizio giornalistico, non è stato tenuto un solo dibattito, non è stata data una sola notizia degna di questo nome.

Contro questa violenza dobbiamo tutti mobilitarci con la durezza necessaria e con la tempestività che i termini di legge ci impongono: non si venga poi a parlare di »eccessi radicali , di »vittimismi e di »violenza dei non-violenti. Dobbiamo rimuovere gli ostacoli alla legalità ed all'imformazione democratica che sono imposti contro il paese. Che i compagni di "Il Manifesto" e del "Quotidiano dei lavoratori", nelle loro private coscienze, pensino anch'essi ad altro e battano Gustavo Selva nel censurare ai loro lettori le notizie di questa lotta drammatica e difficile, ma quanto importante, è un eloquente ma indubbio diritto di parte, che alla RAI-TV non intendiamo riconoscere: ai compagni di "Il Manifesto" e del "Quotidiano dei lavoratori" ci limitiamo a rivolgere un appello perché mostrino anch'essi di esser capaci di momenti di lotta e di mobilitazione unitaria e vincente, lì dove sembrano invece ora imperare solamente divisioni e polemiche, e affermarsi la tendenza che vede sempre più deboli gli strumen

ti politici rivoluzionari e riformatori quanto più drammatica e forte è invece la potenzialità sociale di scontro, lotta e alternativa.

Ma, intanto, noi occupiamoci della raccolta delle firme, per potenziarla immediatamente. Le notizie che ci giungono non sono buone, tutt'altro. Molto dipende dalla difficoltà di trovare gli autenticatori: ed è questo nodo che va subito sciolto. Il potenziale maggiore viene dai cacellieri. Nella maggior parte dei distretti giudiziari essi hanno timore ad uscire dal Tribunale, a autenticare nei tavoli esterni le firme. E' urgente far loro sapere che è questo un loro diritto assoluto, come dimostra il fatto che 800 mila firme siano state autenticate da loro colleghi in questi giorni, all'aperto.

Andare nei comuni e nei tribunali...

I cancellieri in questo dipendono dal Ministero, non dai Presidenti dei Tribunali che fanno aleggiare una atmosfera irresponsabile e menzognera di ricatto. E, infatti, mai nessuna minaccia di provvedimento disciplinare è stata fatta valere nemmeno lo scorso anno quando gli stessi cancellieri, per il referendum sull'aborto, autenticarono ai tavoli più di 600.000 firme.

Altro nodo: le segreterie comunali e le cancellerie dei tribunali. I compagni sembrano sottovalutare l'importanza essenziiale, soprattutto nelle città minori e nei piccoli municipi, di questo mezzo di raccolta. Abbiamo già fatto notare che sarebbero sufficienti "tre firmatari al giorno" nei municipi o nei tribunali, "per un mese e mezzo", perché dagli ottomila Comuni minori d'Italia, da soli, giungessero più di quattro milioni di firme autenticate che servono al nostro progetto.

...e uscire dalle università

Un'ultima osservazione: cosa si aspetta a tenere assemblee nelle università, a organizzare nelle facoltà la raccolta di firme, e cortei che si rechino a firmare nei tribunali e nei Comuni, i cancellieri non »escono ? Sarebbe un bel casino, negli »uffici ! Quanti sono gli studenti, compagni studenti, i democratici oltre che i rivoluzionari e i riformatori radicali, nelle scuole e nelle università? Dove sono? Perché, se continua così, con una media che va scendendo sotto i 700 firmatari al giorno, non ce la faremo. Ogni giorno che passa provoca ritardo difficilissimo da superare.

Sciuperemo anche questa occasione. Forse lo stiamo già facendo.

E' bene saperlo e assumersene la responsabilità.

 
Argomenti correlati:
articolo
rai
barbato andrea
il quotidiano dei lavoratori
stampa questo documento invia questa pagina per mail