SOMMARIO: I corsivi pubblicati dal quotidiano "PAESE SERA" dal 1976 al 1978 ("il pugno o la rosa", a cura di Valter Vecellio, Bertani editore, 1979)
("PAESE SERA", 17-4-1977)
"Un partito libertario e non violento - ha scritto ieri mattina sulla ``Stampa'' Andrea Barbato - non mi negherà il diritto alla difesa". L'accusa dalla quale il direttore del TG 2 si è difeso gli è stata rivolta mercoledì scorso su "Lotta Continua" da Marco Pannella, deputato radicale, Barbato è un sequestratore di notizie, scriveva Pannella, poiché non ha dedicato alcun servizio giornalistico all'iniziativa radicale degli otto referendum. Il suo reato è grave quanto quello di chi sequestra uomini, concludeva Pannella.
Barbato ha scritto, in una risposta pacata, civile e velata di ironia, che in quanto al "reato di sequestro" darà conto, nel caso, alla commissione parlamentare di vigilanza sulla RAI-TV. E ha concluso rimpiangendo un altro modello radicale, quello dei Pannunzio e dei Benedetti - altro stile e altra cultura - che hanno insegnato a molti il rispetto delle opinioni altrui.
Sì, proprio un'altra cultura e, probabilmente anche un'altra ideologia. Letto l'articolo di Barbato, Gianfranco Spadaccia, ieri sera, ha replicato: "Barbato, cane da guardia dell'informazione di regime... è un ladro, un sequestratore, un assassino di verità e di notizie". Le sue sono "denigrazioni", "menzogne", "calunnie". E questa è la conclusione: "Con gente come Barbato non c'è da sorprendersi se in Italia aumenta il numero di coloro che si convincono che i problemi si risolvono con le P 38 e con le bombe".
Con buona pace della non violenza, del rispetto delle opinioni, e del diritto alla difesa.