SOMMARIO: I corsivi pubblicati dal quotidiano del PRI "La voce repubblicana" dal 1972 al 1977 ("il pugno o la rosa", a cura di Valter Vecellio, Bertani editore, 1979)
("La voce repubblicana", 6-5-1977)
Carlo Casalegno, sulla "Stampa" di ieri, ha dedicato un paio di colonne di parole misurate per spiegare le ragioni che sconsigliano di sottoscrivere oggi la richiesta radicale di otto referendum abrogativi. Di certo gli è sfuggito un manifesto impastato sui muri delle maggiori città italiane, perché in quel caso si sarebbe risparmiato la fatica e sarebbe corso gongolante anche lui a firmare, rammaricandosi anzi che i referendum non siano sedici.
Dice il manifesto: "Dario Fo ha firmato... e tu che aspetti?) Giusto, se Fo non s'è fatto pregare, perché mai dovremmo indugiare noi, modesti telespettatori? La strada è tracciata, imbocchiamola senza esitazioni. Tanto più che "250 mila hanno già firmato... e tu che aspetti?", recita un altro manifesto. Se la moltitudine è in marcia, guidata da Dario Fo, non si capisce perché ci sia qualcuno che ancora si attardi. Forse è pagato dal Vaticano e dalla Cia e da tutti e due.
Ci piace soprattutto il tono dei manifesti radicali. Non sono minacciosi e nemmeno perentori, in fondo. C'è in essi soprattutto una nota di stupore: ma come è possibile che qualcuno ancora esiti? Dario Fo dixit.