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MLD - 12 giugno 1977
MOZIONE FINALE DEL TERZO CONGRESSO DEL MOVIMENTO DI LIBERAZIONE DELLA DONNA (MLD)

SOMMARIO: Gli obiettivi del Movimento di Liberazione della Donna (MLD) federato al Pr - Liberalizzazione dell'aborto; Intervento nei consultori pubblici; diffusione e informazione sulla sterilizzazione; parto senza violenza; costituzione di consultori MLD dove praticare l'aborto; battaglia contro la violenza sulle donne.

IL TERZO Congresso del Movimento di Liberazione della Donna, dopo aver analizzato la grave situazione politica in cui versa il paese e che si è drammaticamente rivelata con la caduta della legge sull'aborto, peraltro estremamente carente, compromissoria e restrittiva, ritiene di doversi impegnare nella difesa dello spazio politico delle donne che nell'attuale società non può che essere uno spazio di dissenso. Ci rendiamo conto che oggi la maggioranza politica di regime è diventata molto ampia e che anche le forze della sinistra ``alternativa'' si sono lasciate coinvolgere nella politica del compromesso storico, spaccando anche, e ciò ci preoccupa, il Movimento femminista che nello scorso anno era unito nella battaglia per l'aborto libero mentre oggi in parte reclama una legge riduttiva e regolamentatrice dell'aborto. Il M.L.D. ritiene prioritario riconquistare lo spazio politico delle donne riaffermando il diritto all'aborto libero senza giustificazioni e permessi dati dal potere. A questo punto la richiesta

di un referendum sull'aborto di cui siamo state, insieme al P.R., le promotrici, ci sembra l'unica alternativa ad una qualsiasi legge-pateracchio che possa essere proposta. Al fine di mobilitare l'opinione pubblica su questo obiettivo ci proponiamo di indire una petizione popolare per chiedere che venga attuato il referendum abrogativo del reato di aborto.

Se non si dovesse giungere ad una rapida risposta positiva da parte del governo e delle forze di sinistra, il congresso propone di ritornare alla pratica della disubbidienza civile e non violenta.

Accetta quindi l'impegno proposto dalla Commissione Consultori che individua nella disubbidienza civile e non violenta con le autodenuncie ed il Self-Help aborto, la prosecuzione delle iniziative riguardanti l'autovisita, gli anticoncezionali, i centri contro la violenza, quella prassi politica femminista ce è modo alternativo alla tradizionale prassi politica maschile. Si impegna quindi a muoversi politicamente secondo i seguenti punti:

1) - Coinvolgimento e confronto con altri collettivi femministi sul problema aborto, mediante incontri, seminari, convegni, scambi d esperienze;

2) - partecipazione dell'M.L.D. ai consultori pubblici, per controllo e critica operativa, sia come utenti che come gruppo politico;

3) - costituzione di gruppi per consultori mobili;

4) - diffusione di una scientifica e corretta informazione sulla sterilizzazione femminile e maschile, e loro analisi socializzata;

5) - maggiore informazione sugli anticoncezionali nocivi che in Italia sono normalmente venduti, mentre in altri paesi non sono più immessi sul mercato, e conseguente denuncia al Ministero della Sanità delle case produttrici.

6) - Divulgazione e pressione presso medici ed ospedali e stampa e consultori regionali per la diffusione della pratica del parto senza violenza;

7) - costituzione di consultori M.L.D. plurimi, dove le donne possano rivolgersi per l'aborto, gli anticoncezionali e le violenze che subiscono, onde evitare l'emarginazione vissuta dalle donne, per trovare insieme nuovi metodi di lotta.

I consultori Self-help aborto si apriranno quando il Consiglio Federativo del M.L.D. lo riterrà opportuno, dopo aver valutato sia la situazione locale sia la rispondenza del consultorio stesso alla mozione votata, e quindi li verifichi come consultori plurimi e non solo di aborto.

Il 3· Congresso, per poter analizzare in modo più approfondito tutti i temi riguardanti la maternità, dalla contraccezione all'aborto alla nascita senza violenza ed alle adozioni, propone di indire un convegno internazionale nel prossimo autunno allo scopo di individuare i nuovi strumenti operativi di lotta e di diffondere quanto più è possibile le tematiche femministe attraverso l'apertura di nuovi spazi di partecipazione concreta a questa battaglia da parte di tutte le donne.

Per quanto concerne lo scandalo delle adozioni, il 3· congresso ritiene importante, anche se non vincolante, prendere posizione per evitare lo esproprio legalizzato dei bambini e la violenza contro le ragazze-madri che, avendo difficoltà a tenere presso di sé i propri figli, invece di essere aiutate, vengono usate come vasi contenitori e riproduttori di feti, senza diritti e possibilità di scelta, a cui comunque bisogna togliere il bambino, magari ancora prima di averlo partorito, per darlo a famiglie raccomandate dal Tribunale dei minorenni. Uguale trattamento viene riservato a quelle mamme adottive che hanno inoltrato richiesta di adozione ordinaria, dopo aver accettato l'affidamento direttamente dai genitori naturali o legittimi, senza il permesso preventivo del tribunale. In questi casi i bambini vengono strappati sia ai genitori legittimi che a quelli adottivi, vengono rinchiusi in brefotrofi e poi, come i bambini abbandonati, vengono dati ad una nuova famiglia con la adozione speciale.

Il congresso propone quindi di indire una petizione popolare, per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema ed evitare che ancora una volta, la violenza istituzionale passi sulla testa delle donne.

Il 3· Congresso ritiene prioritaria insieme all'aborto ed alla maternità, anche la battaglia contro la violenza sulle donne. Si impegna quindi:

"per i processi di violenza carnale" a chiedere:

a) - possibilità per il Movimento Femminista di costituirsi parte civile contro l'autore della violenza ed il risarcimento dei danni indipendentemente dal risarcimento del danno personalmente subito dalla vittima;

b) - il dibattimento a porte aperte, salvo contraria volontà della vittima.

c) - i processi di violenza per direttissima.

d) - l'anonimato della vittima dal momento della denuncia fino al processo, salvo contraria volontà della vittima. Le trasgressioni dovranno essere punite penalmente.

e) - che almeno uno dei giudici del collegio giudicante sia una donna.

"per la violenza casalinga" a chiedere:

a) - una linea telefonica pubblica (tipo 113) d'emergenza sul territorio nazionale, funzionante 24 ore su 24. Questo numero fornirà "informazioni" giuridico-tecniche e l'indirizzo dei collettivi femministi più vicini alla donna che telefona.

b) - che lo stato dia le strutture (edifici) e sovvenzioni per creare tanti rifugi per donne picchiate.

Inoltre si impegna a far sì che:

a) - in ogni collettivo M.L.D. esista un collettivo contro la violenza sulla donna.

b) - il collettivo deve lavorare insieme con gli altri in modo da formare un consultorio plurimo.

Indiciamo "due" convegni: uno nazionale a settembre a Milano, anche di preparazione per un congresso internazionale a Roma sulla violenza.

Altra battaglia prioritaria è quella sul lavoro, di cui ribadiamo il valore rivoluzionario, in quanto non si chiede semplicemente un posto di lavoro per le donne, ma una diversa qualità di lavoro, e la eliminazione di qualsiasi forma di discriminazione fondata sul sesso.

Convinte che la battaglia del 50% non può essere abbandonata prima dello scadere dei 6 mesi previsti dalla legge, decidiamo una mobilitazione generale ed eccezionale del Movimento fino alla data di scadenza, attraverso iniziative comuni ed iniziative locali da concordarsi a livello unitario. Pur accettando alcune critiche rivolteci dal movimento sulla proposta, ne ribadiamo il valore rivoluzionario in quanto intaccante la divisione del lavoro e dei ruoli su cui si fonda questa società e ne riaffermiamo il valore strumentale al più ampio progetto di liberazione.

Proponiamo quindi due grandi manifestazioni, una a Roma e una a Milano, avvalendoci delle strutture organizzative nostre e anche del P.R., e la nostra uscita in massa ai tavoli radicali oltreché ai nostri, vedendo questa strategia come rapporto di verifica del rapporto di federazione.

Nel caso che non si raggiunga l'obiettivo delle 5.000 firme, per non bruciare un progetto per il quale abbiamo tanto lottato, proponiamo di arricchire la legge del 50% rendendola comprensiva di altre richieste del Movimento, più attuale ed innovativa rispetto ai progetti già presentati in parlamento dalla Anselmi, Seroni, Carrettoni, Magnani Noya.

Il nostro progetto di legge rimarrebbe in toto, con in più articoli riguardanti la costituzione di parte civile del movimento nelle cause che hanno per oggetto la pubblicità offensiva per la donna, la violenza nei confronti della donna sul lavoro in ogni modo perpetrata, ed altre norme da stabilirsi, come ad esempio l'abolizione degli articoli del codice penale e del diritto di famiglia altamente discriminatori. Per il metodo di presentazione di tale legge si rimanda la decisione al Consiglio Federativo. Nella stesura dei singoli articoli supplementari, si propone di aprire un dialogo con i gruppi femministi nazionali ed internazionali, (in questo caso) per una comparazione delle legislazioni in materia di lavoro e della situazione di fatto esistente nei diversi paesi.

Infine intendiamo ricorrere a denunce ed organismi internazionali per i casi di discriminazione riscontrati.

Il Congresso ritiene sempre più grave per la sopravvivenza del nostro pianeta il problema degli armamenti e della guerra che oggi non è più un problema solo di armi in quanto sono state usate le armi batteriologiche e nucleari che continuano ad uccidere anche in tempo di pace, vedi Vietnam e Seveso, mettendo in pericolo la vita e la salute di intere popolazioni. Riteniamo che le donne debbono farsi carico in prima persona della salvaguardia della vita e dell'ambiente contro ogni forma di sfruttamento realizzata dal patriarcato, nelle sue braccia odierne delle multinazionali e del capitalismo, dal momento che la società degli uomini, da sempre, non ha saputo risolvere il problema della guerra. Il Congresso ritiene che questa sia innanzitutto una battaglia culturale in senso antropologico, e che la soluzione di questo problema porterà ad un cambiamento radicale della società. Le donne, portatrici della vita, sono per natura contrarie alla violenza ed alla guerra portatrici di morte, e quindi non possono che ri

fiutare di mettere al mondo nuove vite per farle uccidere in un massacro bellico o chimico.

Su questo tema il 3· congresso propone una marcia internazionale antimilitarista e per la salvaguardia della natura, fatta da tutte le donne contro gli armamenti e gli inquinamenti chimici e nucleari, nel mese di settembre.

Inoltre il congresso ritiene di doversi porre di fronte ad una battaglia per una corretta informazione contro la prevaricazione della stampa di regime e contro l'uso mercificato dell'immagine della donna. Propone di creare strumenti di controinformazione femminista. Specifica che si tratterà di analizzare attentamente (e trasmettere all'intero movimento femminista) il significato e le forme di una reale informazione alternativa ed individuare i mezzi atti a sovvertire i sistemi di informazione della stampa maschilista di regime. A questo proposito a maggior ragione si fa espresso riferimento alla lobotomia cui si sono lasciate sottoporre tutte quelle giornaliste che si professano o esibiscono tessere e/o sigle femministe, e i di cui articoli hanno già abbondantemente mistificato e distorto il senso delle nsotre lotte, resituendo una immagine nel migliore dei casi folkloristica e di costume. Se la magioranza delle donne non trova riscontro reale rispetto al proprio quotidiano nelle tematiche femministe è anch

e e soprattutto in conseguenza alla volontà di snaturare la realtà politica del movimento delle donne, cosa alla quale queste giornaliste hanno contribuito e non in piccola misura.

Il Congresso si propone di costituirsi parte civile presentando denunce singole, contro lacune industrie che mercificano l'immagine della donna a scopo di lucro e chiedendo un risarcimento danni.

Inoltre, per quanto riguarda la federazione al Partito Radicale, posta in termini violentissimi da alcune compagne come problema da decidere e risolvere subito, in questo congresso, data la mancanza di tempo e di dibattito su questo argomento perché fosse possibile risolverlo con chiarezza durante questo congresso, si indice il congresso straordinario nella prima settimana di ottobre sul tema ``Concetto di federazione in generale e rapporti con i partiti''.

VOTATA ED APPROVATA CON LA MAGGIORANZA DEI 3/4 IL GIORNO 12/6/1977

 
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