SOMMARIO: I corsivi pubblicati dall'organo di Democrazia Proletaria "Il quotidiano dei lavoratori" nel 1977 ("il pugno o la rosa", a cura di Valter Vecellio, Bertani editore, 1979)
("Il quotidiano dei lavoratori", 22-6-1977)
Pannella può dire quello che vuole (ed è uno che chiacchiera assai), ma la su ultima trovata del contraddittorio con il boia Almirante ha tutti i connotati della cialtroneria. Avrei preferito inoltre che la confermasse: almeno sarebbe stato coerente con altri episodi precedenti (il flirt con Plebe, la difesa di Ventura, ecc.), e avrebbe continuato a marcare una sua originalità, sia pure volgare e qualunquista. Invece ha deciso - d'accordo con la segreteria del Pr, che naturalmente l'ha subito difeso - di rinviare la trasmissione, perché Lc e Mls gli hanno fatto subito sapere che questo poteva rimettere in discussione il patto d'unità d'azione per la campagna degli 8 referendum.
Con grande disinvoltura - con sommo spregio di ogni rispetto alla propria coerenza personale - il Pannella ha subito detto: Ah sì? E allora io la rinvio. A quando? Finita la campagna.
Devo riconoscere comunque che Pannella è straordinario anche quando esplicita tutto il suo opportunismo: oggi crea problemi questo bel dibattito con Almirante? E allora lo faccio più in avanti, quando non avrò più bisogno di Mls e Lc. Semmai è strano che ci sia qualcuno ancora disposto a farsi strumentalizzare in modo tanto arrogante. Ma codesto individuo deve avere qualche qualità particolare: si comporta come un monarca verso tutta l'area radicale, organizzazione di partito e altro. Segno che deve pur avere qualche potere. Prendete Radio Radicale per esempio: Pannella decide di fare e di non fare, e gli altri (i lavoratori della radio) tutti zitti a obbedire. Può darsi che siano tutti d'accordo con Pannella, ma questo frasario pannelliano dell'"io decido" puzza tanto da Re Sole che proprio non riesco a vederci nulla che ricordi o assomigli vagamente al "nuovo modo di far politica", al femminismo, ecc.: tutte cose delle quali il Pannella si riempie la bocca.
Nella sua splendida valutazione del proprio essere splendido poi il Pannella dà, al solito, lezioni a tutti: di democrazia e di sagacia tattica. Questo Clausewitz del referendum ha voluto ricordare che quello sul divorzio l'ha vinto lui, convincendo tanti fascisti e qualunquisti a votare "no". Così come poteva fare ora, grazie a questa trasmissione, per la campagna per gli 8 referendum.
Se Pannella dunque è uno abituato a far politica con ogni cialtroneria, forse non sarebbe male che tutti i suoi accompagnatori riflettessero un po' prima di decidere di seguirlo. Se non altro per non essere costretti a commentare, a posteriori, questo squallore.