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Aglietta Adelaide - 16 luglio 1977
Con la lotta in mezzo alla gente
E' necessario tornare subito...

di Adelaide Aglietta

SOMMARIO: La campgana del Pr per la raccolta delle firme per gli otto referendum abrogativi (abrogazione del Concordato, dei tribunali militari, dei reati d'opinione contenuti nel Codice penale, di parti della legge manicomiale, della legge che attribuisce alla polizia poteri speciali in materia di arresto, perquisizione e intercettazioni telefoniche, della legge che attribuisce ai partiti un consistente finanziamento pubblico, della "Commissione inquirente" - lo speciale "tribunale" composto da parlamentari per il giudizio preventivo sui reati compiuti dai ministri) ha avuto successo. Adelaide Aglietta, segretaria del Partito radicale, indica gli obiettivi dell'impegno radicale: difesa dei referendum; difesa della Costituzione; ordine pubblico e difesa dei diritti politici; centrali nucleari, riforma e smilitarizzazione del Corpo degli agenti di custodia e della Polizia;

(NOTIZIE RADICALI n. 163, 16 luglio 1977)

Settecentosettemila firmatari. Ciascuno degli otto referendum al di sopra di ogni margine di sicurezza e al riparo da ogni possibilità di invalidazione. La consegna delle firme in Cassazione avvenuta, quasi simbolicamente, in coincidenza con la firma degli accordi "a sei" per i nuovi programmi di governo.

E' questo il consuntivo immediato di tre mesi di campagna per la raccolta delle firme degli otto referendum, che ha visto impegnati in ogni regione migliaia di militanti radicali e non, e che ha visto raccogliersi intorno a questo progetto politico un vasto e significativo consenso di massa.

Ora che l'obiettivo che ci eravamo proposti è stato raggiunto, possiamo dire che si è trattato forse del più imponente fenomeno di civile mobilitazione e partecipazione democratica che la Repubblica abbia conosciuto. Centinaia di migliaia di comunisti, di socialisti, di democratici, credenti e non credenti, hanno fatto valere, utilizzando un fondamentale diritto costituzionale, la loro volontà di reali e radicali riforme contro la logica della rinuncia alla lotta e contro la costante trasformistica della vita politica italiana che fa sempre pagare al paese e ai cittadini, in termini di compressione delle libertà e dei diritti civili, ogni mutamento degli equilibri e delle alleanze politiche. Centinaia di migliaia di cittadini hanno fatto valere una volontà alternativa, che non è minoritaria nel paese, e tanto meno lo è nella sinistra italiana, contro la logica dei compromessi storici e dei quotidiani compromessi di potere.

Per il terzo anno consecutivo il Partito Radicale realizza e raggiunge l'obiettivo politico fissato dal proprio congresso: un obiettivo che, più ancora delle elezioni dello scorso anno, e più ancora del referendum sull'aborto di due anni fa (quando però fallimmo gli altri cinque referendum), appariva pressoché impossibile e assolutamente sproporzionato alle nostre forze. Apparentemente isolati in Parlamento e nei rapporti con i vertici degli altri partiti, emarginati ed esclusi dai mezzi di comunicazione di massa radiotelevisivi, sottoposti a vere e proprie campagne di linciaggio politico e morale dalla stampa di regime e da quella di sinistra, i radicali sono tornati nelle strade e nelle piazze, in mezzo alla gente, come pesci nell'acqua, con i tavoli, con i lapis, con i moduli dei referendum, con gli strumenti della non-violenza, della legalità, della Costituzione, per fornire a tutti - agli anziani come ai giovani, alle donne come agli uomini, agli abitanti dei piccoli paesi come a quelli delle grandi cit

tà - la possibilità di espressione unitaria della loro opposizione al regime e della loro volontà alternativa. Dalla gente, magari dalla gente ritenuta la più lontana, ha ricevuto sostegno e aiuto, consenso e forza. Il partito ne è certamente uscito trasformato, migliorato, rafforzato.

Non abbiamo tuttavia tempo per pause di compiacimento. La stessa analisi di ciò che hanno significato per il partito questi mesi di organizzazione e di lotta, le stesse drammatiche decisioni che dovremo prendere in ordine ai gravi problemi finanziari e organizzativi che dobbiamo risolvere, devono essere affrontate nel vivo dell'impegno politico collettivo del partito rispetto ai nuovi compiti e alle crescenti responsabilità che la situazione politica gli impone.

I processi politici in atto, ciò che sta avvenendo in questi giorni nel Parlamento e nel paese, le scelte politiche e legislative che si preparano e già sono state concordate, ci richiedono di costruire immediatamente intorno alle deboli strutture del Partito Radicale una forte e articolata opposizione democratica nel paese, senza la quale sarà difficile e forse impossibile difendere lo strumento costituzionale dei referendum che abbiamo conquistato, e senza la quale risulterebbe marginale e inutile l'opposizione parlamentare dei nostri compagni deputati. Abbiamo appena portato a compimento un ambizioso e imponente progetto di democrazia diretta, e già dovremmo essere di nuovo, con le nostre lotte, in mezzo alla gente, nelle strade, nelle piazze, dentro e davanti ai luoghi di lavoro, alle suole e alle fabbriche.

Senza affrontare in questa sede una più compiuta analisi della situazione politica, proviamo ad elencare i compiti, gli obiettivi e le scadenze, che ci sono dettati e imposti dagli avvenimenti e dalle scelte politiche dei vertici politici della sinistra, e di cui il Partito Radicale non può non farsi carico.

1. DIFESA DEI REFERENDUM - Nel consegnare i referendum alla Cassazione, certi che il numero delle firme è più che sufficiente, abbiamo praticamente aperto la campagna per il "sì" alla abrogazione delle otto leggi. Ma la campagna per la difesa dei referendum contro i tentativi di scippo e di rapina che saranno messi in atto per sottrarre al paese questo diritto. Sono già state presentate due proposte di legge in Parlamento per modificare la legge istitutiva del referendum. Non è stata presa alcuna misura né dal Governo né dal Parlamento per consentire alla Corte di Cassazione l'adempimento delle proprie gravose funzioni di controllo che devono essere compiute, secondo la legge, entro ottobre. Già s'annunciano leggi-truffa e interpretazioni giuridiche unilaterali vengono pubblicate contro il referendum sul concordato. La difesa per i referendum per essere davvero efficace deve essere attuata da coloro che li hanno voluti, cioè dai firmatari. Occorre costituire una rete di comitati per il "sì" e per la difesa d

ei referendum in ogni parte d'Italia, per ciascun referendum a partire dagli interessi e dalle lotte di ciascuno dei firmatari o di gruppi di firmatari, o per l'intero progetto referendario.

2. DIFESA DELLA COSTITUZIONE E DEL CORRETTO FUNZIONAMENTO DELLA DEMOCRAZIA - Non solo sul terreno dei referendum è in atto un attacco senza precedenti alla Costituzione e al corretto funzionamento delle istituzioni democratiche e parlamentari. Durante i tre mesi di defatiganti trattative fra i partiti dell'esarchia, il Parlamento è stato esautorato e di fatto paralizzato. Le procedure adottate per portare in Parlamento gli accordi programmatici riducono il Governo a cassa di compensazione e a comitato esecutivo dei compromessi raggiunti dai vertici dei partiti, privo di autonomia e senza responsabilità, e le Camere a cassa di registrazione di decisioni prese in altra sede, espropriate della loro sovranità e delle loro prerogative.

3. ORDINE PUBBLICO - DIFESA DEI DIRITTI COSTITUZIONALI DEI CITTADINI - La parte degli accordi programmatici sull'ordine pubblico, sulla giustizia, sulle carceri, che analizziamo e di cui riferiamo in un altro articolo del giornali è gravissima. Con l'assenso del PCI si peggiorano legge Reale e Codice Rocco, si reintroduce il fermo di polizia, si annullano garanzie fondamentali di libertà e essenziali diritti costituzionali dei cittadini, con la giustificazione della prevenzione si amplia oltre ogni limite la detenzione preventiva e le misure di sicurezza in assenza di prove e di reati e in presenza di semplici indizi e sospetti. Occorre saldare la lotta per la difesa dei referendum a quella per la difesa della Costituzione e della difesa dei diritti costituzionali dei cittadini. Dobbiamo prevedere la costituzione di un comitato nazionale per la difesa della Costituzione e fornire l'opposizione democratica di strumenti di lotta politica e giudiziaria contro la violenza di regime.

4. CENTRALI NUCLEARI - Mentre la DC infligge duri colpi alla sinistra sull'equo canone (un massacro per milioni di inquilini) e sul trasferimento dei poteri centrali alle regioni (per difendere il controllo clericale sull'assistenza) PCI e PSI spianano la strada alla scelta nucleare, senza un preventivo dibattito nel Parlamento e senza informazione dell'opinione pubblica. Con un recente convegno promosso dal gruppo radicale, si è costituita una Lega antinucleare che ha annunciato per l'autunno iniziative di lotta contro il progetto di Donat Cattin e dell'ENEL, fra cui la raccolta delle firme per una legge di iniziativa popolare.

5. SINDACATO DI POLIZIA - RIFORMA DEGLI AGENTI DI CUSTODIA - NUOVA LEGGE SULLA DISCIPLINA MILITARE - Su tutti e tre questi punti la sinistra, e soprattutto il PCI, ha ceduto all'esigenza di imporre riforme radicali, richieste da tempo da un vasto movimento democratico che si era affermato nella polizia, negli altri corpi militarizzati, nell'aeronautica e nell'esercito, e che è l'obiettivo reale da abbattere e da sconfiggere della politica di disordine e di disordine e di caos portata avanti dalla DC. Proprio nel momento in cui la sinistra abbandona questo movimento ai recuperi corporativi (sindacati gialli nella polizia, rappresentanze corporative degli agenti di custodia volute da Bonifacio) o alle minacce repressive, queste lotte vanno riprese e saldate con la lotta per la difesa dei due referendum abrogativi del codice e dell'ordinamento giudiziario militare.

6. INIZIATIVA POLITICA NELLE REGIONI - Gran parte dei poteri di intervento è ormai decentrato alle regioni. E' sufficiente pensare per la Lombardia allo scandaloso episodio di Seveso e della diossina. Nella maggior parte dei casi gli statuti regionali prevedono, come la Costituzione, strumenti di democrazia diretta che dovremmo attivare almeno in alcuni partiti regionali nel prossimo autunno.

7. ABORTO - I partiti di sinistra sono riusciti su questo tema a fiaccare e a dividere il movimento delle donne. Riprenderà subito il tentativo di imporre una legge truffa per evitare il referendum. Grava sul partito radicale sul MLD sul Cisa il compito di imporre al Parlamento la volontà popolare, espressa con le 800 mila firme dei sottoscrittori del referendum, per una legge che al di là delle alchimie formali, dia alla donna la libertà di decidere e sia per un aborto libero, gratuito e assistito. La difesa del referendum e la sua indizione deve essere la nostra scelta.

 
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