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Grassi Aldo - 20 settembre 1977
IL PARTITO RADICALE VERSO IL CONGRESSO (6)
Aldo Grassi, Prato,

segretario del Partito Radicale della Toscana

SOMMARIO: Il PR è stato sempre impegnato in battaglie politiche senza avere un progetto preciso. La seconda rivoluzione industriale, quella consumistica, è in grado di cambiare l'umanità ed il panorama politico che si creerà sarà con un sempre minore spazio di alterità. Il PR deve rendersi partito di opposizione creando una cultura politica.

(ARGOMENTI RADICALI, BIMESTRALE POLITICO PER L'ALTERNATIVA, Agosto-Novembre 1977, n.3-4)

L'analisi elaborata dal gruppo redazionale di ""Argomenti Radicali"" sul presente e su quello che dovrebbe essere il futuro del Partito Radicale, pur nell'ampiezza della trattazione, rivela, a mio avviso, una carenza iniziale laddove tratta dell'attuazione dello statuto e del "partito nuovo".

In tutte le mozioni congressuali di questi ultimi anni si è sempre dato ampio spazio al problema della sessualità impegnando la segreteria, come è accaduto a Napoli nel 1976, e promuovere un convegno nazionale che approfondisse questa problematica così

congeniale al concetto dell'essere radicale Purtroppo, e certamente non per ragioni imputabili a chicchessia, nulla si è fatto al riguardo perché l'intero partito dal 1974 ad oggi è stato sempre impegnato in progetti e battaglie politiche che ne hanno assorbito tutte le potenzialità. Ne discende, quindi, che il partito non ha mai articolato un progetto politico che guardando all'uomo nuovo realizzasse un partito nuovo. Ma l'uomo nuovo, si sa, non s'inventa, si costruisce. Ed in questi anni di militanza radicale mi è accaduti di rado di incontrare compagni/e che fossero realmente diversi da quelli che militano negli altri partiti di sinistra. Il mio discorso ha un preciso termine di riferimento che è quello della caratterialità che si collega direttamente al problema della liberazione sessuale. A parte, forse, il MLD ed il FUORI, il partito nei suoi organi dirigenti, in questi anni, non ha mai sviluppato a livello strutturale questa tematica che, nell'attuale momento politico, è l'unica che non solo può dare

respiro, ma addirittura è imprescindibile per la sopravvivenza e la crescita del movimento.

Mi spiego. Nell'intervento che Pasolini avrebbe dovuto fare al congresso di Firenze del 1975, al paragrafo quinto egli tratta della differenza tra la prima rivoluzione industriale e la seconda, ossia quella consumistica. Nella prima, egli dice, il movimento rivoluzionario combatteva nella sostanziale certezza della modificabilità dei rapporti sociali e, quindi, per una reale alterità. Ed aggiungeva: "Ma se la seconda rivoluzione industriale, attraverso le nuove immense possibilità che si è data, producesse da ora in poi dei "rapporti immodificabili"? Questa è la grande e forse tragica domanda che oggi va posta. E questo è in definitiva il senso della borghesizzazione totale che si sta verificando in tutti i paesi: definitivamente nei grandi paesi capitalistici, drammaticamente in Italia.

Da questo punto di vista le prospettive del capitale appaiono rosee. I bisogni indotti dal vecchio capitalismo erano in fondo molto simili ai bisogni primari. I bisogni invece che il nuovo capitalismo può indurre sono totalmente e perfettamente inutili e artificiali. Ecco perché attraverso essi il nuovo capitalismo non si limiterebbe a cambiare storicamente un tipo d'uomo: ma l'umanità stessa. Va aggiunto che il consumismo può creare dei "rapporti sociali immodificabili" sia creando, nel caso peggiore, al posto del vecchio clerico-fascismo un nuovo tecno-fascismo (che potrebbe comunque realizzarsi solo a patto di chiamarsi anti-fascismo); sia, com'è ormai più probabile, creando come contesto alla propria ideologia edonistica un contesto di falsa tolleranza e di falso laicismo: di falsa realizzazione, cioè dei diritti civili.

In ambedue i casi lo spazio per una reale "alterità" rivoluzionaria verrebbe ristretto all'utopia o al ricordo: riducendo quindi la funzione dei partiti marxisti ad una funzione socialdemocratica, sia pure, dal punto di vista storico, completamente nuova.

L'intuizione drammatica di Pasolini ha dei riscontri obiettivi non solo in Italia, ma in tutte le società industrializzate dell'est e dell'ovest. Ed è in dubbio che la funzione preminente per la completa realizzazione di questo "modello" è data, e sarà sempre più data nel futuro, dagli intellettuali "progressisti" che con la loro adesione sanciranno irreversibilmente il gioco del potere.

Ci sarà una saldatura di interessi ed ideologie anche contrapposte che in Italia si chiamerà compromesso storico, in Francia "union de la gauche" in Germania coalizione per la difesa della Costituzione, in Unione Sovietica nuova Costituzione per l'edificazione del socialismo, in Cina pratigmatismo socialista secondo Ten Hsiao Ping, negli Stati Uniti d'America difesa dei diritti umani.

Ed in questa luce ha un senso il discorso sulle due società di Asor Rosa o l'attacco di Amendola a Sciascia o quello di Trombadori a Compagnone, o la proposta del PCI di portare ad un milione le firme necessarie per indire un referendum. Questa situazione porterà, quindi, ad un sempre maggiore restringimento degli spazi politici per le minoranze che dissentono per cui il problema non è solo italiano ma planetario.

Ed allora, riallacciandomi al discorso iniziale, il Partito Radicale se vuole "dimostrarsi capace di essere il partito dell'opposizione non gruppuscolare né marginalizzata" dovrà necessariamente allargare il campo della sua azione soprattutto nella società civile, con un salto di qualità che non deve essere, come per il passato, coagulazione di solo consenso su specifiche battaglie politiche che il potere dei partiti-regime vanifica (aborto) o vanificherà (gli otto referendum), ma educazione ed informazione politica nuova che non può prescindere da una radicale riappropriazione della nostra globalità psico-fisica, cioè della piena liberazione sessuale che è il solo strumento per sconfiggere tutti i poteri e tutti gli integralismi, bianchi, neri o rossi che siano.

E la stessa battaglia ecologica intrapresa dal gruppo parlamentare e dal partito contro il programma nucleare, rischia di essere fine a se stessa se non sarà inquadrata in una azione di più ampio respiro che non prospetti solamente soluzioni d'impiego di energia alternativa come quella solare, ma tenga conto di altri fattori come quello della crescita esponenziale dell'umanità che, nel giro di qualche decennio, porterà al quasi totale esaurimento delle risorse energetiche ed al totale inquinamento del pianeta. Per cui, i radicali come partito-movimento dovranno farsi carico nell'immediato di una strategia politica complessiva rivolta al sociale per recuperare il politico e dovranno avere il coraggio di articolare un programma di deflazione e di autoregolazione dei consumi che, unitamente a quello della liberazione sessuale, rappresenta l'unica soluzione per ribaltare l'ipotesi-realtà della società dei consumi: creatrice di "rapporti sociali immodificabili"

Altrimenti rischiamo come quei santi uomini che, mentre i turchi espugnavano Costantinopoli, continuavano a discutere tranquillamente sul sesso degli angeli.

 
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