Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
gio 25 apr. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Ingargiola Liliana - 20 settembre 1977
IL PARTITO RADICALE VERSO IL CONGRESSO (7)
Liliana Ingargiola, Roma,

del Movimento di Liberazione della Donna

SOMMARIO: E' importante il rapporto fra PR e MLD proprio per la doppia militanza di molte donne. I rapporti sono sempre stati difficili anche perchè il partito ha sempre considerato il movimento funzionale ai propri progetti.

(ARGOMENTI RADICALI, BIMESTRALE POLITICO PER L'ALTERNATIVA, Agosto-Novembre 1977, n.3-4)

Condivido pienamente l'analisi fatta dai compagni di "Argomenti Radicali" sui problemi che si troverà ad affrontare il partito, dopo la realizzazione della raccolta delle firme per gli otto referendum, sulla sua organizzazione interna, se vorrà veramente essere partito dell'alternativa socialista e libertaria.

Trovo quindi molto ben individuati problemi come: funzioni del militante a tempo pieno, ovvero il quadro politico che vive per e del partito, pericolo della burocratizzazione attraverso questo tipo di militante, difficoltà di trasmettere - bisogna inventare il come - ai compagni militanti "non severi", nuovi e sempre più numerosi, "tutte quelle cose che hanno permesso ad un gruppo di vecchi" di fare le battaglie del partito e di costruire una "omogeneità politico-culturale" che permetta a tutti di essere classe dirigente del partito e non che alcuni non abbiano strumenti per partecipare se non come manovalanza alla vita del partito.

Ritengo importantissimo il dibattito interno su questi e gli altri punti presi in esame. Data la mia militanza ormai da oltre tre anni solo nel movimento di liberazione della donna mi preme dire alcune cose sui suoi rapporti con il PR che quest'anno hanno vissuto momenti drammatici, di grossa tensione, per le dure e talvolta rozze critiche fatte da alcuni dirigenti del partito, magari attraverso radio radicale di Roma, sulla condizione delle lotte del MLD, senza che si provasse a confrontarsi altrimenti in dibattiti interni e in confronti politici più seri.

E' vero che per le "scadenze politiche" che ci diamo in Congresso, più quelle imposte quotidianamente dalla vita politica non rimane tempo per "altro", ma forse i rapporti di federazione tra PR e MLD, il più caratteristico ed "importante" movimento federato al partito, meritavano più attenzione.

Personalmente, senz'altro con poca forza, a partire dalle mie dimissioni dal Consiglio Federativo come radicale, ho tentato di investire il partito di problemi quali la doppia militanza per le donne nel partito e nel MLD (cosa assai diversa dalla doppia tessera prevista dallo statuto), il separatismo-femminismo nel PR e il ruolo delle donne al suo interno.

Il progetto referendario ha poi riempito le discussioni di tutti i consigli federativi e la stampa di partito e non ha dato più spazio a questi temi. Poco è mancato che senza dibattito alcuno, sia nel PR che nel MLD, ci trovassimo sfederati, senza possibilità di meditarne il significato.

Piccolo passo indietro: il MLD, nato da un collettivo misto radicale che si occupava di libertà sessuale e istituzioni manicomiali, è sempre vissuto in passato in maniera subalterna alle iniziative prese dal partito sui temi della liberazione della donna, dell'aborto, della maternità e della contraccezione.

Più sono cresciuti i livelli di scontro di queste battaglie nel Paese, più è esploso il femminismo anche al di fuori del MLD, più il nostro Movimento ha preso connotati precisi di un femminismo radicale - federato al partito radicale attraverso una piattaforma di principi e di lotta ed uno statuto che sono una garanzia politica rispetto ad un movimento femminista non meglio identificabile.

Infine, cresciuto il nostro livello di presenza nel movimento e di capacità di imporre contenuti nuovi, di donne, alle battaglie condotte in comune col PR, ad esempio con la scelta del self-help, e poi con l'iniziativa popolare del 50%, sono sorte le prime difficoltà di confronto tra il PR e il MLD. Da una parte i compagni, abituati a ritenere validi solo i momenti politici da loro stabiliti, dall'altra noi non abituate - storicamente - ad imporre in un confronto dialettico le nostre maturazioni politiche di donne a dei compagni "ovviamente" femministi: in queste condizioni si arriva al nostro congresso del prossimo ottobre dove si deciderà per la federazione o no al partito.

Ma il clima è inquinato, è ormai difficile decidere con serenità questo tema da affrontare in termini così drastici, perché il partito ci ha violentemente spinto in questa direzione, con la scusa di nostre non chiarezze, in realtà non ritenendo più questo MLD funzionale alla realizzazione dei propri progetti.

Io ritengo invece che il MLD abbia realizzato, almeno in parte, un rapporto di federazione statutariamente corretto soprattutto negli ultimi tre anni, proprio a partire dalla scelta delle lotte che ha fatto, qualificando l'area radicale con un femminismo ben individuabile, e anche tentando faticosamente di organizzarsi al suo interno in termini realmente libertari perché non si debbano vivere anche in un movimento di donne meccanismi di prevaricazione sugli altri, di competitività, di potere, tristissime eredità delle organizzazioni politiche maschili.

 
Argomenti correlati:
congresso
mld
stampa questo documento invia questa pagina per mail