SOMMARIO: I corsivi pubblicati dal quotidiano del PRI "La voce repubblicana" dal 1972 al 1977 ("il pugno o la rosa", a cura di Valter Vecellio, Bertani editore, 1979)
("La voce repubblicana", 21-9-1977)
Mentre Pannella è in Spagna a digiunare per gli obiettori di coscienza catalani, il Partito Radicale vive in Italia momenti difficili: pare infatti che venga messa in dubbio la leadership del capo fino a ieri indiscusso del neoradicalesimo italiano. Che cosa rimproverano al leader i fedeli discepoli di ieri? C'è chi dice che Pannella ha il torto di essere diventato un "parlamentare", altri, dall'altra parte, lo accusano di avere, con le sue scelte ad ogni costo originali, sempre più isolato il suo partito. Il malcontento insomma cresce.
Non sappiamo se al popolare Marco, digiunante (per una causa giusta, certo, ma non si capisce bene questa sorta di specializzazione che è ormai intervenuta nel comportamento politico del suddetto), siano arrivate le voci della sommossa. In sua assenza, tuttavia, ci sia consentito spendere due parole a sua difesa. Sentiamo infatti come un dovere quello di chiedere ai radicali italiani che cosa infine pretendano da questo loro leader, che ora cominciano anche loro a discutere. E' diventato un parlamentare, hanno detto alcuni: non resta per loro che dare il voto ad un altro alla prossima occasione. Per altri invece è diventato un "gruppettaro", ha dimenticato il suo pristino impegno di divenire il Mitterand italiano e si è messo a fare il filo con i vari gruppuscoli della estrema, delle estreme anzi (compreso Almirante). Dall'una e dall'altra parte immense delusioni.
Delusioni ingiuste, poiché Pannella è quello che è. Lo si può chiamare "parlamentare", "gruppettaro", o come si vuole, la sostanza non cambia. E' ingiusto chiedergli di non essere "parlamentare" o "gruppettaro": è così che lo si è voluto. Non ci si può stracciare le vesti perché Pannella fa l'originale, chiede i contraddittori ad Almirante, difende l'operato di Lattanzio, e si trova (quasi per caso) in mezzo alle violenze e agli scontri di piazza. Che cosa si vuole vedere in questi atteggiamenti del leader radicale? Incoerenza? Ci sarebbe invece coerenza in otto referendum voluti e perseguiti a casaccio, al solo scopo oggettivo di ridurre in briciole l'ordinamento dello Stato? Non si può rimproverare a Pannella di essere l'esemplare più rappresentativo del neoradicalesimo. Marco Pannella quello che era è, fedelissimo, bisogna ammetterlo, a se stesso.