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L'Unita', Fortebraccio - 9 dicembre 1977
L'UNITA' E IL PR (21) - LA PAPPA
di Fortebraccio

SOMMARIO: I corsivi pubblicati dal quotidiano del Partito Comunista Italiano "L'UNITA'" dal 1966 al 1978 ("il pugno o la rosa", a cura di Valter Vecellio, Bertani editore, 1979)

(L'UNITA', 9-12-1977)

Un compagno, nostro amico, che svolge un modesto lavoro qui a Roma presso la Direzione centrale del PCI, ci ha raccontato, più di un anno fa che un giorno, mentre Pannella continuava uno dei suoi scioperi della fame all'hotel Minerva (se non ricordiamo male), era giunta in via delle Botteghe Oscure una telefonata raccolta dalla segretaria di un dirigente, con la quale un anonimo avvertiva che se qualcuno del partito fosse andato subito all'albergo dove alloggiava il leader radicale, avrebbe potuto vedere un vassoio ricolmo di gustosissime vivande destinate al celebre digiunante. L'invito non fu accolto e perché era anonimo e perché i comunisti sono gente seria che si rifiuta di praticare certi metodi, oscillanti tra lo spionaggio e il pettegolezzo. Aggiungeremo anche che noi, personalmente, siamo inclini a credere che Marco Pannella i suoi digiuni li abbia affrontati per davvero, sebbene ci abbia sempre meravigliato di averlo visto e sentito parlare in piazza Navona o alla TV, appena terminata una delle sue

ripetute astinenze durante le quali ci veniva drammaticamente descritto come morente o quasi, mostrando una irruenza e un vigore che noi, bolognesi, attingiamo soltanto da un buona mangiata di tortellini e da una gagliarda bevuta di lambrusco.

Ma un medico nostro amico ci ha assicurato che i ripetuti digiuni anche se non sempre visibilmente debilitano, finiscono in ogni caso per influire in modo deleterio sul cervello e sulla coscienza, indebolendo il primo e obnubilando la seconda; così, pur simpatizzando in misura che non esitiamo a definire calorosamente affettuosa con la nostra compagna onorevole Annamaria Ciai Trivelli, dobbiamo dichiararle che ha fatto male ad apostrofare con asprezza l'altro ieri in commissione Interni (della quale la compagna Ciai Trivelli è vice presidente) il povero Pannella, il quale ha rivolto ai comunisti insinuazioni ed accuse che potrebbero definirsi infami se venissero da un essere responsabile, mentre espresse da uno cerebralmente menomato sono soltanto cretine.

Sa invece che cosa deve fare la nostra compagna Annamaria Ciai Trivelli, la cui gentilezza è nota? Quando si raduna la commissione e si sa che vi partecipa Pannella, ella deve portare con sé un sacchettino di pasta glutinata, un dado di carne e un fornellino a spirito, in modo da preparare una buona minestrina calda da offrire al leader radicale. E se volesse essere addirittura materna, come ci auguriamo che voglia, la compagna Ciai Trivelli dovrebbe pazientemente imboccare il non più giovane infante, seguitando delicatamente a raccogliere con un cucchiaino i resti della pappa che, come accade ai bambini, si fermano sulle labbra. Sempre a detta del nostro medico, guarire non si guarisce, perché le lesioni cerebrali sono, come si dice, irreversibili; ma è stato accertato più volte che durante i periodi di frequente nutrimento, questi poveri malati riescono a evitare di dire castronerie.

 
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