SOMMARIO: "LA DECISIONE RIGOROSA E RESPONSABILE DEL TESORIERE NAZIONALE IMPLICA UN IMMEDIATO IMPEGNO DI RICERCA DI STRUTTURE ALTERNATIVE PER LA PROSECUZIONE DELL'ATTIVITA'. NESSUNA RISPOSTA DAL SINDACO DI ROMA, ARGAN, E DAI COMPAGNI "PLURALISTI" DEL PCI E DEL PSI. RINNOVIAMO LE RICHIESTE ALLA RAI-TV GIA' AVANZATE IERI. IL COMPORTAMENTO DELL'ENTE RADIOTELEVISIVO DI STATO E' VERGOGNOSO: DOPO MESI E MESI DI CENSURA SUI REFERENDUM, NEMMENO UN'INTERVISTA SULLA CHIUSURA DI UN PARTITO POLITICO".
(NOTIZIE RADICALI N. 296, 21 dicembre 1977)
Roma, 21 dicembre 1977 (N.R.) - In merito al deficit del Partito Radicale la segreteria nazionale ha oggi emesso il seguente comunicato:
"La decisione rigorosa e responsabile del tesoriere, presa alla luce della raccolta di fondi per il ripianamento del debito accumulato durante la campagna di raccolta firme per i referendum, implica un immediato impegno della segreteria nazionale di ricerca di strutture alternative ove sia possibile proseguire la già ridimensionata attività ordinaria. Nessuna risposta, e ci pare fondamentale rilevarlo, è sinora giunta dal sindaco di Roma Argan, né tanto meno dai compagni delle segreterie nazionali del PCI e del PSI, tanto abili nel parlare di pluralismo quanto latitanti ora, nel momento in cui un partito è costretto a chiudere fisicamente a causa di una strozzatura finanziaria.
Come del resto riteniamo doveroso qualificare come vergognoso e indegno il comportamento della RAI-TV, ormai scoperto e lampante.
Dopo mesi di silenzio sulla raccolta delle firme per i referendum, le censure sugli attacchi della avvocatura dello Stato ai referendum in sede di Corte di Cassazione, le censure sulle manovre in corso ora, tendenti a liquidare i referendum alla Corte Costituzionale, l'omertà sulle nuove norme sull'ordine pubblico che saranno varate fra poco dal parlamento senza dibattito nel Paese, il rifiuto di trasmettere quella fondamentale testimonianza fotografica che è il film sul 12 maggio, ora la RAI non dà notizia nemmeno della drammatica chiusura del PR nei prossimi giorni: non un'intervista, non un servizio. Ogni operatore dell'informazione che sappia se non altro cosa significhi la deontologia professionale ha in mano gli elementi per giudicare questo atteggiamento, smaccato e scoperto.
Con gli alibi dell'autonomia delle testate e delle reciproche non-competenze telegiornali, testate, commissione parlamentare di vigilanza si passano la patata bollente radicale di giorno in giorno, giocando al massacro di un partito politico. I maggiori responsabili sono comunque i due direttori dei telegiornali, ai quali abbiamo da giorni e più volte avanzato richieste, Emilio Rossi è un ladro di verità e notizie, il "socialista" Barbato è ancora più ladro e cane da guardia del regime".