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L'Unita' - 8 gennaio 1978
L'UNITA' E IL PR (25) - C'E' DA LACERARE, SI'

SOMMARIO: I corsivi pubblicati dal quotidiano del Partito Comunista Italiano "L'UNITA'" dal 1966 al 1978 ("il pugno o la rosa", a cura di Valter Vecellio, Bertani editore, 1979)

(L'UNITA', 8-1-1978)

Abbiamo colto nel segno, con la nostra denuncia dei pericoli connessi a quello scontro "confuso e lacerante" che certamente si produrrebbe in primavera se mancasse uno sforzo comune di tutte le forze democratiche per togliere ai referendum radicali quella carica di mina vagante che è insita nella loro - voluta - eterogeneità, nel loro carattere di pasticciaccio, nella possibilità che aprono all'aggregarsi di un'opinione di destra. Abbiamo colto nel segno perché, nel consueto e prevedibile polverone di insulti, almeno una risposta chiara è venuta. "Noi riconosciamo volentieri che i referendum possono essere laceranti; è anche per questo che li abbiamo convocati"; così scrive Pannella in un articolo che "Lotta continua", per rendere il senso ancor più chiaro, intitola "C'è da lacerare, sì". Dove sta l'importanza di questa risposta? Sta nella confessione più esplicita che il ricorso indiscriminato all'arma del referendum non ha nulla a che vedere con la pur tanto proclamata difesa dello Stato di diritto e della

democrazia diretta, ma è una scelta politica, volta allo scopo contrario; volta a "lacerare", cioè a scardinare, a sfasciare. Siamo davanti alla flagrante ammissione che radicali e soci, con la pioggia dei referendum, si pongono solo l'obiettivo di distruggere. E non, come dicono, l'edificio delle leggi fasciste, ma l'equilibrio e il tessuto democratico, facendo leva sul quale le forze della sinistra cercano faticosamente di costruire una via d'uscita dalla crisi. La pioggia dei referendum vuole lo sbocco contrario: portare il paese allo sfascio e alla ingovernabilità. In ciò convergendo con il sovversivismo di marca fascista, anche se gli obiettivi finali sono diversi: gli uni pensano che dallo sfascio nascerà la rivoluzione, gli altri la reazione. Ed è proprio per questo che la destra clericale se ne sta compiaciuta a guardare. Questi referendum, apparentemente sono contro di lei, in realtà essa si appresta a utilizzarli contro la sinistra.

Tutto ciò dovrebbe, pensiamo, suonare come un campanello d'allarme per chi, mosso da un sincero interesse democratico, ha talvolta creduto di scorgere dietro ad essi pure intenzioni garantiste. E parla solo di uno squallido gioco, nel quale i rivoluzionarismi e i giacobinismi velleitari danno la mano a tutti i nemici che la democrazia cova nel proprio interno.

 
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