Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
gio 25 apr. 2024
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Archivio Partito radicale
Pannella Marco - 1 febbraio 1978
Fascismo e antifascismo
Marco Pannella

SOMMARIO: Il commento di Marco Pannella alla sentenza di assoluzione nel processo contro l'organizzazione di estrema destra "Ordine nuovo" accusata di "ricostituzione del partito fascista". Il furore "antifascista" della sinistra italiana è l'alibi con il quale coprono la loro sostanziale continuità con il fascismo quelle forze che da trent'anni consentono la permanenza delle leggi fasciste nel'ordinamento italiano e che, in questi ultimi anni, le hanno perfino aggravate.

(Commento alla sentenza del processo contro "Ordine nuovo" Febbraio 1978 da " Marco Pannella - Scritti e discorsi - 1959-1980", editrice Gammalibri, gennaio 1982)

Partiti e organizzazioni sindacali, sindaci e organi di stampa che ora lanciano grida belluine e di dolore contro la sentenza di assoluzione dal reato di ricostituzione del Partito fascista imputato a 113 individui (fra i quali numerosi sono gli assassini, i teppisti, gli uomini di mano o i protetti di Servizi segreti di Stato nazionali e stranieri), sono gli stessi partiti e organizzazioni sindacali che da almeno vent'anni trovano normale che la Repubblica italiana sia inchiodata a leggi e ordinamenti fascisti, dal Codice penale Rocco ai codici militari, al Concordato, e che li aggravano e usano oggi come strumento di governo e di persecuzione di militanti e di cittadini democratici, di repressione sociale e di pretesa "tutela" dell'"ordine pubblico".

Questi partiti, queste organizzazioni sindacali, queste associazioni burocratizzate e di comodo, ex-combattentistiche e reducistiche, sono gli stessi che hanno taciuto ieri, o hanno esultato, dinanzi al colpo di mano della Corte Costituzionale che ha colpito quanto di realizzato della Costituzione pur di difendere dalla condanna popolare le peggiori, più barbare, ignobili e violente leggi del fascismo.

Costoro insorgono, esemplari eroi o maramaldi di regime, contro il Tribunale che ha probabilmente impiegato tre giorni per giungere alle conclusioni cui ormai perfino cultura e storia di regime stanno arrivando: che nulla in comune hanno e possono avere i Concutelli e i suoi pari con i Giovanni Gentile e gli Alfredo Rocco (massimo giurista e legislatore "repubblicano" di questa Corte Costituzionale e dei nostri ineffabili Parlamenti), con i Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini.

"Si parva licet..." gli eredi di chi riuscì a massacrare libertà, giustizia, democrazia, Stato di diritto, e alla fine l'Italia intera, per oltre un ventennio (e non gli impossibili "ricostitutori": dopo 33 anni!) sono, semmai, oggi, i Paolo Rossi, gli Aldo Moro, gli Amintore Fanfani, non altri; e se alcuni di costoro furono, nel passato remoto, per qualche anno, e non oltre 33 anni fa, antifascisti, anche in questo seguono la tradizione: Benito Mussolini, 7 anni prima di andare al potere, era anche lui uno dei più prestigiosi e amati leader socialisti. I Dumini (assassini di Matteotti) e i Concutelli, infatti, possono vivere e operare ovunque e sempre: non migliori di loro sono stati gli agenti di partito e delle polizie segrete che hanno torturato, massacrato, sterminato milioni e milioni di operai e contadini, comunisti e socialisti, anarchici e democratici, nel mondo comtemporaneo.

Come già Avanguardia Nazionale, oggi con Ordine Nuovo si è tentato di imporre alla Repubblica l'uso fascista di leggi fasciste, con l'alibi delle persecuzioni "antifasciste" di "fascisti". La si è coinvolta in processi grotteschi e indegni, nel corso dei quali si è rischiato di dare patenti di martirio a delinquenti che non si osa spesso processare e condannare per i misfatti che hanno effettivamente compiuto, non di rado su diretta commissione di alti ambienti di regime.

Queste leggi che con il pretesto di qualche processo-bidone servono poi a legittimare processi reali e di massa, contro militanti di classe, democratici e davvero antifascisti.

Per questo non mi unisco al linciaggio di regime contro il Tribunale che ha tolto alibi ideologici e dignità civile a gente che non ne merita, oltre che assolvere probabilmente anche qualche cittadino pienamente innocente. Nei nostri codici c'è il reato di associazione a delinquere (anche se né l'Inquirente né la Corte Costituzionale hanno mostrato di saperlo in occasione del "Processo Lockheed"); e sono dei reati anche quelli della manovalanza nera, non più e non meno di quelli dei personaggi al di sopra di ogni sospetto che li hanno usati e protetti. Si condanni per questi reati.

Ci si risparmi la cialtronata di processi di ricostruzione del Partito Nazionale Fascista da parte di chi ha sacralizzato le sue leggi, imponendole all'Italia per 33 anni, quando il fascismo era riuscito a mantenerle per molto meno; o di chi non ha visto che "mine vaganti" e "lacerazioni" nei referendum costituzionali abrogativi del fascismo reale e vivente delle leggi, nel fascismo dei governanti.

Da parte antifascista si smetta dunque con lo spettacolo indecente delle lacrime da coccodrillo, con i lamenti e le imprecazioni, per iniziare subito la campagna per la vittoria del"sì" nel referendum abrogativo dell'infame "Legge Reale"; la legge, cioè, del confino politico fascista, della licenza dell'assassinio, atto preparatorio necessario per far passare anche il fermo di polizia e le altre aberrazioni giuridiche siglate da Cossiga e Bonifacio, per conto dei "sei partiti" dell'"arco costituzionale".

 
Argomenti correlati:
processo
fascismo
referendum
stampa questo documento invia questa pagina per mail