di Marco PannellaSOMMARIO: La censura televisiva contro Marco Pannella e il Partito radicale rispecchia la paura dei gestori politici della RAI-Tv di consentire alla gente di conoscere e riconoscere una verità non di regime. Per questo preferiscono proporre i terroristi e i violenti come antagonisti di regime piuttosto che i nonviolenti.
(SORRISI E CANZONI, 19 marzo 1978)
Non ho visto il "Pannella" di Noschese. Né quello di Carmelo Bene, di "Omnibus", di tanti altri spazi "satirici" o "spettacolari" della nostra Rai-Tv. Non ho televisione: non intendo dare accesso alla mia casa a padroni e servi, ladri e assassini di regime. Ma una riflessione mi sembra giusto farla. Contro chi si dovrebbe fare la "satira"? Contro i potenti, in genere; o contro categorie, ceti potenti. Comunque, contro gente nota, più o meno famosa o famigerata.
Ora chi mi conosce? E perché e come? Facciamo l'esempio di una testata particolarmente esemplare del regime: TG2. In quasi due anni per me mai una intervista, mai un dibattito, nella intera Rete: solo poche avare notizie su questo o quel digiuno, o protesta. Se l'Italia fosse "informata" dalla Seconda Rete della televisione, nessuno, dunque, mi conoscerebbe. Come al TG1, d'altra parte. Invece sono forse bersaglio più frequente, molto più colpito del Papa o del presidente della Repubblica, di Andreotti o di Berlinguer, di Curcio e delle "Brigate Rosse", di Cossiga e delle centinaia di persone che sono regolarmente citate o intervistate dalla Rai-Tv in posizione di assoluto rilievo.
Dunque, devo essere indubbiamente popolarissimo, nel bene o nel male. Come mai?
Ci sono le "Tribune Politiche". Cioè spazi gestiti dal Parlamento, "imposti" alla Rai-Tv; e i servizi parlamentari dove, se io parlo per dieci ore o un mio collega per dieci secondi, abbiamo lo stesso tempo di citazione: ma, comunque, siamo citati entrambi. Evidentemente accade che le due mie presenze annuali al video delle "Tribune" interessano le donne e gli uomini di questo Paese, nel bene e nel male, e si ricordano che io ci sono, mentre tendono a dimenticare e annoiarsi della maggior parte dei miei colleghi.
E' quindi chiaro, a questo punto, che la funzione della satira e della continua citazione che viene fatta "contro" di me da comici e presentatori è quella di cercare di annullare gli effetti politici della mia presenza, che c'è malgrado le censura e le diffamazioni o distorsioni sulla mia attività. Ancora: mi avete mai visto a "Ring", a "Proibito", a "Bontà loro", negli spazi "culturali" della Ravaioli e di Arbasino? Mi escludono per non annoiarvi, o perché hanno paura, i lacchè di mamma Rai e di papa-potere: i Biaggi e i Costanzo, i Falivena e i Fichera?
Ma hanno paura di me o di voi? Questa è la domanda cui dobbiamo tentare di dare una risposta. Hanno paura di quel che io posso dire o di quel che voi potete ascoltare e sapere? Sono nemici miei o vostri? Cosa potrei dirvi d'altro - alla Tv - se non quello che noi radicali pensiamo e facciamo e sappiamo e che loro censurano continuamente?
E se quel che diciamo è stupido o falso, forse che voi non sapreste considerarci e condannarci come stupidi e falsi? Vi considerano tutti stupidi, o radicali? Costoro, amiche e amici, sono più semplicemente dei fascisti (perché cercano di accecare il popolo ingannandolo), dei ladri di verità, degli assassini di democrazia. E fascisti del peggior tipo, perché travestiti da antifascisti, democristiani, socialisti, indipendenti, ora anche comunisti.
Costoro, i loro "valori" e i loro padroni, sono i veri autori e complici delle stragi, degli assassinii e degli assassini. Costoro e, in misura minore, i loro colleghi della stampa politica, del "Corriere della sera" e del "Giorno", della "Stampa" e di "Paese-serva".
Per questo hanno paura del popolo, della gente, della democrazia, della nonviolenza. Per questo hanno paura di informare sul divorzio, sull'aborto, sul militarismo, sulle spesi nucleari e pericoli di morte che stanno sulle nostre teste, sugli assassini dei carabinieri di Peteano, sui generali traditori e golpisti, sulle Antelope Cobbler della Lockheed, sulle carceri, sulle pensioni di guerra, su quelle di invalidità, su quelle di fame, sui dibattiti parlamentari, sull'Inquirente, sui referendum, sul finanziamento pubblico dei partiti, sulla nonviolenza e la vera violenza, sulla mafia di Stato e privata, sui loro padroni editori e ministri e segretari di partito. Sul Partito Radicale, cioè su noi, cioè su quel che intuite, e se foste certi e documentati, decidereste una volta per tutte.
Ci vogliono terrorizzati, nauseati, spaventati, vili e rassegnati; ci vogliono obbedienti e ciechi.
Per questo i sorrisi e le canzoni della Rai-Tv sono così spesso "osé", tristi e squallidi, per questo le canzoni più belle le trasmettono di rado. Per questo hanno fatto delle Brigate Rosse e Nere gli antagonisti del regime, fanno ogni giorno terra bruciata fra la maggioranza del potere DC, PCI, PSI, PSDI, PRI, CGIL, CISL, UIL, DN, CISNAL, FIAT, IRI, IMI, IFI, SIPRA, SPI, EI, PS, CC, GdF, MM, AM, eccetera, e i "partiti armati" di Curcio o di Concutelli, fra Cossiga e Vallanzasca. Noi, voi, donne e uomini miti e soli, onesti e pacifici, le nostre speranze e le cose che amiamo, la nostra forza comune, la possibilità di riconoscerci conoscendoci, di unirci contro chi ha ridotto la vita a uno schifo, di unirci per cambiare la vita, con i nostri referendum e la nostra pazienza, noi non dobbiamo esistere per l'Italia della Rai-Tv, assassina dell'Italia che siamo, o che ameremmo essere...