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Lipperini Loredana - 26 maggio 1978
Aborto: Le streghe son fregate
di Loredana Lipperini

SOMMARIO: La questione dell'aborto è sempre stata la patata bollente di questa classe politica, elementoperturbatore degli equilibri di maggioranza. Se proprio non si puo' fare a meno di parlarne, meglio relegarlo in secondo piano. Grazie all'ostruzionismo radicale alla Camera dei Deputati, il paese ha almeno intuito che la legge che si stava approvando e' una legge truffa. Nella discussione in Senato, senza parlamentari del Pr, l'opposizione poteva e doveva venirre dal movimento delle donne. Ma già nella discussione alla Camera, il movimento femminista è sceso in piazza solo una volta, controvoglia, con poca chiarezza e molte divisioni. Ci si rifiutava di pronunciare la parola referendum, per paura di venir chiamate radicali. Al Senato, niente, le botte le abbiamo prese noi, compagne e compagni radicali, mntre protestavamo in pochi contro cose vergognose che venovano approvate sulla pelle di tutte le donne. Per noi donne si tratta di una sconfitta storica: in questo momento è difficile dire quanto la più gr

ande e imponente mobilitazione sul dopo-legge potrà cancellarla.

(NOTIZIE RADICALI N. 119, 26 maggio 1978)

"In sordina, tra l'indifferenza della stampa, senza che una sola iniziativa del movimento femminista gli facesse eco, la legge sull'aborto è stata approvata dal Senato.

Sarebbe accaduta la stessa cosa se alla Camera dei Deputati non ci fosse stato l'ostruzionismo dei deputati radicali a denunciare la gravità di quanto stava accadendo: l'aborto è sempre stata la patata bollente di questa classe politica, l'elemento perturbatore degli equilibri della maggioranza. Quando proprio non si può fare a meno di parlarne, meglio esorcizzarlo, relegarlo in secondo piano. E' una delle tattiche della "Politica dell'emergenza". A causa dell'ostruzionismo radicale, invece, stampa e partiti sono stati costretti a dibattere dell'argomento: il paese ha intuito, più che sapere (questo non gli è stato consentito) che la legge che il Parlamento stava approvando era una truffa, che le donne, che i firmatari del referendum erano ancora una volta beffati.

Venendo meno l'opposizione radicale al Senato, la forza, l'opposizione stavolta poteva e doveva venire dal movimento delle donne. E' triste dirlo, ma già quando la legge veniva discussa alla Camera le compagne femministe sono scese in piazza una sola volta dopo averlo deciso controvoglia, con poca chiarezza e molte divisioni. Ci si rifiutava anche di pronunciare la parola referendum, per paura di venir chiamate radicali, di venir strumentalizzate chissà da chi: come se il voto non sarebbe stato un voto di donne, un riappropriazione del proprio diritto di decidere. Mentre la legge veniva approvata in tutta fretta al Senato, mi dispiace dirlo, ma obiettivamente il movimento femminista si è reso complice del silenzio in cui questa operazione è stata condotta. Non una volta ho sentito parlare di una mobilitazione delle compagne; l'unica manifestazione che si è svolta a Roma mentre la legge era al Senato è stata fatta quasi per dovere, erano presenti poche decine di compagne. Non una volta ho visto una compagna f

emminista manifestare sotto il Senato: le botte, ancora una volta, le abbiamo prese noi, compagne e compagni radicali, mentre protestavamo anche per loro, in pochi contro le cose vergognose che venivano approvate sulla pelle di tutte le donne.

Mentre scrivo, non so ancora quale sarà il giudizio della Cassazione: se si riuscirà ugualmente a fare il referendum sull'aborto, se si riuscirà in questo modo a sconfiggere, con una grande vittoria delle donne e del paese, chi non vuole che l'aborto sia realmente libero, realmente gratuito, realmente assistito e che con questa legge l'ha ribadito. Se così non fosse, gli anni che ci aspettano sono davvero molto difficili: nessuna mobilitazione, per quanto grande, per quanto capillare, riuscirebbe ad annullare le burocrazie e gli ostacoli che ci vengono opposti. E' probabilmente anche inutile rielencarli: i sette giorni di ripensamento prima di ottenere il "passi" per abortire, il riconfermato ruolo del padre nella decisione, l'impossibilità per la minorenne di abortire se non sborsando milioni dai cucchiai d'oro o facendosi massacrare l'utero dalle mammane, l'obiezione di coscienza massiccia degli enti ospedalieri, la mancanza di posti letto negli ospedali, la galera per chi pratica il self help, il terroris

mo delle associazioni religiose che di fatto gestiscono i pochi consultori esistenti. E inoltre l'aumentato potere della classe medica, è il vero e proprio insulto che questa legge costituisce per la dignità della donna, che continua ad essere considerata una minorata mentale, incapace di decidere e di scegliere. Questo è quello che la maggioranza politica ha deciso di rispondere agli anni di lotte delle donne e di mobilitazione contro l'aborto clandestino: per i partiti che l'hanno votata, questa legge non è stata nulla di più che una tappa, più o meno importante, della loro strategia di violazione della legalità e di soffocamento dei diritti civili: anzi, si è trattato del momento in cui le loro alleanze si sono consolidate: Parigi, per PCI, PSI e soci val bene una messa.

Per noi donne si tratta di una sconfitta storica. E in questo momento non so quanto la più grande e imponente mobilitazione sul dopo-legge, che deve comunque ed immediatamente esserci, potrà cancellarla."

 
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