di Valter VecellioSOMMARIO: Dal 15 luglio Marco Pannella è in sciopero della fame con i seguenti obiettivi: ottenere che la Rai rispetti il diritto ad un'informazione completa, smettendo di censurare e di falsare le iniziative in corso in Parlamento, nel paese, nelle carceri, e assicurando la conoscenza delle diverse tesi attraverso l'immediata trasmissione di dibattiti televisivi sul tema dell'amnistia; ottenere che il Parlamento assuma le sue responsabilità smettendo l'ostracismo determinato dalla maggioranza Dc-Pci sulle proposte di amnistia dei radicali e giungendo finalmente ad un voto in materia; invitare tutti i detenuti a mantenere un comportamento esemplare nelle loro giuste lotte, sospendendo, in segno di fiducia nelle istituzioni, i loro digiuni in corso, isolando i provocatori. Il Partito radicale pubblica annunci a pagamento sui maggiori quotidiani: "Perché l'amnistia subito". Lo Stato spende meno per la giustizia che per la Rai-tv. La maggioranza persegue una politica di sistematica e scientifica amnistia incont
rollata e di massa, insabbiando due milioni di processi, che non possono essere celebrati per il semplice fatto che l'apparato giudiziario e i magistrati non sono nelle condizioni di farlo. Si prepara l'ennesimo, borbonico atto di clemenza, dalla Tv come sempre censura e disinformazione.
(NOTIZIE RADICALI N. 120, 28 luglio 1978)
("Il 15 luglio Marco Pannella ha iniziato un digiuno, che mentre scriviamo si protrae tra l'indifferenza dei più e il fastidio di molti. Perché Pannella ha deciso di utilizzare, ancora, questo strumento di lotta, che anche all'interno del Partito, diciamolo pure, non sono pochi a ritenere logoro, inflazionato, "superato"?)
""Perché l'amnistia subito"" è il titolo di una serie di inserzioni a pagamento che, a cura del gruppo parlamentare radicale, sono apparse tra il 16 e il 20 luglio sui principali quotidiani; ed è appunto perché è necessario ed urgente attuare l'amnistia subito, prima delle ferie estive, se si vuole evitare da una parte che le carceri esplodano e dall'altra che la giustizia venga definitivamente sommersa da processi per reati minori o inconsistenti (e per celebrare questi si finisce per non celebrare quelli importanti, contro i mascalzoni e ladri, i corrotti e corruttori di stato), che Pannella ha iniziato a digiunare.
""Spendono per la giustizia meno che per la Rai-TV!"" E' la denuncia di Emma Bonino, nel corso di una conferenza stampa di qualche settimana fa. Infatti per il '78 sono previsti, per la Rai-Tv 600 miliardi; per la giustizia 556.
"Intanto - sottolinea Pannella - le carceri traboccano, vi languono (in attesa di processi che possono stabilire la loro innocenza), 35 mila detenuti, 25 mila dei quali costituzionalmente non colpevoli, nell'immensa maggioranza imputati di reati minori, manovalanza delle grandi organizzazioni criminali, o giovani, giovanissimi cittadini, finora colpevoli di azioni delinquenziali isolate, non organizzate in potenti strutture".
Non è inutile qualche brano dell'inserzione a pagamento, a beneficio di quanti non hanno avuto occasione di soffermarcisi:
(...) "Per motivi di ordine pubblico, per motivi di giustizia, di sicurezza sociale, per motivi di prevenzione, di repressione, almeno in prospettiva adeguate, è necessario mettere subito i giudici in condizione di portare a compimento i processi più gravi, liberandosi della valanga di processi minori e minimi che hanno sepolti la giustizia (...) dobbiamo scegliere: o le centinaia di migliaia di processi più importanti, fatti celermente e seriamente, o l'attuale caos nel quale, al solito, pagano solamente i piccoli e gli innocenti".
""I veri sabotatori della giustizia sono i governi e le maggioranze parlamentari, che continuano ad approvare spese irresponsabili e dilapidazioni del denaro pubblico, rimandando le riforme dei dodici e il potenziamento dell'apparato giudiziario" - a sostenuto Mauro Mellini, nel corso della settimanale tribuna offerta da "TeleRoma 56" - "Questa politica di criminale irresponsabilità di risolve nella obiettiva complicità con la grande criminalità politica, economica e sociale, che continua, impunita e nemmeno giudicata, a imperversare nel Paese e su tutti i cittadini, onesti ed umili"".
Amnistia incontrollata e di massa
Qualunquismo, demagogia, destabilizzazione? Resta il fatto che da anni i governi e le maggioranze parlamentari, PCI e Democrazia Nazionale, DC e PRI, hanno realizzato e tuttora realizzano una politica di sistematica e scientifica amnistia, incontrollata e di massa, nascondendola all'opinione pubblica; il meccanismo è semplice, quanto poco conosciuto ed intollerabile: vi sono almeno due milioni di processi insabbiati, che non si terranno mai, per la ragione semplice che i magistrati e la "giustizia" non sono in condizione di affrontarli.
In questa situazione gli imputati "importanti", quelli più ricchi, potenti, arroganti; i boss mafiosi; gli inquinatori; i grandi esportatori di capitale all'estero; i boiardi e i ladri di stato; quelli che possono permettersi di assoldare avvocati di fama e prestigio; che possono dar fondo a tutte le riserve offerte dalla legge (oltre che da quelle della politica e dell'"amicizia"), sono posti nella condizione ideale per evitare che la giustizia si compia contro di loro (sfogliare la minima cronaca quotidiana, offerta dai giornali, per credere).
""Non si può perdere nemmeno un giorno"", dice Pannella, non senza ragione e purtroppo senza ascolto. ""Ovunque siamo arrivati al punto in cui non si emettono più ordini di carcerazione per le condanne definitive, e non si eseguono quelli già emessi a causa dell'affollamento delle carceri e del caos negli uffici giudiziari: in nessun paese civile si era mai giunti a tanto"".
Non vuol essere vanagloria, né usurpazione di un ruolo e di un titolo caro a La Malfa (la sventurata cassandra dell'avevo detto, io), e neppure vogliamo rivendicare una primogenitura, legittima ma in questo caso sciocca, ma occorre ricordare come il gruppo radicale, appena eletto, aveva subito compreso e denunciato questa situazione. Per demagogia e disprezzo dell'intelligenza del paese e dei cittadini che siamo, la maggioranza di governo ha cercato di imporre censura e disinformazione, si è opposta alla proposta di legge sull'amnistia presentata sin dal 2.12.76.
""Un progetto di legge" - ci ricorda Franco de Cataldo - "che prevede l'amnistia per i reati puniti con pena massima di 5 anni di reclusione e l'indulto nella misura di 3 anni. Venivano amnistiati i reati puniti dal codice penale militare con particolare riferimento alla obiezione di coscienza. Il beneficio si applicava anche ai reati di opinione, mentre erano esclusi dall'amnistia tutti i reati che denotavano comunque una particolare pericolosità, i delitti contro la pubblica amministrazione (peculato, corruzione, etc.), oltre a quelli di inquinamento"".
Se tutto ciò non è stato, non è, la responsabilità va addebitata alla DC e ancora di più al PCI. La DC, che ha cercato di includere nell'amnistia anche una serie di reati tipici del malgoverno dei "padroni del vapore". Il PCI per aver avuto paura di alienarsi le simpatie a "destra" (è ormai nota la teoria secondo la quale chiunque non è comunista, può scegliere, tra l'esser stupido o irresponsabile, comunque non compagno), e si è opposto ad una amnistia adeguata, ampia e coraggiosa, tollerando passivamente il rinvio di ogni riforma, per non perturbare la stabilità del "quadro politico".
Borbonico atto di clemenza
In questi giorni, scrivono i giornali, tutti sono disponibili e a favore dell'amnistia; giudici, avvocati, legulei d'ogni specie e colore tutti mobilitati per un provvedimento d'amnistia e d'indulto, che ha ottenuto anche la legittimità da parte dei partiti che sostengono "il quadro" politico. I radicali minacciano l'ostruzionismo (che è invece la presentazione di emendamenti migliorativi), e Pannella continua il suo digiuno, si legge, o si immagina, tra le righe delle veline riportate dai giornali, tra una parola e l'altra dei notiziari d'imbonimento e rincretimento radiotelevisivi. Incontentabile Pannella, i radicali?
"Su "La Repubblica" del 25 luglio (altra inserzione a pagamento), si spiegano i perché, i come "questa" amnistia governativa non serva, né risolva poco o nulla, per la giustizia, per la società, per lo Stato; come sia un provvedimento truffa, molto simile a quell'amnistia strisciante, generale, a favore di criminali, mafiosi, privilegiati.
Il disegno di legge è un atto borbonico di clemenza. Non un provvedimento di ordine pubblico per l'efficienza della giustizia. Non libera i giudici della valanga di processi minori, per consentire loro di celebrare subito, senz'alibi, quelle migliaia di processi gravi e importanti. Serve a liberare, ma neppure subito solo le Preture. I tribunali invece resteranno nel solito caos che ora li paralizza; aumenterà anzi probabilmente il loro lavoro. Se non sbagliano, saranno liberati 9 mila detenuti e saranno eliminati 900 mila processi da poco. Non vengono esclusi i reati d'opinione, sui quali, è noto, ormai di "fonda" la repubblica. Soffermiamoci qui, per un istante. Sono reati assai frequenti, centinaia di denunce ogni anno un reato, tornato in gran voga dal '68: non c'è manifestazione, lotta politica che non sia accompagnata dalla sua brava denuncia per "oltraggio". E' un rottame squisitamente fascista, ma come c'insegna la Corte Costituzionale, è costituzionalmente necessario e non sottoponibile a referendum
. E' molto insidioso: c'è di mezzo un pubblico ufficiale, cioè un celerino o un carabiniere, e in ogni tribunale che si rispetti, la parola di uno in divisa vale il doppio di quello che divisa non ha. E non è neppure solo un reato politico. A scartabellare tra gli archivi della giustizia (polverosi, ma istruttivi), ne viene fuori che la maggior parte dei "resistenti", dei "violenti", dei "minacciosi", sono poi comuni cittadini, estenuati da lunghe code d'auto e che hanno mandato il vigile a prendersela in tasca; oppure ubriachi che hanno reagito, il più delle volte probabilmente non a torto, alle energiche e "vigorose" sollecitazioni di una pattuglia di PS; o ragazzi apostrofati con la strafottenza e l'arroganza tipica del celerino in borghese, che senza qualificarsi rompe anima e scatole, e lui risponde per le rime. Centinaia di episodi contro i quali neppure più ci si indigna, tanta è l'abitudine. Piccole storie che prevedono alcuni giorni di rieducazione "carceraria" per molti cittadini; e siccome per l'o
ltraggio a una divisa la pena massima è di 5 anni, niente amnistia.
Tv: come sempre censura e disinformazione
Non solo: provatevi a dire che la bandiera italiana per voi ha un paio di colori di troppo, che del bianco e del verde non sapete davvero che farvene. E magari lo dite proprio davanti alla bandiera, e capita che voi il giorno prima avete finito di servire la patria sprecando 12 mesi a fare il mammalucco in divisa: vilipendio alla bandiera, militare in congedo. Reato molto grave che esclude l'amnistia.
E niente amnistia per la donna che urlò, chiaro e forte, a ragione, che stava per essere giudicata da un tribunale non serenamente: oltraggio a magistrato in udienza. E lo studente che obietta ad un professore fascista, che non può staccare manifesti per il "SI'", dall'aula universitaria? Niente amnistia anche per lui: cinque minuti di discussione costituiscono "interruzione di pubblico sevizio", tre anni, che aumentano, perché il reato è stato consumato in "concorso d'altri, rimasti sconosciuti".
Per i furti l'amnistia si prevede, a patto che la condanna non superi i tre anni. Per chi ruba un mandarino, c'è l'aggravante della cosa esposta a pubblica fede; se si spacca il deflettore di un'auto c'è violenza; borseggiare in autobus, si appioppa la destrezza. E' poi grave aggravante circolare con narcotici o armi (pistola o chiave inglese è uguale), anche se non si usano, o entrare in casa altrui. In compenso l'amnistia scatta per coloro che pubblici ufficiali, hanno sottoposto a misura di rigore, "non consentita dalla legge", una persona arrestata; quelli che fanno perquisizioni abusive; quelli che hanno violato il domicilio altrui, senza mandato. Tutti liberi, come fringuelli.
Si potrebbe continuare a lungo, con discutibile profitto.
Più proficuo domandarci invece perché la Rai TV di stato e di regime, lottizza come e peggio che con Bernabei, da DC, PSI, PCI, PSDI e PRI, non porta a conoscenza la verità sull'amnistia, con un'informazione onesta e completa, leale; perché non c'è un dibattito tra le varie tesi e le forze politiche. Di cosa hanno paura, cosa vogliono nascondere, cosa si trama, ancora e sempre, nel buio, di nascosto? Cosa vogliono, rubare/ci, quali leggi violano, hanno di già violato? Perché parlano di amnistia, ma tacciono dei radicali che da due anni si battono perché venga attuata anche se, come dice Spadaccia, in linea di principio, siamo contrari da sempre a questo provvedimento? Perché i Grassi, i Barbato, gli Zavoli, i "socialisti" di potere e di regime, censurano, falsificano, distorcono, quanto e più di Bernabei, Selva, Rossi? E la Commissione parlamentare di vigilanza e il consiglio di amministrazione della Rai TV, perché non reagiscono, sostengono invece questa informazione illegittima, disonesta, antidemocratica?
Come sempre, sta a quanti, noi tutti, che siamo colpiti da questa censura, che non possiamo giudicare perché ci impediscono di conoscere i fatti, che siamo raggiunti male e poco dai tam tam e dai canali dell'informazione alternativa, trovare strumenti e possibilità, per spezzare la cortina di silenzio e censura. Battaglia non nuova, ma forse più difficile di altre già combattute. Il regime è senz'altro più forte, e vincere richiede uno sforzo più duro. "Richiede soprattutto, come ci ricorda giustamente Pannella, oggi come nel passato, gesti di solidarietà concreti e urgenti, di solidarietà, perché non sia necessario che pochi, o qualcuno debba sacrificarsi per i diritti di molti o di tutti.